LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Formalizzazione domanda asilo: ordine alla Questura

Un cittadino straniero, dopo vani tentativi di accedere agli uffici della Questura, ha ottenuto dal Tribunale un ordine per la formalizzazione della domanda di asilo. Il giudice ha stabilito che l’amministrazione non ha discrezionalità nel ricevere le istanze e che il ritardo, dovuto a questioni organizzative, causa un danno grave e irreparabile (impossibilità di lavorare, accedere a cure, rischio di espulsione), violando un diritto soggettivo fondamentale.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)
Pubblicato il 25 febbraio 2025 in Diritto Civile, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Formalizzazione Domanda Asilo: Quando il Diritto non Può Aspettare

L’accesso alla procedura per il riconoscimento della protezione internazionale è un diritto fondamentale. Ma cosa accade quando ostacoli burocratici impediscono di fatto l’esercizio di questo diritto? Una recente ordinanza del Tribunale di Torino offre una risposta chiara, ordinando alla Questura di procedere alla formalizzazione della domanda di asilo di un cittadino straniero. Questo provvedimento mette in luce il conflitto tra le difficoltà organizzative della Pubblica Amministrazione e l’inderogabile necessità di tutelare i diritti soggettivi urgenti.

I Fatti di Causa: Un’Odissea Burocratica

Il caso riguarda un cittadino straniero entrato regolarmente in Italia che, per mesi, ha tentato invano di presentare la propria domanda di protezione internazionale presso la Questura competente. Nonostante si fosse recato più volte agli uffici preposti, anche in orari antelucani, non è mai riuscito ad accedere al servizio per via del numero elevato di persone in attesa e di una presunta quota giornaliera di pratiche gestibili.

Questa situazione di stallo lo ha lasciato in un limbo giuridico: senza la formalizzazione della domanda, non poteva ottenere il permesso di soggiorno provvisorio. Di conseguenza, gli era preclusa la possibilità di lavorare legalmente, di iscriversi al Servizio Sanitario Nazionale e di ottenere la residenza anagrafica, vivendo con il costante timore di un provvedimento di espulsione.

Di fronte a questa paralisi, ha deciso di rivolgersi al Tribunale con un ricorso d’urgenza ai sensi dell’art. 700 c.p.c., chiedendo al giudice di ordinare all’amministrazione di ricevere e registrare la sua istanza.

La Decisione del Giudice: Un Ordine Chiaro per la Formalizzazione della Domanda di Asilo

Il Tribunale di Torino ha accolto pienamente il ricorso. Ha dichiarato che la Questura è tenuta a ricevere e formalizzare la domanda di protezione internazionale del ricorrente entro un termine perentorio di 30 giorni dalla comunicazione del provvedimento.

Il giudice ha affermato la propria giurisdizione in materia, trattandosi della tutela di diritti fondamentali costituzionalmente garantiti. La decisione si fonda sulla distinzione cruciale tra il diritto (sostanziale) alla protezione internazionale, la cui valutazione spetta all’amministrazione, e il diritto (procedimentale) all’immediata formalizzazione della domanda, che non può essere negato.

Le Motivazioni della Decisione: Fumus Boni Iuris e Periculum in Mora

Il Tribunale ha basato la sua decisione sulla sussistenza dei due requisiti fondamentali per la concessione di una misura cautelare: il fumus boni iuris e il periculum in mora.

Il Diritto Incondizionato alla Formalizzazione dell’Istanza

Per quanto riguarda il fumus boni iuris, il giudice ha stabilito che la ricezione delle domande di asilo da parte della Questura è un’attività vincolata. Ciò significa che l’amministrazione non ha alcuna discrezionalità: non può rifiutare di ricevere un’istanza né ritardarla adducendo motivi organizzativi. La legge, inclusa la normativa europea, impone agli Stati Membri di garantire che l’esercizio di questo diritto non sia reso in pratica impossibile o eccessivamente difficile.

Il Tribunale ha sottolineato che, sebbene il flusso elevato di richieste ponga sfide operative, l’amministrazione ha il dovere di predisporre i mezzi e l’organizzazione necessari per rispettare i termini previsti dalla legge per la verbalizzazione delle domande. Il diritto del singolo non può essere sacrificato sull’altare delle difficoltà gestionali.

Il Pericolo nel Ritardo

Il periculum in mora è stato ritenuto evidente. La mancata formalizzazione della domanda di asilo crea un danno grave e irreparabile al richiedente. Senza la ricevuta che attesta la presentazione dell’istanza, la persona si trova in una condizione di irregolarità sul territorio nazionale. Questo stato le impedisce di accedere a diritti primari come:

* Il lavoro: La legge consente al richiedente asilo di lavorare decorsi 60 giorni dalla presentazione della domanda, ma questo termine non può nemmeno iniziare a decorrere.
* L’assistenza sanitaria: L’iscrizione al Servizio Sanitario Nazionale è legata alla regolarità del soggiorno, che in questo caso è attestata dalla presentazione della domanda.
* L’iscrizione anagrafica: Anche questo diritto è precluso, con tutte le conseguenze del caso.
* La protezione dall’espulsione: In assenza di un titolo che giustifichi la sua presenza, il richiedente è esposto al concreto e costante rischio di essere espulso.

Il Tribunale ha concluso che questa compressione di diritti fondamentali costituisce quel pregiudizio imminente e irreparabile che l’art. 700 c.p.c. intende scongiurare.

Le Conclusioni: Implicazioni Pratiche della Sentenza

Questa ordinanza è di grande importanza pratica. Ribadisce un principio fondamentale: le difficoltà organizzative della Pubblica Amministrazione non possono mai giustificare la violazione dei diritti fondamentali delle persone. Il diritto a chiedere asilo include, innanzitutto, il diritto a vedere la propria domanda formalizzata senza ritardi ingiustificati.

Il provvedimento serve da monito per le amministrazioni, spingendole a trovare soluzioni organizzative adeguate per garantire l’effettività dei diritti, e offre uno strumento di tutela concreto per tutti coloro che si trovano intrappolati nelle maglie della burocrazia. Insegna che, di fronte alla lesione di un diritto soggettivo, la via giudiziaria d’urgenza rappresenta una strada percorribile ed efficace per ottenere giustizia.

La Questura può rifiutare o ritardare la registrazione di una domanda di asilo per motivi organizzativi, come un alto numero di richieste?
No. Secondo il Tribunale, la ricezione della domanda è un’attività vincolata, non discrezionale. L’amministrazione non può rifiutare di ricevere la domanda e deve predisporre i mezzi necessari per registrarla nei tempi di legge, anche in presenza di un flusso elevato di richieste.

Quali sono i rischi per un richiedente asilo se la sua domanda non viene formalizzata tempestivamente?
La mancata formalizzazione lascia la persona in una condizione di irregolarità, impedendole di accedere a diritti fondamentali come il lavoro (dopo 60 giorni), l’iscrizione al Servizio Sanitario Nazionale e la registrazione anagrafica. Inoltre, la espone al concreto rischio di essere colpita da un provvedimento di espulsione.

È necessario aver già tentato di chiedere protezione alla polizia di frontiera per poterla poi chiedere in Questura?
No. Il provvedimento chiarisce che la legge, pur prevedendo la possibilità di presentare la domanda alla polizia di frontiera, non preclude che la stessa possa essere richiesta in un momento successivo alla Questura più vicina. Un ritardo nella presentazione non rende la domanda inammissibile.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati