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Fondo di Garanzia INPS: No se l’azienda è ceduta

La Cassazione nega l’accesso al Fondo di Garanzia INPS ai lavoratori di un’azienda ceduta in amministrazione straordinaria. Se il rapporto di lavoro prosegue con un acquirente solvente, quest’ultimo resta coobbligato per i crediti pregressi, nonostante accordi sindacali contrari. L’accordo privato non vincola l’INPS.

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Fondo di Garanzia INPS: No se l’Azienda Viene Ceduta a un Acquirente Solvente

In un contesto economico complesso, la cessione di un’azienda in crisi è un’operazione frequente. Ma cosa succede ai crediti dei lavoratori, come TFR e stipendi arretrati? Molti confidano nell’intervento del Fondo di Garanzia INPS, ma una recente sentenza della Corte di Cassazione chiarisce i limiti di questa tutela, specialmente quando il rapporto di lavoro continua con un nuovo soggetto.

I Fatti del Caso: La Cessione d’Azienda in Crisi

Il caso analizzato riguarda un gruppo di lavoratori il cui datore di lavoro, una società in grave crisi, era stata ammessa alla procedura di amministrazione straordinaria. Successivamente, un ramo d’azienda è stato ceduto a una nuova società, del tutto sana e operativa (in bonis), che ha proseguito l’attività mantenendo i dipendenti in servizio.

Durante le trattative sindacali per la cessione, era stato stipulato un accordo, ai sensi dell’art. 47 della Legge 428/90, che escludeva la responsabilità della società acquirente per i debiti lavorativi maturati prima del trasferimento. Forti di questo accordo e dell’ammissione dei loro crediti al passivo della procedura concorsuale del vecchio datore, i lavoratori si sono rivolti all’INPS per attivare il Fondo di Garanzia.

L’INPS, tuttavia, ha respinto le loro domande, sostenendo che, essendo il rapporto di lavoro proseguito con un datore di lavoro solvente, non sussistevano i presupposti per l’intervento del Fondo.

La Decisione della Cassazione sul Fondo di Garanzia INPS

La Corte di Cassazione, con la sentenza in esame, ha confermato la posizione dell’INPS e ha respinto il ricorso dei lavoratori. Il principio affermato è netto: il Fondo di Garanzia ha una funzione di tutela sociale residuale e interviene solo quando il lavoratore non ha altri soggetti a cui rivolgersi per soddisfare i propri crediti.

Nel caso di una cessione d’azienda, anche se il cedente è insolvente, se il rapporto di lavoro prosegue con un acquirente (cessionario) solvente, è quest’ultimo il soggetto a cui i lavoratori devono rivolgersi.

Le Motivazioni: Perché l’Accordo Sindacale Non Vincola l’INPS

La Corte ha basato la sua decisione su alcuni pilastri giuridici fondamentali:

1. La continuità del rapporto di lavoro: Ai sensi dell’art. 2112 del Codice Civile, in caso di trasferimento d’azienda, il rapporto di lavoro continua con il cessionario e il lavoratore conserva tutti i diritti che ne derivano. Il nuovo datore di lavoro subentra in tutto e per tutto nella posizione del precedente.

2. La responsabilità solidale: La stessa norma stabilisce una responsabilità solidale tra l’azienda cedente e quella cessionaria per tutti i crediti che il lavoratore aveva al momento del trasferimento. Ciò significa che il lavoratore può chiedere l’intero pagamento indifferentemente a entrambi i soggetti.

3. L’inderogabilità della materia previdenziale: Qui risiede il punto cruciale della sentenza. L’accordo sindacale che, in base all’art. 47 della L. 428/90, libera l’acquirente dai debiti pregressi è un patto di natura privatistica. Esso è valido ed efficace tra le parti che lo hanno sottoscritto (cedente, cessionario e lavoratori), ma non può essere opposto a un soggetto terzo come l’INPS. Le norme che regolano la previdenza e l’intervento del Fondo di Garanzia INPS sono inderogabili e non possono essere modificate da accordi privati.

In sostanza, il fatto che esista un datore di lavoro solvente (l’acquirente) a cui i lavoratori possono legalmente chiedere il pagamento dei loro crediti fa venire meno lo “stato di bisogno” che giustifica l’intervento solidaristico dello Stato attraverso l’INPS.

Le Conclusioni: Implicazioni Pratiche per Lavoratori e Aziende

Questa sentenza rafforza un principio chiave: il Fondo di Garanzia INPS non è un’alternativa a cui ricorrere per comodità, ma un’ancora di salvezza estrema.

Le implicazioni sono significative:

* Per i lavoratori: In caso di cessione d’azienda, anche se il vecchio datore è insolvente, il primo e unico interlocutore per i crediti maturati (incluso il TFR accumulato in precedenza) è il nuovo datore di lavoro. L’eventuale accordo sindacale che libera quest’ultimo non dà diritto automatico all’accesso al Fondo INPS.
* Per le aziende acquirenti: Devono essere consapevoli che, nonostante gli accordi sindacali possano liberarle dalla responsabilità verso i lavoratori, ciò non sposta l’onere sull’INPS. Il principio della responsabilità solidale rimane il cardine del sistema di tutela del lavoro nelle operazioni di trasferimento aziendale.

In conclusione, la decisione della Cassazione ribadisce la natura sussidiaria del Fondo di Garanzia, che interviene solo quando il lavoratore perde definitivamente la possibilità di ottenere tutela dal proprio datore di lavoro, inteso come il soggetto che, in quel momento, è titolare del rapporto.

Il Fondo di Garanzia INPS paga i crediti dei lavoratori se l’azienda in crisi viene ceduta a un nuovo acquirente?
No, se il rapporto di lavoro prosegue con l’azienda acquirente e quest’ultima è solvente. In questo caso, il lavoratore deve chiedere il pagamento dei suoi crediti al nuovo datore di lavoro, che è coobbligato in solido con il precedente.

Un accordo sindacale che esclude la responsabilità del nuovo datore di lavoro per i debiti passati permette di accedere al Fondo di Garanzia?
No. La Corte di Cassazione ha stabilito che tali accordi hanno efficacia solo tra le parti che li hanno sottoscritti (lavoratori, cedente, cessionario) ma non possono essere opposti all’INPS, poiché le norme previdenziali sono inderogabili.

Quando interviene il Fondo di Garanzia INPS in caso di cessione d’azienda?
Il Fondo interviene solo se il datore di lavoro è insolvente. In una cessione d’azienda, poiché il rapporto di lavoro continua, il “datore di lavoro” effettivo diventa l’acquirente. Pertanto, il Fondo potrebbe intervenire solo in caso di successiva insolvenza anche di quest’ultimo, e non per l’insolvenza del solo venditore.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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