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Estratto di ruolo: quando basta nel fallimento?

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 51/2025, ha stabilito che l’estratto di ruolo è sufficiente per l’ammissione al passivo fallimentare, a meno che il curatore non sollevi contestazioni specifiche e non generiche. In questo caso, una società fallita contestava un debito previdenziale, ma la Corte ha ritenuto le sue obiezioni troppo generiche per imporre all’Agente della Riscossione di fornire prove ulteriori, confermando l’ammissione del credito.

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Pubblicato il 17 settembre 2025 in Diritto Fallimentare, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Estratto di Ruolo nel Fallimento: La Cassazione Chiarisce i Limiti della Contestazione

In una recente ordinanza, la Corte di Cassazione è intervenuta su un tema cruciale nelle procedure fallimentari: il valore probatorio dell’estratto di ruolo per l’ammissione dei crediti dell’Agente della Riscossione. La decisione chiarisce la linea di demarcazione tra una contestazione generica del curatore, ritenuta inefficace, e una contestazione specifica, capace di imporre al creditore un onere probatorio più gravoso. Analizziamo insieme la vicenda e i principi affermati dalla Suprema Corte.

I Fatti di Causa: Un Debito Conteso

La vicenda trae origine dalla procedura di fallimento di una società di capitali. In sede di verifica dei crediti, il giudice delegato aveva ammesso solo parzialmente il credito vantato dall’Agente della Riscossione, escludendo una somma considerevole per mancata prova della notifica delle relative cartelle esattoriali.

L’Agente della Riscossione proponeva opposizione e il Tribunale accoglieva le sue ragioni, ammettendo l’intero credito al passivo fallimentare. Secondo il Tribunale, la domanda di ammissione basata sul solo estratto di ruolo era legittima, e i documenti prodotti contenevano tutti gli elementi necessari a individuare con esattezza il debito (ente creditore, periodo d’imposta, importi e tipo di tributo). Di conseguenza, la contestazione della curatela fallimentare veniva ritenuta infondata.

I Motivi del Ricorso e la questione dell’Estratto di Ruolo

La curatela, non soddisfatta della decisione, ricorreva in Cassazione, lamentando principalmente che il Tribunale avesse errato nel considerare sufficiente l’estratto di ruolo a fronte delle contestazioni sollevate. Secondo la curatela, in presenza di un’opposizione, l’Agente della Riscossione avrebbe dovuto fornire la prova piena e completa dell’esistenza del credito, non limitandosi a depositare gli estratti. Si sosteneva, inoltre, che il Tribunale avesse omesso di esaminare le eccezioni sollevate circa la mancanza di prova e l’inammissibilità di documentazione prodotta tardivamente.

La Distinzione tra Contestazione Generica e Specifica

La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso, fornendo un’importante chiave di lettura. I giudici hanno ribadito un principio consolidato: per l’ammissibilità della domanda di insinuazione al passivo, è sufficiente la produzione dell’estratto di ruolo. Tuttavia, se il curatore contesta l’esistenza stessa del credito, l’Agente della Riscossione è tenuto a fornire la prova completa.

Il punto focale della decisione risiede però in ciò che costituisce una contestazione efficace. La Corte ha chiarito che non basta una contestazione generica, come quella di lamentare la mancata produzione degli atti prodromici (ad esempio, gli avvisi di accertamento o le prove di notifica). Per essere efficace, la contestazione deve essere specifica, ovvero deve essere ‘legata a quanto emergente dalle indicazioni contenute all’interno degli estratti di ruolo prodotti’.

Le Motivazioni della Corte

Nel caso di specie, gli estratti di ruolo depositati contenevano tutti gli elementi per individuare il credito: ente esattore, tipo di contributi, codice tributo, importi e periodo di riferimento. Di fronte a tali dati, la curatela si era limitata a una contestazione generica sulla mancanza di prova, senza entrare nel merito delle singole voci di debito indicate. Questo tipo di obiezione, secondo la Suprema Corte, non è sufficiente a far scattare l’onere per l’Agente della Riscossione di fornire una prova ‘di maggiore consistenza’. La contestazione sollevata, per non essere inficiata da genericità, doveva necessariamente essere legata e dettagliata rispetto alle indicazioni già fornite negli estratti.

La Corte ha quindi ritenuto infondati i motivi di ricorso relativi alla violazione delle norme sull’onere della prova, poiché la genericità delle contestazioni del curatore non imponeva al creditore di produrre ulteriori documenti. Allo stesso modo, sono stati dichiarati inammissibili gli altri motivi, poiché non adeguatamente argomentati o non decisivi ai fini del giudizio.

Le Conclusioni

La decisione della Corte di Cassazione rafforza il valore dell’estratto di ruolo come titolo per l’insinuazione al passivo, ma al contempo traccia una linea guida chiara per i curatori fallimentari. Per contestare efficacemente un credito dell’Agente della Riscossione, non è sufficiente una mera obiezione formale o generica sulla mancanza di documentazione. È necessario, invece, formulare contestazioni specifiche e puntuali, che mettano in discussione gli elementi concreti del credito così come riportati negli estratti. Questa pronuncia ha importanti implicazioni pratiche, orientando le strategie difensive nelle procedure concorsuali e bilanciando l’esigenza di celerità con il diritto alla verifica effettiva dei crediti.

È sufficiente l’estratto di ruolo per chiedere l’ammissione di un credito nel passivo di un fallimento?
Sì, secondo la Corte di Cassazione, la produzione dell’estratto di ruolo è sufficiente ai fini dell’ammissibilità della domanda di insinuazione al passivo da parte dell’agente della riscossione.

Cosa deve fare il curatore fallimentare per contestare efficacemente un credito basato su un estratto di ruolo?
Il curatore deve sollevare una contestazione specifica e non generica. Non basta lamentare la mancanza di documentazione aggiuntiva; è necessario contestare puntualmente gli elementi del credito (come importi, periodi, tipo di tributo) così come indicati nell’estratto di ruolo depositato.

In caso di contestazione del curatore, chi ha l’onere della prova?
L’onere della prova grava sull’Agente della Riscossione, ma solo se la contestazione del curatore è specifica e non generica. Se la contestazione è generica, come nel caso esaminato, non sorge per il creditore l’obbligo di fornire prove ulteriori rispetto all’estratto di ruolo.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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