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Forma scritta contratti PA: nullità e requisiti

Una società di ingegneria ha visto annullato il suo diritto al compenso da un Comune per lavori urgenti post-alluvione. La Cassazione ha confermato la nullità del contratto per difetto di forma scritta. La decisione sottolinea che la forma scritta contratti PA è un requisito essenziale che deve includere tutti gli elementi, come il corrispettivo, non potendo essere desunto da fonti esterne. Questo principio vale anche in situazioni di emergenza, se non espressamente derogato.

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Pubblicato il 21 agosto 2025 in Diritto Civile, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Forma scritta contratti PA: la Cassazione conferma la nullità senza tutti gli elementi essenziali

La stipula di contratti con la Pubblica Amministrazione è un terreno irto di formalismi, dove la sostanza non può prescindere dalla forma. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione lo ribadisce con forza, evidenziando come la forma scritta contratti PA sia un requisito inderogabile, anche in contesti di emergenza. Il caso analizzato riguarda una società di ingegneria che si è vista negare il compenso per servizi professionali resi a un Comune a seguito di un’alluvione, proprio a causa di un vizio formale del contratto. Vediamo nel dettaglio la vicenda e i principi affermati dalla Suprema Corte.

I Fatti di Causa

Una società di servizi di ingegneria otteneva un decreto ingiuntivo per oltre 220.000 euro nei confronti di un Comune, a titolo di corrispettivo per progettazione, direzione lavori e altre prestazioni relative a interventi urgenti di consolidamento post-alluvione.
Il Comune si opponeva e il Tribunale di primo grado, pur revocando il decreto, condannava l’ente a pagare un importo inferiore, circa 75.000 euro.
La vicenda approdava in Corte d’Appello, la quale, in riforma della prima sentenza, dichiarava la nullità assoluta del contratto per difetto di forma scritta ad substantiam e rigettava integralmente la domanda della società.
Secondo i giudici d’appello, l’atto dirigenziale con cui era stato affidato l’incarico, sebbene controfirmato per accettazione dalla società, non era idoneo a integrare un contratto valido perché mancava della determinazione del compenso, elemento essenziale dell’accordo.
La società, ritenendo errata tale decisione, proponeva ricorso per Cassazione.

La Decisione della Cassazione e la centralità della forma scritta contratti PA

La Suprema Corte ha rigettato il ricorso della società, confermando in toto la decisione della Corte d’Appello. Il punto cruciale della pronuncia risiede nel valore della forma scritta contratti PA, richiesta ad substantiam, ovvero a pena di nullità.
La Corte ha chiarito che questo requisito non è stato derogato dall’ordinanza della Protezione Civile emessa per fronteggiare l’emergenza alluvionale. Sebbene tale ordinanza consentisse di bypassare alcune norme in materia di contabilità pubblica, non includeva una deroga agli articoli 16 e 17 del R.D. 2440/1923, che impongono la forma scritta per tutti i contratti dello Stato e degli enti pubblici.

Le Motivazioni

L’ordinanza della Cassazione si fonda su argomentazioni giuridiche precise e consolidate.

La Necessità della Forma Scritta Completa

Il principio fondamentale è che i contratti della Pubblica Amministrazione devono essere stipulati per iscritto e devono contenere tutti gli elementi essenziali del rapporto obbligatorio. Questo rigore formale è posto a garanzia dell’imparzialità e del buon andamento dell’azione amministrativa, permettendo di identificare con certezza il contenuto delle obbligazioni e le condizioni pattuite.
Nel caso specifico, l’atto dirigenziale, pur accettato dalla società, non costituiva un contratto completo.

L’Indeterminatezza del Corrispettivo

L’elemento mancante, risultato fatale per la validità del rapporto, era la determinazione del corrispettivo. La Corte ha specificato che il compenso deve essere determinato o almeno determinabile sulla base di criteri stabiliti nel contratto stesso. Non è ammissibile, come sosteneva la società, un rinvio implicito o generico alle tariffe professionali. La determinazione del prezzo non può avvenire aliunde, cioè da fonti esterne al documento contrattuale. A riprova della incompletezza dell’accordo, la stessa determina dirigenziale rinviava espressamente a una futura ‘convenzione di incarico’ da stipulare, dimostrando di non essere essa stessa l’atto contrattuale definitivo.

L’Irrilevanza degli Altri Profili

La società ricorrente aveva anche contestato la necessità di un preventivo impegno di spesa, data la situazione emergenziale. La Cassazione ha ritenuto questo profilo superfluo. L’assenza della forma scritta prescritta dalla legge è, da sola, una causa di nullità talmente grave da assorbire ogni altra possibile questione. Una volta accertata la mancanza di un contratto scritto valido, ogni altra censura perde di rilevanza.

Le Conclusioni

La decisione in commento offre un monito importante per tutti i professionisti e le imprese che operano con il settore pubblico. La fretta, dettata anche da situazioni di comprovata emergenza, non può giustificare la trascuratezza delle forme contrattuali. Prima di avviare qualsiasi prestazione, è fondamentale assicurarsi dell’esistenza di un contratto scritto, completo in ogni suo elemento essenziale, in particolare per quanto riguarda l’oggetto e il corrispettivo. In assenza di un accordo formalmente valido, il rischio è quello di aver lavorato invano, senza alcun diritto a pretendere il pagamento per le prestazioni rese.

Un contratto con la Pubblica Amministrazione è valido se non è scritto?
No, i contratti con la Pubblica Amministrazione richiedono la cosiddetta ‘forma scritta ad substantiam’. Questo significa che, per essere validi, devono essere obbligatoriamente redatti in forma scritta. L’assenza di tale forma ne provoca la nullità insanabile.

È sufficiente che un atto della PA, accettato da un privato, rinvii a tariffe professionali per determinare il compenso?
No. La Corte di Cassazione ha chiarito che il compenso, essendo un elemento essenziale del contratto, deve essere determinato o almeno determinabile sulla base degli elementi presenti nel contratto stesso. Non è ammesso un rinvio generico a fonti esterne (aliunde), come le tariffe professionali, per la sua quantificazione.

In una situazione di emergenza, le regole sulla forma scritta dei contratti pubblici possono essere derogate?
La possibilità di deroga dipende esclusivamente da cosa prevede la specifica normativa emergenziale. Nel caso esaminato, l’ordinanza della Protezione Civile autorizzava deroghe a molte norme, ma non a quelle che impongono la forma scritta per la validità del contratto. Di conseguenza, anche in quel contesto di emergenza, il requisito della forma scritta rimaneva pienamente in vigore.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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