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Fideiussione retta RSA: quando è valida? La Cassazione

Una fondazione ha richiesto il pagamento delle spese di una casa di riposo al figlio della residente, che aveva firmato come garante. La Corte d’Appello aveva dichiarato nulla la fideiussione retta RSA, considerandola parte di un servizio pubblico non negoziabile. La Corte di Cassazione ha annullato tale decisione, specificando che la quota alberghiera della retta riguarda una prestazione di natura privata. Di conseguenza, il contratto di garanzia per tale quota è pienamente valido. Il caso è stato rinviato per una nuova valutazione del contratto e del diritto di recesso del garante.

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Pubblicato il 12 settembre 2025 in Diritto Civile, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Fideiussione Retta RSA: La Cassazione Fa Chiarezza sulla Validità

La firma di una fideiussione retta RSA da parte di un familiare è una prassi comune al momento del ricovero di un anziano in una struttura residenziale. Questo impegno, tuttavia, è spesso fonte di contenziosi legali sulla sua validità. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione interviene sul tema, tracciando una linea netta tra le diverse componenti della retta e confermando la piena validità della garanzia per i servizi di natura alberghiera. Analizziamo la vicenda e le importanti conclusioni della Suprema Corte.

I Fatti del Caso

Una fondazione che gestisce una struttura residenziale per anziani otteneva un decreto ingiuntivo nei confronti del figlio di una degente. L’uomo aveva firmato un contratto di fideiussione per garantire il pagamento della retta di ricovero della madre. Egli si opponeva al decreto, e il Tribunale accoglieva la sua opposizione. La fondazione presentava appello, ma la Corte d’Appello confermava la decisione di primo grado, ritenendo nullo il contratto di fideiussione.

La Decisione della Corte d’Appello e la presunta nullità della fideiussione retta RSA

Secondo i giudici d’appello, l’inserimento del degente nella struttura avveniva sulla base di un’impegnativa di residenzialità, configurando un rapporto di natura pubblicistica. La retta giornaliera si componeva di due parti: una quota sanitaria, coperta dal Servizio Sanitario Nazionale, e una quota alberghiera, a carico dell’ospite o del Comune. La Corte d’Appello concludeva che, essendo il rapporto di tipo pubblicistico e la prestazione socio-sanitaria non negoziabile, qualsiasi patto privato aggiunto, come la fideiussione, dovesse considerarsi nullo per contrarietà a norme imperative.

Le Motivazioni della Cassazione: Distinzione tra Quota Sanitaria e Alberghiera

La fondazione ha proposto ricorso in Cassazione, che ha accolto le sue ragioni, cassando la sentenza d’appello. La Suprema Corte ha ritenuto la motivazione dei giudici di merito “apparente” e contraddittoria.

La Natura Privatistica della Quota Alberghiera

Il punto centrale della decisione della Cassazione è la netta distinzione tra le due componenti della retta. Se da un lato la quota sanitaria rientra nell’ambito del diritto pubblico e delle prestazioni garantite dal Servizio Sanitario, la quota alberghiera (vitto, alloggio, servizi generali) attiene a un rapporto di natura prettamente privatistica. È una prestazione che l’ospite acquista dalla struttura, e il relativo corrispettivo può essere liberamente pattuito tra le parti. Di conseguenza, un contratto di garanzia come la fideiussione retta RSA, che ha ad oggetto il pagamento di questa specifica quota, è perfettamente lecito e valido. La Corte d’Appello ha errato nel considerare l’intero rapporto come pubblicistico e nel non specificare quale norma imperativa sarebbe stata violata.

Il Diritto di Recesso e la Clausola di Irrevocabilità

La Cassazione ha anche esaminato un altro motivo di ricorso relativo al recesso esercitato dal garante. La Corte d’Appello aveva implicitamente considerato valido il recesso. Tuttavia, la Suprema Corte ha osservato che il contratto di fideiussione, pur essendo a tempo indeterminato, conteneva una clausola di non revocabilità per dieci anni. Il garante aveva comunicato il recesso dopo soli due anni. Secondo i giudici di legittimità, la Corte d’Appello avrebbe dovuto valutare la validità di tale clausola alla luce dell’articolo 1373 del codice civile, invece di applicare automaticamente il principio generale di recedibilità dai contratti a tempo indeterminato.

Le Conclusioni

L’ordinanza della Cassazione stabilisce un principio di diritto chiaro e di grande importanza pratica: la fideiussione retta RSA firmata per garantire il pagamento della sola quota alberghiera è un contratto privato valido ed efficace. La natura pubblica della prestazione sanitaria non si estende ai servizi alberghieri, che rimangono nell’ambito dell’autonomia contrattuale delle parti. Questa decisione rafforza la posizione delle strutture residenziali, garantendo loro uno strumento per assicurarsi il pagamento dei servizi offerti, e allo stesso tempo chiarisce ai familiari firmatari la natura e la portata degli impegni che assumono.

È valida una fideiussione firmata per garantire il pagamento della retta di una casa di riposo (RSA)?
Sì, secondo la Corte di Cassazione la fideiussione è valida se ha ad oggetto la “quota alberghiera” (vitto, alloggio, ecc.), poiché questa componente della retta deriva da un rapporto di natura privatistica e non pubblica.

La fideiussione per la retta di una RSA copre sia la quota sanitaria che quella alberghiera?
La sentenza chiarisce che il contratto di fideiussione è valido per la quota alberghiera. La quota sanitaria è di competenza del Servizio Sanitario Nazionale, e il relativo rapporto è di natura pubblicistica, quindi un accordo privato di garanzia per essa potrebbe essere nullo.

Il garante può recedere liberamente da una fideiussione a tempo indeterminato per la retta di una RSA?
Non necessariamente. Se il contratto contiene una clausola specifica di non revocabilità per un determinato periodo (nel caso di specie, dieci anni), il giudice deve valutare la validità di tale clausola prima di ammettere il recesso. Non si può applicare in modo automatico il principio generale della recedibilità.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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