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Fallimento e concordato: ricorso improcedibile

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 13503/2024, ha stabilito che il ricorso contro l’annullamento di un concordato preventivo diventa improcedibile se, nelle more del giudizio, interviene la dichiarazione di fallimento della società. Questo principio si basa sulla necessità di coordinamento tra le procedure: la controversia sulla crisi d’impresa viene interamente assorbita dal procedimento di reclamo contro la sentenza di fallimento, sede in cui dovranno essere riproposte le censure relative all’annullamento del concordato. La decisione chiarisce il rapporto di interdipendenza tra fallimento e concordato preventivo.

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Pubblicato il 15 novembre 2025 in Diritto Fallimentare, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Fallimento e Concordato Preventivo: Quando il Ricorso Diventa Improcedibile

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 13503 del 15 maggio 2024, ha affrontato un’importante questione procedurale riguardante il rapporto tra fallimento e concordato preventivo. La pronuncia chiarisce che la sopravvenuta dichiarazione di fallimento di una società determina l’improcedibilità del ricorso pendente contro l’annullamento del precedente concordato. Si tratta di un principio di coordinamento tra procedure che mira a concentrare l’intera gestione della crisi d’impresa in un unico contesto giudiziale.

I Fatti del Caso

Una società a responsabilità limitata aveva ottenuto l’omologazione di un concordato preventivo. Successivamente, su istanza del commissario giudiziale, il Tribunale aveva annullato tale concordato. La società aveva impugnato questa decisione, ma la Corte d’Appello aveva respinto il reclamo.

La società e il suo legale rappresentante hanno quindi proposto ricorso per cassazione avverso la sentenza della Corte d’Appello. Tuttavia, durante la pendenza di questo giudizio di legittimità, è accaduto un fatto decisivo: il Tribunale ha dichiarato il fallimento della stessa società. Anche la sentenza di fallimento è stata oggetto di reclamo, respinto dalla Corte d’Appello, e pende ora un distinto ricorso in Cassazione.

La Questione Giuridica sul Fallimento e Concordato Preventivo

Il quesito giuridico sottoposto alla Suprema Corte era il seguente: quale sorte spetta al giudizio di impugnazione contro l’annullamento di un concordato preventivo quando, nel corso dello stesso, interviene la dichiarazione di fallimento della medesima società? La Corte doveva stabilire se i due procedimenti potessero proseguire autonomamente o se uno dovesse prevalere sull’altro, assorbendolo.

Le Motivazioni della Corte di Cassazione

La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso improcedibile, basando la sua decisione su un consolidato orientamento giurisprudenziale. Il rapporto tra la procedura di concordato preventivo e quella di fallimento non è di pregiudizialità tecnica, ma di mero coordinamento. La dichiarazione di fallimento è uno dei possibili esiti negativi della procedura di concordato e, una volta pronunciata, attrae a sé l’intera gestione della crisi d’impresa.

Secondo gli Ermellini, non è ammissibile che un procedimento per la dichiarazione di fallimento proceda in modo autonomo e si concluda indipendentemente dall’esito della procedura di concordato. Al contrario, la dichiarazione di fallimento, una volta emessa, fa sì che ogni questione relativa alla crisi, inclusa la legittimità dell’annullamento del concordato, debba essere trattata all’interno del giudizio di impugnazione della sentenza di fallimento.

La sentenza di annullamento del concordato, se impugnata, non può più essere oggetto di un giudizio separato. Le censure e i motivi di ricorso devono essere ‘trasferiti’ e riproposti come motivi di impugnazione contro la sentenza di fallimento. Il giudizio di reclamo contro il fallimento, infatti, ‘assorbe l’intera controversia relativa alla crisi di impresa’.

Le Conclusioni: Conseguenze Pratiche della Decisione

In conclusione, la sopravvenuta dichiarazione di fallimento costituisce un fatto che rende il giudizio pendente sull’annullamento del concordato privo di scopo, e quindi improcedibile. Gli interessati non perdono il diritto di far valere le proprie ragioni, ma devono farlo nel contesto appropriato, ovvero impugnando la sentenza di fallimento e riproponendo in quella sede le doglianze già formulate. Questa soluzione garantisce coerenza e concentrazione processuale, evitando il rischio di decisioni contrastanti sulla medesima crisi aziendale. Infine, la Corte ha ritenuto che la sopravvenienza del fallimento costituisse una ‘grave ed eccezionale ragione’ per compensare integralmente le spese di lite tra le parti.

Cosa succede a un ricorso contro l’annullamento del concordato preventivo se la società fallisce nel frattempo?
Il ricorso diventa improcedibile. La Corte di Cassazione ha stabilito che la successiva dichiarazione di fallimento rende il procedimento sull’annullamento privo di ulteriore corso.

Perché la dichiarazione di fallimento rende improcedibile il ricorso precedente?
Perché il rapporto tra le due procedure è di coordinamento. Il giudizio di impugnazione della sentenza di fallimento assorbe l’intera controversia sulla crisi d’impresa, diventando l’unica sede in cui discutere tutte le questioni, comprese quelle relative al precedente concordato.

Dove devono essere presentate le contestazioni contro l’annullamento del concordato dopo la dichiarazione di fallimento?
Le contestazioni e i motivi di impugnazione devono essere riproposti nel giudizio di reclamo contro la sentenza di fallimento. Non possono più essere portate avanti in un giudizio separato e autonomo.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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