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Estratto di ruolo: è sufficiente nel fallimento?

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 7518/2025, ha stabilito un principio cruciale per le procedure fallimentari. Contrariamente a quanto deciso dal Tribunale, per la domanda di ammissione al passivo di un credito previdenziale non è necessaria la produzione dell’avviso di addebito notificato. È invece sufficiente depositare il solo estratto di ruolo. La Corte ha cassato la decisione precedente, che aveva erroneamente ritenuto insufficiente tale documento, e ha rinviato il caso al Tribunale per una nuova valutazione basata su questo importante principio.

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Pubblicato il 20 settembre 2025 in Diritto Fallimentare, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Estratto di ruolo: è sufficiente per l’ammissione al passivo fallimentare?

Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ha riaffermato un principio fondamentale per gli agenti della riscossione e per le procedure fallimentari. La questione centrale riguarda la documentazione necessaria per provare un credito contributivo e chiederne l’ammissione al passivo: è indispensabile produrre l’avviso di addebito originale o è sufficiente il solo estratto di ruolo? La risposta della Suprema Corte chiarisce definitivamente questo aspetto, semplificando l’onere probatorio per l’ente creditore.

I fatti di causa

Il caso nasce dall’opposizione presentata da una società di riscossione contro la decisione di un curatore fallimentare, confermata dal giudice delegato, di escludere un credito di oltre 55.000 euro dal passivo di una società fallita. Il credito si basava su due avvisi di addebito emessi dall’ente previdenziale per contributi non versati.

La richiesta di ammissione era stata respinta perché, secondo il curatore, l’agente della riscossione aveva prodotto solo un estratto e non gli avvisi di addebito integrali. Questa documentazione parziale non permetteva di verificare il periodo di riferimento dei mancati versamenti e di effettuare i dovuti controlli con i registri contabili della società fallita.

Anche il Tribunale, in sede di opposizione, aveva confermato il rigetto, sostenendo che l’agente della riscossione avrebbe dovuto depositare non solo gli avvisi di addebito ma anche le relative prove di notifica, documenti ritenuti essenziali per dimostrare la fondatezza della pretesa creditoria.

La decisione della Cassazione e il valore dell’estratto di ruolo

La Corte di Cassazione ha ribaltato la decisione del Tribunale, accogliendo i motivi di ricorso della società di riscossione. Il punto focale della decisione risiede nel richiamo a un consolidato orientamento delle Sezioni Unite (sentenza n. 33408/2021). Secondo tale principio, ai fini dell’ammissibilità della domanda di insinuazione al passivo per crediti tributari o previdenziali, la produzione dell’estratto di ruolo è documento sufficiente.

Non è quindi necessario che l’avviso di accertamento o l’avviso di addebito siano stati preventivamente notificati al debitore poi fallito. L’estratto di ruolo, di per sé, costituisce prova del credito, in quanto certifica l’iscrizione a ruolo del debito da parte dell’ente impositore.

Le motivazioni

La Corte ha ritenuto la decisione del Tribunale intrinsecamente errata. Il giudice di merito aveva fondato il rigetto sull’assunto che gli avvisi di addebito fossero il titolo necessario per l’ammissione, ignorando che gli estratti di ruolo erano già stati depositati sin dalla fase di verifica del passivo. L’errore del Tribunale è stato quello di non riconoscere il valore probatorio dell’estratto di ruolo, che, secondo la giurisprudenza di legittimità, è l’atto idoneo e sufficiente a supportare la domanda di ammissione al passivo. La mancata produzione degli avvisi di addebito non poteva quindi costituire un motivo di rigetto della domanda. Di conseguenza, la Cassazione ha annullato il decreto e ha rinviato la causa al Tribunale, che dovrà riesaminare la vicenda alla luce di questo principio.

Conclusioni

Questa ordinanza consolida un principio di notevole importanza pratica. Per gli agenti della riscossione, viene semplificato l’onere della prova nelle procedure di insinuazione al passivo fallimentare: la produzione dell’estratto di ruolo è sufficiente per attestare il credito. Per le curatele fallimentari, ciò significa che l’opposizione alla domanda non può più basarsi sulla mera assenza della notifica dell’atto presupposto (avviso di accertamento o di addebito), ma deve contestare nel merito la fondatezza della pretesa contributiva o fiscale.

Per ammettere un credito previdenziale al passivo di un fallimento, è necessario produrre l’avviso di addebito notificato?
No, secondo la Corte di Cassazione, che richiama un principio delle Sezioni Unite, è sufficiente la produzione dell’estratto di ruolo per supportare la domanda di ammissione al passivo.

Perché il Tribunale aveva inizialmente respinto la domanda dell’agente della riscossione?
Il Tribunale aveva respinto la domanda perché riteneva che la pretesa creditoria fosse infondata a causa della mancata produzione degli avvisi di addebito e delle relative prove di notifica, considerati documenti indispensabili.

Qual è stato l’esito finale della decisione della Cassazione?
La Corte di Cassazione ha cassato il decreto del Tribunale e ha rinviato la causa allo stesso giudice, in diversa composizione, affinché riesamini la questione applicando il principio secondo cui l’estratto di ruolo è documento sufficiente per la domanda di ammissione al passivo.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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