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Estratto di ruolo: sufficiente per insinuarsi al passivo

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 32864/2024, ha stabilito che l’estratto di ruolo è un documento sufficiente per l’Agente della Riscossione per chiedere l’ammissione del proprio credito al passivo di un fallimento. La Corte ha chiarito che, in caso di eccezione di prescrizione sollevata dal curatore fallimentare, spetta a quest’ultimo, e non all’ente creditore, l’onere di provare la data di notifica delle cartelle di pagamento per dimostrare l’effettivo decorso del termine prescrizionale.

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Estratto di Ruolo: La Cassazione Conferma la Sua Sufficienza per l’Insinuazione al Passivo

In un’importante ordinanza, la Corte di Cassazione ha affrontato una questione cruciale nelle procedure fallimentari: quale documentazione deve produrre l’Agente della Riscossione per dimostrare il proprio credito? La risposta è netta: l’estratto di ruolo è sufficiente. Questa decisione chiarisce la ripartizione dell’onere della prova quando il curatore fallimentare solleva un’eccezione di prescrizione, semplificando le procedure di ammissione al passivo per i crediti erariali.

I Fatti di Causa

Una società di servizi, dichiarata fallita, si trovava ad avere un debito significativo nei confronti dell’Agente della Riscossione. Quest’ultimo ha quindi presentato istanza di insinuazione al passivo fallimentare per una somma complessiva di oltre 900.000 euro, basando la propria richiesta sulla documentazione in suo possesso, inclusi gli estratti di ruolo.

Il giudice delegato, tuttavia, accoglieva solo parzialmente la richiesta, ritenendo fondata l’eccezione di prescrizione sollevata dalla curatela fallimentare. Secondo il primo giudice, l’Agente della Riscossione non aveva fornito prova della notifica delle cartelle di pagamento, documento ritenuto indispensabile per contrastare l’eccezione di prescrizione e dimostrare l’interruzione dei termini.

Contro questa decisione, l’Agente della Riscossione proponeva opposizione al Tribunale, che però confermava la decisione del giudice delegato. Il caso è quindi approdato dinanzi alla Corte di Cassazione.

La Decisione della Corte di Cassazione

La Suprema Corte ha ribaltato la decisione del Tribunale, accogliendo il motivo di ricorso relativo alla violazione di legge sull’onere della prova. I giudici di legittimità hanno affermato un principio di diritto fondamentale: per l’insinuazione al passivo, la produzione dell’estratto di ruolo è sufficiente a dimostrare l’esistenza del credito.

La Corte ha specificato che l’onere di provare i fatti estintivi del diritto, come la prescrizione, grava su chi li eccepisce. Nel caso di specie, spettava quindi alla curatela fallimentare, e non all’Agente della Riscossione, dimostrare che il credito si era prescritto. Per farlo, il curatore avrebbe dovuto produrre la prova della notifica delle cartelle e dimostrare che da quella data era decorso il termine di prescrizione senza atti interruttivi.

L’onere della Prova e il Valore dell’Estratto di Ruolo

Il cuore della controversia risiede nell’errata interpretazione, da parte dei giudici di merito, delle regole sulla ripartizione dell’onere della prova. Il Tribunale aveva erroneamente posto a carico dell’ente creditore l’onere di dimostrare l’interruzione della prescrizione, chiedendo la produzione delle notifiche delle cartelle.

La Cassazione ha chiarito che il processo logico-giuridico corretto è l’opposto:
1. L’Agente della Riscossione ha l’onere di provare il proprio credito, e a tal fine la produzione dell’estratto di ruolo è considerata prova sufficiente per legittimare la sua partecipazione al concorso fallimentare.
2. Il Curatore Fallimentare, se intende eccepire la prescrizione, ha l’onere di provare il fatto costitutivo della sua eccezione. Deve quindi dimostrare il dies a quo, ovvero il giorno da cui la prescrizione ha iniziato a decorrere, che coincide con la data di notifica della cartella di pagamento.

L’Agente della Riscossione, quindi, non è tenuto a produrre le notifiche delle cartelle per “contro-eccepire” l’interruzione, perché l’onere di dimostrare la prescrizione non è mai passato dalla sua parte.

Le Motivazioni

La Corte ha motivato la sua decisione sottolineando che l’inversione dell’onere della prova operata dal Tribunale costituisce una palese violazione di legge. Affermare che l’opponente (l’Agente della Riscossione) avrebbe dovuto produrre la notifica delle singole cartelle per superare l’eccezione di prescrizione è errato. Per l’insinuazione al passivo, l’estratto di ruolo è documento idoneo a dimostrare l’esistenza, la natura e l’entità del credito. La questione della prescrizione è una difesa successiva, il cui onere probatorio ricade interamente sulla parte che la solleva. Il Tribunale, ritenendo che la mancata produzione delle notifiche da parte dell’ente creditore rendesse fondata l’eccezione del curatore, ha di fatto richiesto al creditore di provare un fatto negativo (la non avvenuta prescrizione), in contrasto con i principi generali del processo civile.

Le Conclusioni

L’ordinanza in commento ha importanti implicazioni pratiche. Innanzitutto, rafforza il valore probatorio dell’estratto di ruolo come documento sufficiente per avviare la procedura di insinuazione al passivo. In secondo luogo, stabilisce con chiarezza che spetta al debitore (o al curatore che lo rappresenta) l’onere di fornire la prova completa a sostegno di un’eccezione di prescrizione. Questa decisione non solo allinea la giurisprudenza a un principio consolidato in materia di onere della prova, ma contribuisce anche a snellire le procedure concorsuali, evitando di gravare gli agenti della riscossione di oneri probatori non previsti dalla legge. La causa è stata quindi rinviata al Tribunale, che dovrà riesaminare la vicenda alla luce dei principi affermati dalla Cassazione.

L’estratto di ruolo è sufficiente per ammettere un credito al passivo di un fallimento?
Sì, secondo la Corte di Cassazione, la produzione dell’estratto di ruolo è sufficiente per l’Agente della Riscossione per dimostrare l’esistenza del proprio credito e chiederne l’ammissione al passivo fallimentare.

In caso di eccezione di prescrizione, chi deve provare la data di notifica della cartella di pagamento?
L’onere di provare la data di notifica della cartella, al fine di dimostrare il decorso del termine di prescrizione, grava su chi solleva l’eccezione, ovvero sul curatore fallimentare, e non sull’Agente della Riscossione.

Cosa deve fare il curatore fallimentare per sostenere con successo un’eccezione di prescrizione?
Il curatore deve dimostrare attivamente il fatto su cui si fonda la sua eccezione. Ciò significa che deve produrre in giudizio la prova della notifica delle cartelle di pagamento per dimostrare il momento esatto (il dies a quo) da cui è iniziato a decorrere il termine di prescrizione.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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