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Falsus procurator: chi restituisce il prezzo pagato?

La Corte di Cassazione chiarisce la responsabilità del falsus procurator, ovvero di chi agisce come rappresentante senza averne i poteri. In un caso di vendita di beni non consegnati, la Corte ha stabilito che l’acquirente può chiedere la restituzione del prezzo direttamente al falsus procurator che lo ha materialmente ricevuto. Questa azione di ripetizione dell’indebito è distinta e autonoma da un’eventuale richiesta di risarcimento danni. L’onere di dimostrare l’esistenza della rappresentanza spetta a chi se ne dichiara titolare.

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Pubblicato il 13 novembre 2025 in Diritto Civile, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Falsus procurator: chi restituisce il prezzo se la vendita è senza poteri?

Cosa succede se acquisti un bene da una persona che si dichiara rappresentante di una società, paghi il prezzo, ma poi non ricevi nulla perché quella persona non aveva alcun potere di vendere? A chi devi chiedere la restituzione dei tuoi soldi? La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 9679/2024, offre una risposta chiara, delineando le responsabilità del falsus procurator e le tutele per l’acquirente.

I Fatti di Causa

Un acquirente stipulava un contratto per l’acquisto di 150 piante di ulivo, versando al venditore la somma di 3.200 euro. Il venditore si era presentato come autorizzato alla vendita da parte della società proprietaria del terreno su cui si trovavano le piante. Tuttavia, le piante non venivano mai consegnate, poiché il venditore le aveva già cedute a terzi.

L’acquirente avviava una causa per ottenere la restituzione della somma versata. In primo grado, il venditore non si presentava in giudizio e veniva condannato. In appello, invece, il venditore si difendeva sostenendo di non essere il soggetto tenuto alla restituzione, in quanto aveva agito solo come rappresentante della società proprietaria. A suo dire, l’azione avrebbe dovuto essere intentata contro quest’ultima.

La situazione si complicava quando emergeva una comunicazione della società che negava di aver mai conferito al venditore alcun potere di rappresentanza. Il Tribunale d’Appello confermava la condanna, ritenendo il venditore un falsus procurator e, come tale, personalmente obbligato a restituire la somma indebitamente percepita. Contro questa decisione, il venditore ricorreva in Cassazione.

La responsabilità del falsus procurator e la ripetizione dell’indebito

Il nodo centrale della questione riguarda la natura della responsabilità di chi agisce come rappresentante senza averne i poteri. Il contratto concluso dal falsus procurator è inefficace nei confronti del presunto rappresentato, a meno che quest’ultimo non decida di ratificarlo. Di conseguenza, se il terzo acquirente ha eseguito una prestazione (come il pagamento del prezzo), questa risulta priva di una valida causa giuridica.

In questo scenario, l’acquirente ha a disposizione due rimedi principali, che sono distinti e autonomi:

1. Azione di risarcimento del danno (art. 1398 c.c.): L’acquirente può chiedere al falsus procurator il risarcimento per i danni subiti a causa dell’affidamento senza colpa sull’efficacia del contratto (es. spese sostenute, perdita di altre occasioni).
2. Azione di ripetizione dell’indebito oggettivo (art. 2033 c.c.): L’acquirente può chiedere la restituzione di quanto ha pagato, poiché il pagamento è avvenuto sulla base di un contratto inefficace e quindi non dovuto. Questa azione è diretta contro chi ha materialmente ricevuto la somma.

Nel caso specifico, l’acquirente aveva agito per la restituzione del prezzo, un’azione che, come chiarito dalla Corte, è correttamente rivolta contro il soggetto che ha incassato il denaro, ovvero il falsus procurator stesso.

Le Motivazioni della Cassazione

La Suprema Corte ha rigettato il ricorso del venditore, confermando la decisione d’appello con importanti precisazioni.

In primo luogo, ha stabilito che l’azione intentata dall’acquirente era fin dall’inizio qualificabile come ripetizione di indebito oggettivo. La richiesta era semplice: la restituzione di una somma pagata per una controprestazione mai ricevuta. Il fatto che il venditore si sia poi difeso sostenendo di essere un rappresentante non ha modificato la natura della domanda. Anzi, proprio l’assenza di poteri rappresentativi ha reso il contratto inefficace e il pagamento indebito, rafforzando la posizione dell’acquirente.

In secondo luogo, la Corte ha ribadito un principio fondamentale sull’onere della prova: spetta a chi afferma di essere un rappresentante dimostrare l’esistenza dei relativi poteri. Il venditore, non essendo riuscito a provare di aver ricevuto un mandato dalla società, non poteva scaricare su quest’ultima la responsabilità della restituzione. Di conseguenza, essendo colui che aveva ricevuto il pagamento senza titolo, era lui stesso l’obbligato.

Infine, la Cassazione ha confermato anche la condanna del venditore per responsabilità aggravata (lite temeraria) ai sensi dell’art. 96 c.p.c. I giudici hanno ritenuto che l’appello fosse stato proposto con colpa grave, data la manifesta infondatezza delle argomentazioni e l’atteggiamento processuale poco collaborativo, giustificando così la condanna al pagamento di un’ulteriore somma a titolo risarcitorio.

Le Conclusioni

L’ordinanza in esame offre una lezione pratica di grande importanza per chiunque concluda un contratto tramite un intermediario. La prudenza impone di verificare sempre l’effettiva esistenza dei poteri di rappresentanza, chiedendo di visionare la procura o altri documenti idonei.

Tuttavia, qualora si cadesse vittima di un falsus procurator, questa sentenza conferma una solida tutela: il diritto di agire direttamente contro di lui per ottenere la restituzione di quanto pagato. Questa azione, basata sulla disciplina dell’indebito oggettivo, è più diretta e spesso più semplice da provare rispetto a quella per il risarcimento del danno, in quanto è sufficiente dimostrare di aver pagato una somma a fronte di un contratto inefficace, a prescindere dalla colpa del falso rappresentante.

Chi è tenuto a restituire il prezzo se un contratto è concluso da un falsus procurator?
La restituzione del prezzo spetta al soggetto che ha materialmente ricevuto il pagamento. Se il falsus procurator ha incassato la somma, l’acquirente può agire direttamente contro di lui con un’azione di ripetizione dell’indebito oggettivo, poiché il pagamento risulta privo di una valida causa giuridica a seguito dell’inefficacia del contratto.

Su chi ricade l’onere di provare l’esistenza dei poteri di rappresentanza in una causa?
L’onere di provare l’esistenza dei poteri di rappresentanza ricade sulla parte che afferma di aver agito come rappresentante. Se un venditore sostiene di aver agito in nome e per conto di un terzo, deve essere lui a dimostrare di averne ricevuto il potere; in mancanza di tale prova, viene considerato un falsus procurator.

L’acquirente che agisce per la restituzione del prezzo contro il falsus procurator può anche chiedere il risarcimento dei danni?
Sì, le due azioni sono distinte e possono essere proposte anche separatamente. L’azione di restituzione del prezzo (ripetizione dell’indebito) serve a recuperare la somma versata. L’azione di risarcimento del danno (ex art. 1398 c.c.) serve a ottenere un ristoro per i pregiudizi ulteriori subiti a causa dell’affidamento incolpevole nell’efficacia del contratto (es. spese, perdita di altre opportunità).

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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