LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Fondo Garanzia INPS: esclusi i crediti rinunciati

La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 30835/2024, ha stabilito che il Fondo Garanzia INPS non è tenuto a intervenire per pagare TFR e retribuzioni se i lavoratori, a seguito di un trasferimento d’azienda, hanno stipulato un accordo sindacale rinunciando a tali crediti nei confronti del nuovo datore di lavoro solvente. La Corte ha chiarito che l’accordo sindacale non è opponibile all’INPS, il cui rapporto con il lavoratore è autonomo rispetto a quello di lavoro. La rinuncia volontaria a far valere i propri diritti contro un soggetto solvibile interrompe il nesso causale che giustifica l’intervento del fondo, la cui finalità è tutelare dall’insolvenza, non dalle scelte del lavoratore.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Fondo Garanzia INPS: quando un accordo sindacale ne esclude l’intervento

Il Fondo Garanzia INPS rappresenta una tutela fondamentale per i lavoratori in caso di crisi aziendale. Tuttavia, il suo intervento non è automatico e dipende da presupposti ben precisi. Una recente sentenza della Corte di Cassazione ha chiarito che se i lavoratori, in seguito a un trasferimento d’azienda, stipulano un accordo sindacale rinunciando ai propri crediti verso il nuovo datore di lavoro (solvente), non possono poi rivolgersi al Fondo per ottenere il pagamento di quanto dovuto dal vecchio datore insolvente. Analizziamo insieme questa importante decisione.

I Fatti del Caso: Cessione d’Azienda e Rinuncia ai Crediti

Tre lavoratrici, originariamente dipendenti di due società finite in amministrazione straordinaria, vedevano il loro rapporto di lavoro trasferito a una nuova società, affittuaria del ramo d’azienda. Tramite accordi sindacali, le lavoratrici avevano rinunciato a far valere nei confronti della nuova azienda i crediti retributivi e il TFR maturati con i precedenti datori di lavoro.
Successivamente, le lavoratrici si sono rivolte all’INPS, chiedendo l’intervento del Fondo di Garanzia per ottenere il pagamento di tali crediti. La Corte d’Appello aveva respinto la loro richiesta, sostenendo che il Fondo non dovesse intervenire, poiché il nuovo datore di lavoro non era insolvente.

La Decisione della Corte e il ruolo del Fondo Garanzia INPS

La Corte di Cassazione ha confermato la decisione dei giudici di merito, rigettando il ricorso delle lavoratrici. Il fulcro della decisione risiede nella natura del rapporto tra il lavoratore e l’INPS e nella finalità stessa del Fondo Garanzia INPS.
I giudici hanno stabilito che l’accordo sindacale, con cui le lavoratrici hanno liberato il nuovo datore di lavoro (cessionario) dall’obbligo di pagare i debiti del vecchio datore (cedente), è un atto che non può essere opposto all’INPS. Questo perché il rapporto che lega il lavoratore all’ente previdenziale è un rapporto autonomo e distinto da quello di lavoro.

Le Motivazioni della Cassazione

Le motivazioni della Corte si basano su alcuni principi cardine:
1. Autonomia del rapporto previdenziale: L’obbligo dell’INPS di intervenire sorge per legge e non può essere modificato da accordi privati tra lavoratore e datore di lavoro. L’accordo sindacale incide solo sul rapporto di lavoro (tra lavoratore, cedente e cessionario), ma non su quello previdenziale (tra lavoratore e INPS).
2. Finalità del Fondo di Garanzia: Lo scopo del Fondo è proteggere il lavoratore dall’insolvenza del proprio datore di lavoro. Nel caso di specie, il rapporto di lavoro era proseguito con un’azienda solvente, verso la quale le lavoratrici avrebbero potuto agire per recuperare i loro crediti in virtù della solidarietà prevista dall’art. 2112 c.c. Avendo volontariamente rinunciato a questa tutela, non possono scaricare le conseguenze della loro scelta sul Fondo, la cui funzione non è quella di coprire qualsiasi inadempimento, ma solo quello legato a una comprovata insolvenza.
3. Irrilevanza degli accordi in deroga: La possibilità di derogare alla solidarietà del cessionario, prevista dall’art. 47 della L. 428/90, non è sufficiente a far scattare la garanzia dell’INPS. Tale deroga ha effetti solo tra le parti dell’accordo e non crea un obbligo per l’ente previdenziale.

In merito alla richiesta di pagamento dei contributi omessi alla previdenza complementare, la Corte ha ribadito che il lavoratore non ha un diritto a ricevere direttamente le somme. Può solo richiedere che il Fondo di Garanzia versi i contributi mancanti direttamente al fondo pensione di appartenenza, integrando così la sua posizione previdenziale.

Conclusioni

Questa sentenza ribadisce con forza un principio fondamentale: il Fondo Garanzia INPS è un paracadute contro l’insolvenza, non uno strumento per rimediare alle scelte contrattuali del lavoratore. La rinuncia a un diritto esigibile nei confronti di un soggetto solvibile (il nuovo datore di lavoro) interrompe il legame necessario per l’attivazione della garanzia pubblica. I lavoratori e le organizzazioni sindacali devono quindi essere consapevoli che gli accordi in deroga alla normativa sulla cessione d’azienda, pur legittimi, possono avere conseguenze significative sull’accesso alle tutele previdenziali.

Un accordo sindacale con cui rinuncio ai crediti verso il nuovo datore di lavoro è valido nei confronti dell’INPS?
No, l’accordo non è opponibile all’INPS. Secondo la sentenza, il rapporto tra lavoratore e INPS è autonomo e regolato da norme imperative. La rinuncia volontaria a un credito verso un datore di lavoro solvente impedisce l’intervento del Fondo di Garanzia INPS.

Il Fondo Garanzia INPS interviene se il mio vecchio datore di lavoro è insolvente ma il mio rapporto di lavoro prosegue con una nuova azienda solvente?
No. La sentenza chiarisce che il Fondo interviene in caso di insolvenza del datore di lavoro. Se il rapporto prosegue con un’azienda solvente, il lavoratore è tutelato dalla solidarietà del nuovo datore. Rinunciare a questa tutela non fa scattare automaticamente la garanzia dell’INPS.

In caso di mancato versamento dei contributi alla previdenza complementare, posso chiedere il pagamento diretto al Fondo di Garanzia INPS?
No, il lavoratore non ha diritto a ricevere direttamente la somma. Può solo richiedere al Fondo di Garanzia di versare i contributi omessi direttamente al fondo di previdenza complementare a cui è iscritto.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

Il costo della consulenza legale è di € 150,00.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati