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Fondo di garanzia INPS: no intervento se il lavoro prosegue

La Corte di Cassazione ha stabilito che il Fondo di garanzia INPS non è tenuto a intervenire per il pagamento di TFR e retribuzioni maturate presso un datore di lavoro insolvente, se il rapporto di lavoro del dipendente prosegue senza interruzioni con l’azienda cessionaria. La continuità del rapporto lavorativo esclude il presupposto fondamentale per l’accesso al Fondo, ovvero la cessazione del lavoro a causa dell’insolvenza del datore. Gli accordi sindacali che escludono la responsabilità solidale del nuovo datore non sono opponibili all’INPS.

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Fondo di garanzia INPS e Cessione d’Azienda: Niente Pagamento se il Lavoro Continua

Il Fondo di garanzia INPS rappresenta una tutela fondamentale per i lavoratori in caso di fallimento o insolvenza del proprio datore di lavoro. Tuttavia, il suo intervento è subordinato a condizioni precise. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione chiarisce un punto cruciale: cosa accade quando l’azienda insolvente viene ceduta e il rapporto di lavoro prosegue con il nuovo acquirente? La risposta della Corte è netta e stabilisce un principio importante per migliaia di lavoratori e aziende coinvolte in operazioni di trasferimento aziendale.

I Fatti del Caso

Una lavoratrice si è trovata in una situazione complessa. I suoi precedenti datori di lavoro, due società collegate, sono state ammesse alla procedura di amministrazione straordinaria, una forma di gestione della crisi d’impresa finalizzata alla conservazione dell’azienda. Successivamente, l’azienda è stata ceduta a una nuova società e la lavoratrice ha continuato a svolgere le sue mansioni alle dipendenze del nuovo acquirente, senza interruzione del rapporto di lavoro.

Nel contesto della cessione, erano stati siglati accordi sindacali che, in deroga alla legge, escludevano la responsabilità del nuovo datore di lavoro per i debiti pregressi, inclusi TFR e stipendi non pagati. Di fronte all’impossibilità di recuperare i suoi crediti dalle vecchie società insolventi, la lavoratrice ha chiesto l’intervento del Fondo di garanzia dell’INPS. Sia il Tribunale che la Corte d’Appello hanno respinto la sua richiesta, portando il caso fino in Cassazione.

La Decisione della Corte e il Ruolo del Fondo di garanzia INPS

La Corte di Cassazione ha confermato le decisioni dei gradi precedenti, rigettando il ricorso della lavoratrice. Il principio affermato è che il presupposto essenziale per l’attivazione del Fondo di garanzia INPS è la cessazione del rapporto di lavoro a causa dell’insolvenza del datore di lavoro. Nel caso di specie, il rapporto di lavoro non è mai cessato, ma è proseguito con la società acquirente. Di conseguenza, mancava la condizione fondamentale richiesta dalla legge per l’intervento del Fondo.

Le Motivazioni: Perché il Fondo di garanzia INPS Non è Obbligato a Pagare?

La Corte ha basato la sua decisione su argomentazioni chiare e rigorose.

1. La Finalità del Fondo: Tutelare chi Perde il Lavoro

Lo scopo della normativa europea e nazionale è proteggere i lavoratori che rimangono senza stipendio e senza TFR perché il loro datore di lavoro è insolvente e il loro rapporto di lavoro è terminato. Il Fondo interviene come ammortizzatore sociale per chi perde il posto. Se il lavoro continua, seppure con un nuovo datore, questa finalità viene meno. La tutela del lavoratore, in questo caso, è affidata ad altri strumenti, come la responsabilità solidale del cessionario prevista dall’art. 2112 del codice civile.

2. L’Irrilevanza degli Accordi Sindacali per l’INPS

Gli accordi sindacali che derogano alla responsabilità solidale del nuovo datore di lavoro sono pattuizioni di natura privata. Essi possono vincolare le parti che li hanno sottoscritti (lavoratori, sindacati, azienda cedente e cessionaria), ma non possono produrre effetti nei confronti di un soggetto terzo come l’INPS, né possono creare un obbligo di pagamento a carico del Fondo di garanzia INPS. Le condizioni di intervento del Fondo sono stabilite da norme imperative di legge e non possono essere modificate da accordi privati.

3. L’Esigibilità del TFR e la Continuità del Rapporto

Il TFR diventa un credito esigibile solo al momento della cessazione definitiva del rapporto di lavoro. Poiché in questo caso il rapporto è proseguito, il TFR non era ancora esigibile nei confronti del vecchio datore in modo tale da far scattare la garanzia del Fondo. La continuità giuridica del rapporto trasferisce l’obbligo di corrispondere l’intero TFR maturato (anche presso il precedente datore) in capo al nuovo datore di lavoro al momento della futura cessazione.

Le Conclusioni: Le Implicazioni per Lavoratori e Aziende

Questa ordinanza ribadisce un’interpretazione rigorosa delle norme che regolano l’accesso al Fondo di garanzia INPS. In caso di cessione di un’azienda in crisi, la tutela principale del lavoratore il cui rapporto prosegue risiede nella continuità del posto di lavoro e nella responsabilità solidale del nuovo datore per i crediti pregressi, come previsto dall’art. 2112 c.c. Il Fondo di garanzia non è uno strumento per ‘ripulire’ i debiti del vecchio datore a spese della collettività, ma una rete di sicurezza per chi perde effettivamente l’occupazione. Per i lavoratori, ciò significa che in queste situazioni il loro interlocutore per i crediti passati è il nuovo datore di lavoro, a meno che non si rinunci espressamente a tale diritto in sedi protette, con la consapevolezza che tale rinuncia non crea automaticamente un diritto verso l’INPS.

Quando interviene il Fondo di garanzia INPS in caso di insolvenza del datore di lavoro?
Il Fondo di garanzia INPS interviene per pagare il TFR e le ultime tre mensilità di retribuzione solo quando il rapporto di lavoro è cessato e il datore di lavoro, al momento della cessazione, è stato dichiarato insolvente e sottoposto a una procedura concorsuale (es. fallimento, amministrazione straordinaria).

Se un’azienda in crisi viene ceduta e io continuo a lavorare per il nuovo proprietario, posso chiedere al Fondo di garanzia INPS di pagarmi il TFR e gli stipendi arretrati del vecchio datore di lavoro?
No. Secondo la sentenza, se il rapporto di lavoro prosegue senza interruzioni con il nuovo proprietario (cessionario), manca il presupposto della cessazione del rapporto. Pertanto, il Fondo di garanzia INPS non è tenuto a intervenire. La tutela del lavoratore per i crediti pregressi si basa sulla responsabilità solidale del nuovo datore di lavoro.

Un accordo sindacale che libera il nuovo datore di lavoro dai debiti del precedente può obbligare il Fondo di garanzia INPS a pagare i crediti del lavoratore?
No. Un accordo sindacale è un patto tra le parti private e non è opponibile all’INPS. Non può creare un obbligo di pagamento a carico del Fondo di garanzia, le cui condizioni di intervento sono fissate inderogabilmente dalla legge.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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