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Fondo di garanzia: no ultime mensilità se troppo lontane

Un lavoratore ha richiesto l’intervento del fondo di garanzia per TFR e ultime tre mensilità a seguito della liquidazione giudiziale del datore di lavoro. Il Tribunale ha accolto la domanda per il TFR (pagato in corso di causa) ma ha respinto quella per le retribuzioni, poiché maturate in un periodo che non rientrava nei dodici mesi precedenti l’apertura della procedura concorsuale, come richiesto dalla legge.

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Fondo di Garanzia: I Limiti Temporali per le Ultime Mensilità

Il fondo di garanzia rappresenta una tutela fondamentale per i lavoratori in caso di insolvenza del datore di lavoro. Tuttavia, il suo intervento è subordinato a requisiti precisi, specialmente di natura temporale. Una recente sentenza del Tribunale di Monza ha ribadito questi paletti, chiarendo perché una richiesta di pagamento per le ultime tre mensilità possa essere respinta, anche se il credito è stato accertato in sede di liquidazione giudiziale.

I Fatti del Caso

Un lavoratore, dopo la cessazione del rapporto di lavoro avvenuta il 30 maggio 2022 a seguito della chiusura dell’azienda, si trovava senza aver percepito le ultime tre mensilità e il Trattamento di Fine Rapporto (TFR). Successivamente, la società datrice di lavoro veniva posta in liquidazione giudiziale con sentenza del 7 giugno 2023.

Il dipendente presentava domanda tardiva di ammissione al passivo, che veniva accolta, vedendosi riconoscere un credito di 4.431,85 euro per le retribuzioni e 9.345,81 euro per il TFR. Forte di questo riconoscimento, si rivolgeva all’ente previdenziale per ottenere il pagamento di tali somme dal fondo di garanzia. Tuttavia, la richiesta veniva inizialmente respinta.

Il lavoratore decideva quindi di adire le vie legali. Durante il processo, l’ente previdenziale procedeva a liquidare il TFR, portando il giudice a dichiarare la cessazione della materia del contendere su quel punto. Restava però aperta la questione delle ultime tre mensilità.

La Decisione del Tribunale sul fondo di garanzia

Il Tribunale di Monza ha analizzato la normativa di riferimento, in particolare il D.Lgs. 80/1992, giungendo a una decisione netta: la domanda relativa alle ultime tre mensilità è stata respinta.

Il Principio di Diritto: la Regola dei Dodici Mesi

La legge stabilisce che il pagamento delle ultime tre mensilità a carico del fondo di garanzia è possibile solo se tali mensilità rientrano nei dodici mesi che precedono la data di apertura della procedura concorsuale (in questo caso, la liquidazione giudiziale).

Nel caso specifico:
Cessazione del rapporto di lavoro: 30 maggio 2022.
Mensilità richieste: marzo, aprile e maggio 2022.
Apertura della liquidazione giudiziale: 7 giugno 2023.

Il periodo di dodici mesi a ritroso dalla data di apertura della procedura concorsuale (7 giugno 2023) copriva l’arco temporale fino al 7 giugno 2022. Le mensilità richieste, essendo maturate prima di tale data, non rientravano nel perimetro di tutela previsto dalla legge.

Le Motivazioni

Il giudice ha sottolineato che le condizioni per l’operatività del fondo di garanzia sono distinte e autonome rispetto all’accertamento del credito nei confronti del datore di lavoro. L’ammissione al passivo della liquidazione giudiziale conferma che il lavoratore ha un credito valido verso l’azienda insolvente, ma non implica automaticamente che l’ente previdenziale debba farsene carico.

Le norme che regolano il fondo pongono dei requisiti specifici, tra cui il limite temporale dei dodici mesi, che ha lo scopo di circoscrivere l’intervento pubblico a situazioni di insolvenza recenti rispetto alla maturazione dei crediti. Il mancato rispetto di questa condizione impedisce al fondo di intervenire, indipendentemente dalla fondatezza del credito del lavoratore.

Le Conclusioni

Questa sentenza ribadisce un principio cruciale: i lavoratori devono agire con tempestività. L’esistenza di un credito per retribuzioni non pagate non è sufficiente a garantire l’accesso al fondo di garanzia. È indispensabile che siano soddisfatte tutte le condizioni normative, inclusa quella che lega le mensilità richieste a un preciso arco temporale antecedente l’insolvenza conclamata del datore di lavoro. Pertanto, attendere troppo a lungo per attivare le procedure di recupero del credito può comportare la perdita di questa importante rete di protezione sociale.

Quando il Fondo di garanzia paga le ultime tre mensilità non corrisposte dal datore di lavoro insolvente?
Il Fondo interviene per le retribuzioni relative agli ultimi tre mesi del rapporto di lavoro, a condizione che questi rientrino nel periodo di dodici mesi che precedono la data del provvedimento di apertura della procedura concorsuale (es. liquidazione giudiziale).

Se il mio credito viene ammesso al passivo della liquidazione giudiziale, ho automaticamente diritto al pagamento da parte del Fondo di garanzia?
No. L’ammissione al passivo accerta il credito verso il datore di lavoro, ma non garantisce l’intervento del Fondo di garanzia. Quest’ultimo opera solo se sono soddisfatte le sue specifiche condizioni operative, come i limiti temporali previsti dalla legge.

Cosa succede se l’ente previdenziale paga il TFR richiesto mentre la causa è ancora in corso?
Il giudice dichiara la “cessazione della materia del contendere” per quella specifica domanda, poiché l’interesse del lavoratore a ottenere una pronuncia su quel punto è stato soddisfatto dal pagamento avvenuto durante il processo.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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