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Forma scritta contratto pubblico: la regola inderogabile

Una società cessionaria di un credito per servizi di pulizia ha citato in giudizio un istituto scolastico per ottenerne il pagamento. La Corte d’Appello di Napoli ha rigettato l’appello, confermando la decisione di primo grado, poiché mancava un contratto redatto secondo la forma scritta. La sentenza ribadisce che la forma scritta contratto pubblico è un requisito di validità essenziale, la cui assenza non può essere sanata né provata attraverso comportamenti delle parti o altri documenti.

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Pubblicato il 14 dicembre 2025 in Diritto Civile, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Contratti con la PA: Senza Forma Scritta, Nessun Pagamento

Quando un’impresa fornisce un servizio a un ente pubblico, come una scuola, può legittimamente aspettarsi di essere pagata. Tuttavia, una recente sentenza della Corte di Appello di Napoli ci ricorda un principio fondamentale e spesso sottovalutato: l’importanza della forma scritta contratto pubblico. Senza un documento formale, sottoscritto da entrambe le parti, il diritto al compenso può svanire, anche se la prestazione è stata effettivamente eseguita. Analizziamo questo caso per capire perché la forma è, in questi contesti, sostanza.

I Fatti di Causa

Una società, divenuta titolare del credito di un’altra impresa di pulizie, ha citato in giudizio un istituto scolastico per ottenere il pagamento di fatture per un totale di circa 54.000 euro. La richiesta si basava su servizi di pulizia che, a dire della società, erano stati regolarmente eseguiti a favore della scuola.

Il Tribunale, in primo grado, ha respinto la domanda. La motivazione era netta: la società attrice non aveva prodotto in giudizio il contratto scritto da cui sarebbe derivato l’obbligo di pagamento dell’istituto. Di fronte a questa decisione, la società ha proposto appello, sostenendo principalmente due argomenti: primo, che il diritto europeo non impone la forma scritta; secondo, che l’esistenza del rapporto contrattuale poteva essere provata in altri modi, come dal comportamento delle parti.

La Decisione della Corte d’Appello e la forma scritta contratto pubblico

La Corte di Appello ha rigettato l’appello, definendolo “manifestamente infondato” e confermando integralmente la sentenza di primo grado. La decisione si basa su un pilastro del diritto amministrativo italiano: i contratti stipulati con la Pubblica Amministrazione devono essere redatti in forma scritta, a pena di nullità. Questo requisito, come vedremo, non ammette deroghe o prove alternative.

Le Motivazioni: Perché la Forma Scritta è Indispensabile?

La Corte ha smontato punto per punto le argomentazioni dell’appellante, chiarendo la logica dietro il rigore formale richiesto dalla legge.

Il Diritto Interno e l’Obbligo della Forma Scritta

Il punto di partenza è la normativa nazionale (in particolare, il R.D. 2440/23), che da quasi un secolo stabilisce che tutti i contratti con lo Stato e gli enti pubblici devono essere formalizzati in un unico documento scritto, sottoscritto sia dall’organo che rappresenta l’ente sia dalla controparte privata. Questo requisito non è un mero formalismo, ma serve a garantire la trasparenza, la certezza giuridica e il controllo della spesa pubblica. La Corte ha specificato che questa regola si applica anche agli istituti scolastici, i quali, pur avendo autonomia gestionale, agiscono come organi dello Stato.

Irrilevanza del Diritto Europeo sulla Forma Contrattuale

L’appellante aveva invocato il diritto dell’Unione Europea, sostenendo che le direttive, come quella sui ritardi di pagamento (D.Lgs. 231/2002), non prevedono un simile obbligo di forma. La Corte ha chiarito che l’argomento non è pertinente. Le normative europee in materia disciplinano le conseguenze del ritardo nei pagamenti nelle transazioni commerciali, ma non si occupano della forma che i contratti devono avere. In assenza di una norma europea contraria, il diritto interno di ciascuno Stato membro è libero di imporre i requisiti di forma che ritiene più opportuni, come appunto la forma scritta per i contratti pubblici in Italia.

L’Insufficienza di Prove Alternative al Contratto Scritto

Il secondo motivo di appello, forse il più insidioso, riguardava la possibilità di provare l’esistenza del contratto attraverso altri mezzi, come i comportamenti delle parti o la produzione di altri documenti. Anche su questo punto, la Corte è stata categorica. Quando la legge richiede la forma scritta “ad substantiam” (cioè per la validità stessa dell’atto), l’unica prova ammissibile dell’esistenza del contratto è il documento stesso. Nessun altro elemento – né la confessione, né il riconoscimento del debito, né tantomeno l’aver eseguito la prestazione – può sostituire o sanare la mancanza del contratto scritto. La sua assenza rende il rapporto giuridicamente nullo e, di conseguenza, non sorge alcun diritto al compenso.

Conclusioni: Implicazioni Pratiche della Sentenza

Questa sentenza è un monito cruciale per tutte le imprese che lavorano o intendono lavorare con la Pubblica Amministrazione. L’insegnamento è chiaro: prima di iniziare qualsiasi fornitura o servizio, è imperativo assicurarsi di avere in mano un contratto regolarmente formalizzato per iscritto e sottoscritto dall’organo competente dell’ente pubblico. Affidarsi a intese verbali, scambi di email non formalizzati o prassi consolidate espone al rischio concreto di non essere mai pagati, poiché la mancanza della forma scritta contratto pubblico rende il rapporto giuridicamente inesistente. La prestazione eseguita, in assenza del contratto valido, non può fondare una pretesa di pagamento, e anche l’azione per ingiustificato arricchimento risulta difficile da provare.

È sempre necessario un contratto scritto per lavorare con un ente pubblico come una scuola?
Sì, secondo la costante giurisprudenza italiana, i contratti stipulati con la Pubblica Amministrazione, inclusi gli istituti scolastici, devono essere redatti in forma scritta a pena di nullità. L’assenza del documento scritto rende il contratto invalido.

Se ho eseguito un servizio per un ente pubblico senza un contratto scritto, posso provare l’accordo in altri modi, ad esempio con le fatture o dimostrando che il servizio è stato accettato?
No. La sentenza chiarisce che quando la forma scritta è richiesta per la validità del contratto (ad substantiam), la sua esistenza non può essere provata con mezzi diversi dal documento stesso. Né il comportamento delle parti, né altri documenti come le fatture, né la confessione possono sostituire il contratto scritto mancante.

Il diritto dell’Unione Europea permette di superare l’obbligo italiano della forma scritta per i contratti pubblici?
No. La Corte ha stabilito che le normative europee, come quelle sui ritardi di pagamento, non disciplinano la forma dei contratti, lasciando gli Stati membri liberi di imporre i propri requisiti. Pertanto, la legislazione italiana che impone la forma scritta per i contratti pubblici rimane pienamente valida e applicabile.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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