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Ferie non godute: onere della prova del datore

Un dipendente pubblico, al momento del pensionamento, ha richiesto il pagamento di una cospicua indennità per ferie non godute. La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso, confermando le sentenze precedenti. È stato stabilito che il datore di lavoro non è tenuto a pagare se dimostra di aver adeguatamente informato il lavoratore, invitandolo a fruire delle ferie e avvisandolo della loro perdita in caso di mancato godimento. In questo caso, l’azienda ha soddisfatto tale onere probatorio.

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Pubblicato il 19 dicembre 2025 in Diritto del Lavoro, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Ferie Non Godute: Quando il Datore di Lavoro Non Deve Pagare?

Il diritto alle ferie è un principio irrinunciabile per ogni lavoratore, ma cosa succede quando, al termine del rapporto di lavoro, rimangono delle ferie non godute? La questione della loro monetizzazione è spesso fonte di contenzioso. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione chiarisce un aspetto fondamentale: le responsabilità del datore di lavoro e il suo onere probatorio per evitare di pagare l’indennità sostitutiva.

Il Caso in Esame

Un dipendente di un’azienda ospedaliera pubblica, giunto al momento della pensione, si è visto accumulare ben 238 giorni di ferie non fruite. Ha quindi agito in giudizio per ottenere la relativa indennità sostitutiva. Sia il Tribunale che la Corte d’Appello hanno respinto la sua richiesta, spingendolo a ricorrere in Cassazione.

La difesa del lavoratore si basava sull’idea che fosse onere dell’azienda dimostrare che le esigenze di servizio non avevano impedito la fruizione delle ferie. Secondo il ricorrente, l’impossibilità di assentarsi era dovuta a ragioni organizzative e non a una sua scelta.

L’Onere della Prova sulle Ferie Non Godute

La Corte di Cassazione, nel dichiarare inammissibile il ricorso, ha ribadito un principio consolidato nella giurisprudenza. La perdita del diritto alle ferie, e alla corrispondente indennità, si verifica solo a una condizione precisa: il datore di lavoro deve aver adempiuto al proprio obbligo di informazione.

Non è sufficiente una generica possibilità di prendere le ferie. L’onere della prova ricade interamente sul datore di lavoro, che deve dimostrare attivamente di aver:
1. Invitato formalmente il lavoratore a godere delle ferie.
2. Avvisato in modo chiaro e tempestivo che, in caso di mancata fruizione, le ferie sarebbero andate perse al termine del periodo di riferimento o di riporto, senza possibilità di essere monetizzate.

Questo obbligo assicura che il lavoratore sia pienamente consapevole delle conseguenze delle sue scelte e che la mancata fruizione non sia causata da una carenza informativa da parte dell’azienda.

La Decisione della Corte: Ricorso Inammissibile

La Suprema Corte ha ritenuto che la Corte d’Appello avesse applicato correttamente questi principi. Dalle prove documentali era emerso che l’azienda ospedaliera aveva effettivamente messo il dipendente nelle condizioni di esercitare il suo diritto, fornendogli un’adeguata informazione e avvisandolo del rischio di perdita. La questione, quindi, non era più se il lavoratore potesse andare in ferie, ma perché non lo avesse fatto nonostante gli inviti e gli avvertimenti ricevuti.

I motivi del ricorso sono stati giudicati inammissibili perché non contestavano efficacemente questa ratio decidendi. In particolare, il ricorso è stato considerato:
Inammissibile sul primo motivo, perché la decisione impugnata era conforme alla giurisprudenza di legittimità sull’onere della prova.
Inammissibile sul secondo e quarto motivo, perché formulati in modo generico, senza specificare le norme violate e senza un reale confronto con le motivazioni della sentenza d’appello.
Inammissibile sul terzo motivo, relativo all’applicazione di una norma del 2012, perché la Corte d’Appello aveva ritenuto la questione assorbita, avendo deciso il caso sulla base della mancata predisposizione di un piano ferie da parte del lavoratore, nonostante le reiterate richieste aziendali.

Le Motivazioni

La motivazione centrale della decisione risiede nel corretto adempimento, da parte del datore di lavoro, del suo onere probatorio. La Corte ha stabilito che, una volta che l’azienda prova di aver invitato il dipendente a prendere le ferie e di averlo avvertito in modo trasparente e formale della possibile perdita di tale diritto, la responsabilità della mancata fruizione si sposta sul lavoratore. La decisione della Corte d’appello è stata considerata ben fondata perché basata sulla prova che l’azienda aveva posto in essere tutte le azioni necessarie per garantire il godimento delle ferie. Il lavoratore, non avendo risposto a tali sollecitazioni, non può pretendere un compenso economico per una propria inerzia, avendo di fatto rinunciato al riposo pur essendo stato messo nelle condizioni di goderne.

Conclusioni

Questa ordinanza offre importanti spunti pratici sia per i datori di lavoro che per i lavoratori. Per le aziende, emerge la necessità cruciale di implementare procedure formali e documentate per la gestione delle ferie. Non basta concederle, bisogna invitare attivamente i dipendenti a fruirne e avvisarli in modo inequivocabile delle conseguenze in caso contrario. Per i lavoratori, la sentenza è un monito: il diritto alle ferie deve essere esercitato. Ignorare gli inviti del datore di lavoro può comportare la perdita definitiva sia del riposo che della relativa indennità, senza possibilità di rivalsa futura.

A chi spetta l’onere di provare che il lavoratore è stato messo in condizione di godere delle ferie?
L’onere della prova spetta interamente al datore di lavoro. Egli deve dimostrare non solo di aver concesso le ferie, ma anche di aver invitato formalmente il lavoratore a goderne e di averlo avvisato in modo chiaro e tempestivo che, in caso contrario, le avrebbe perse.

Il datore di lavoro è sempre obbligato a pagare l’indennità per le ferie non godute?
No. Se il datore di lavoro riesce a provare di aver adempiuto al suo obbligo di informazione e di aver messo il lavoratore nelle effettive condizioni di fruire delle ferie, non è tenuto al pagamento dell’indennità sostitutiva se la mancata fruizione è imputabile a una scelta del lavoratore.

Cosa deve fare in pratica un datore di lavoro per non essere tenuto a pagare le ferie non godute?
Deve invitare il lavoratore a godere delle ferie, se necessario formalmente, e avvisarlo in modo accurato e in tempo utile che, se non le fruisce, le perderà al termine del periodo di riferimento, senza diritto a un compenso economico.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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