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Fondo di Garanzia INPS: quando non paga le retribuzioni

Con la sentenza n. 34462/2019, la Cassazione Civile, Sez. Lavoro, ha stabilito che il Fondo di Garanzia INPS non è tenuto a corrispondere le ultime retribuzioni se il rapporto di lavoro del dipendente prosegue con la procedura di amministrazione straordinaria del datore di lavoro. La Corte ha chiarito che la funzione del Fondo è di natura previdenziale, per sostenere il reddito perso a causa della cessazione del rapporto, e non per recuperare crediti quando l’attività lavorativa continua. Il ricorso dell’INPS è stato quindi accolto, cassando la precedente decisione di merito.

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Fondo di Garanzia INPS: Quando Scatta la Tutela per le Retribuzioni?

Il Fondo di Garanzia INPS rappresenta un’ancora di salvezza fondamentale per i lavoratori dipendenti in caso di insolvenza del datore di lavoro. Tuttavia, il suo intervento non è automatico e dipende da presupposti ben precisi. Una recente sentenza della Corte di Cassazione, la n. 34462 del 2019, ha fatto luce su un aspetto cruciale: cosa succede quando il rapporto di lavoro non cessa, ma prosegue con la procedura di amministrazione straordinaria? La Corte ha fornito un’interpretazione rigorosa, delineando i confini della tutela offerta dal Fondo.

I Fatti di Causa

Il caso esaminato dalla Suprema Corte riguardava un lavoratore dipendente di un’impresa che, a un certo punto, era stata ammessa alla procedura di amministrazione straordinaria. Nonostante l’insolvenza del datore di lavoro originario, il rapporto di lavoro del dipendente era proseguito senza interruzioni con la procedura concorsuale, che aveva continuato a corrispondergli regolarmente la retribuzione. Il lavoratore, tuttavia, vantava un credito per le ultime tre mensilità non pagate dal datore di lavoro prima dell’avvio della procedura. Si era quindi rivolto all’INPS, chiedendo l’intervento del Fondo di Garanzia. La Corte d’Appello aveva dato ragione al lavoratore, ma l’INPS aveva impugnato la decisione, portando la questione dinanzi alla Corte di Cassazione.

La Decisione della Cassazione e il Ruolo del Fondo di Garanzia INPS

La Corte di Cassazione ha accolto il ricorso dell’INPS, ribaltando la decisione dei giudici di secondo grado. Il principio affermato è netto: il Fondo di Garanzia INPS non interviene per pagare le retribuzioni insolute se il rapporto di lavoro non è cessato ma è proseguito con la procedura di amministrazione straordinaria. La sentenza impugnata è stata quindi cassata con rinvio alla Corte d’Appello, che dovrà decidere nuovamente la controversia attenendosi a questo principio.

Le Motivazioni della Corte

La Suprema Corte ha basato la propria decisione sull’analisi della ratio, ovvero della finalità, della normativa che istituisce il Fondo di Garanzia (Legge n. 297/1982 e D.Lgs. n. 80/1992). Secondo i giudici, la garanzia offerta dal Fondo non è uno strumento generico per il recupero di qualsiasi credito retributivo, bensì una provvidenza di carattere lato sensu previdenziale.

Il suo scopo è quello di sostenere il reddito del lavoratore nel momento in cui questo viene meno a causa della cessazione del rapporto di lavoro dovuta all’insolvenza del datore. La situazione è radicalmente diversa quando il rapporto di lavoro prosegue con la procedura concorsuale. In questo scenario, il lavoratore non perde il proprio reddito, ma continua a percepire la retribuzione. Il suo credito pregresso non svanisce, ma si trasferisce in capo alla procedura. Questo credito, inoltre, è assistito dal privilegio della prededuzione, che ne assicura il pagamento prioritario rispetto ai debiti contratti dall’impresa prima della crisi. Di conseguenza, far intervenire anche il Fondo di Garanzia creerebbe una duplicazione di tutele non prevista e contraria alla sua natura di rete di sicurezza sociale legata alla perdita del posto di lavoro.

Conclusioni

La sentenza chiarisce in modo inequivocabile che il Fondo di Garanzia INPS è una misura di protezione legata alla perdita effettiva dell’occupazione e del relativo reddito. Non può essere attivato quando il lavoratore, pur a fronte dell’insolvenza del datore originario, conserva il proprio posto di lavoro all’interno della procedura di amministrazione straordinaria. In questi casi, la tutela del lavoratore è affidata ad altri strumenti giuridici, come la prededuzione del credito, che garantisce una corsia preferenziale nel recupero delle somme dovute. Questa decisione rafforza la natura previdenziale del Fondo, distinguendola nettamente da una mera funzione di recupero crediti.

Il Fondo di Garanzia INPS paga le ultime retribuzioni se il rapporto di lavoro continua con l’amministrazione straordinaria?
No. Secondo la sentenza, il Fondo interviene per sostenere il reddito venuto meno a causa della cessazione del rapporto. Se il rapporto prosegue con la procedura concorsuale, questa condizione non si verifica.

Qual è il momento da cui si calcola il periodo di operatività della garanzia del Fondo?
Il momento di riferimento (dies a quo) per il calcolo del periodo di operatività della garanzia è la data di effettiva cessazione del rapporto di lavoro, non il momento in cui l’impresa viene ammessa alla procedura di amministrazione straordinaria.

Come è tutelato un lavoratore che continua a lavorare per un’impresa in amministrazione straordinaria?
Il lavoratore mantiene il suo credito retributivo nei confronti della procedura. Tale credito è assistito dal regime della prededuzione, che gli conferisce una priorità di pagamento rispetto ai crediti sorti prima dell’apertura della procedura.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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