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Exequatur obbligazioni alimentari: sì all’atto tedesco

Un ente pubblico tedesco ha richiesto il riconoscimento in Italia di un atto pubblico riguardante le obbligazioni alimentari di un padre verso la figlia minore. La Corte d’Appello di Genova ha concesso l’exequatur, ritenendo applicabile la procedura di delibazione prevista dal Reg. CE 4/2009 per i procedimenti avviati prima del 18 giugno 2011, e verificando il rispetto del contraddittorio e la non contrarietà all’ordine pubblico.

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Pubblicato il 29 novembre 2024 in Diritto di Famiglia, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Exequatur Obbligazioni Alimentari: La Corte d’Appello Riconosce un Atto Pubblico Tedesco

In un mondo sempre più interconnesso, la cooperazione giudiziaria tra Stati membri dell’Unione Europea è fondamentale, specialmente in materie delicate come il diritto di famiglia. Una recente sentenza della Corte d’Appello di Genova offre un chiaro esempio di come funzioni il meccanismo di exequatur per le obbligazioni alimentari derivanti da un atto pubblico straniero, facendo luce sulle norme transitorie del Regolamento CE n. 4/2009. Questo caso sottolinea l’importanza di garantire l’esecuzione dei doveri di mantenimento dei figli oltre i confini nazionali.

I Fatti del Caso: La Richiesta di Esecuzione dall’Estero

La vicenda trae origine dalla richiesta di un ente pubblico tedesco, rappresentante gli interessi di una minore. L’ente ha adito la Corte d’Appello di Genova per ottenere il riconoscimento e l’esecutività in Italia di tre atti pubblici emessi in Germania (rispettivamente nel 2009, 2021 e 2022). Tali atti formalizzavano l’obbligo di un padre, residente in Italia, di versare il mantenimento per la figlia minore.

Il padre, costituitosi in giudizio, si è opposto alla richiesta, eccependo una presunta violazione del proprio diritto di difesa. La Corte è stata quindi chiamata a decidere sulla possibilità di rendere efficaci nel territorio italiano gli atti formati dall’autorità tedesca.

L’Applicazione del Regolamento Europeo sull’Exequatur per le Obbligazioni Alimentari

Il cuore della controversia giuridica risiede nell’interpretazione e applicazione del Regolamento CE n. 4/2009, che disciplina le obbligazioni alimentari in ambito europeo. Sebbene il regolamento miri a semplificare le procedure, abolendo in molti casi la necessità di un exequatur, il caso in esame presentava una particolarità temporale.

Il Regime Transitorio del Regolamento CE n. 4/2009

La Corte ha rilevato un aspetto cruciale: il procedimento originario in Germania era stato avviato prima del 18 giugno 2011, data di piena entrata in vigore del regolamento. Di conseguenza, non poteva trovare applicazione l’articolo 75, paragrafo 1, che prevede l’abolizione del procedimento di exequatur per le decisioni successive a tale data.

Al contrario, la Corte ha correttamente applicato il paragrafo 2 del medesimo articolo. Questa norma transitoria stabilisce che per i procedimenti avviati in precedenza, è ancora necessario richiedere alla Corte d’Appello territorialmente competente una formale dichiarazione di esecutività. La competenza è stata individuata in base alla residenza del debitore, sita nel distretto della Corte di Genova.

La Decisione della Corte d’Appello di Genova

Dopo aver stabilito la corretta procedura da seguire, la Corte ha esaminato nel merito la richiesta. Ha verificato che fossero soddisfatte tutte le condizioni previste dall’articolo 28 del Regolamento, tra cui il deposito delle copie degli atti pubblici, delle traduzioni asseverate e dei moduli di richiesta standard. Inoltre, ha confermato che i documenti rientravano pienamente nella definizione di “atto pubblico” ai sensi dell’articolo 2 del Regolamento.

Le Motivazioni della Sentenza

La Corte d’Appello ha fondato la propria decisione su diverse argomentazioni chiave. In primo luogo, ha ritenuto che il principio del contraddittorio fosse stato pienamente rispettato. Il padre, infatti, aveva sottoscritto personalmente l’atto con cui si riconosceva debitore del mantenimento, con firma autenticata da un pubblico funzionario. Anche le successive richieste di pagamento erano state regolarmente notificate tramite l’autorità centrale, garantendo così il suo diritto di difesa.

In secondo luogo, i giudici hanno escluso che gli atti pubblici tedeschi fossero contrari all’ordine pubblico italiano, uno dei principali motivi che possono ostacolare il riconoscimento di un provvedimento straniero. Infine, la Corte ha rigettato come inconferente l’argomentazione della difesa relativa alla competenza del giudice straniero, chiarendo che l’oggetto del giudizio di exequatur non è riesaminare il merito della decisione originaria, ma verificare la sua compatibilità formale e sostanziale con l’ordinamento italiano ai fini della sua esecuzione.

Conclusioni: Implicazioni Pratiche della Decisione

La sentenza della Corte d’Appello di Genova ribadisce un principio fondamentale nella cooperazione giudiziaria europea: la continuità e l’effettività della tutela dei crediti alimentari, soprattutto a favore dei minori. La decisione chiarisce l’ambito di applicazione delle norme transitorie del Regolamento CE n. 4/2009, confermando che per i procedimenti più datati è ancora indispensabile il filtro del giudizio di exequatur.

Per i creditori di obbligazioni alimentari, questa pronuncia è una garanzia che gli impegni assunti in un altro Stato membro possono essere fatti valere in Italia, purché si segua la procedura corretta. Per i debitori, essa serve da monito: la sottoscrizione di un atto pubblico all’estero ha piene conseguenze giuridiche e può essere posta in esecuzione anche in Italia, a patto che siano rispettati i diritti fondamentali della difesa.

È sempre automatico il riconoscimento in Italia di un atto straniero sulle obbligazioni alimentari?
No. Secondo la sentenza, per i procedimenti avviati prima del 18 giugno 2011, data di piena applicazione del Regolamento CE n. 4/2009, non si applica il regime di abolizione dell’exequatur. È invece necessario un apposito procedimento davanti alla Corte d’Appello per ottenere la dichiarazione di esecutività.

Quali condizioni verifica la Corte per concedere l’exequatur a un atto pubblico straniero?
La Corte verifica che siano state prodotte le copie degli atti, i moduli di richiesta e le traduzioni, come previsto dall’art. 28 del Reg. CE n. 4/2009. Inoltre, accerta che l’atto sia stato emesso nel rispetto del principio del contraddittorio e che non sia contrario ai principi fondamentali dell’ordinamento italiano (ordine pubblico).

Il debitore può opporsi all’exequatur sostenendo che il giudice straniero non era competente?
Nel caso specifico, il richiamo alla norma sulla competenza a decidere nel merito della controversia (art. 3 del Regolamento) è stato ritenuto inconferente. La Corte si è concentrata sulla procedura di riconoscimento e esecuzione, verificando la regolarità formale e sostanziale dell’atto ai fini dell’exequatur, non sulla competenza originaria dell’autorità straniera.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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