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Estinzione sanzione amministrativa: morte del reo

La Corte di Cassazione ha dichiarato l’estinzione di una sanzione amministrativa a seguito del decesso del soggetto sanzionato. Il caso riguardava un ex amministratore di un istituto di credito, multato dall’Autorità di Vigilanza, che è deceduto durante il ricorso. La Corte ha stabilito che, data la natura personale della responsabilità amministrativa, l’obbligazione pecuniaria non si trasmette agli eredi. Di conseguenza, è stata dichiarata la cessazione della materia del contendere, con compensazione delle spese legali tra le parti.

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Pubblicato il 25 ottobre 2025 in Diritto Bancario, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Estinzione Sanzione Amministrativa: Cosa Succede se il Sanzionato Muore?

Una recente ordinanza della Corte di Cassazione affronta un tema cruciale: il destino di una sanzione pecuniaria quando il soggetto responsabile decede nel corso del giudizio. La decisione chiarisce il principio della personalità della responsabilità amministrativa e le sue conseguenze procedurali, portando all’ estinzione sanzione amministrativa e alla cessazione della disputa legale. Analizziamo insieme questa importante pronuncia.

I Fatti di Causa

La vicenda ha origine da un provvedimento sanzionatorio emesso dall’Autorità di Vigilanza bancaria nei confronti di un ex componente del consiglio di amministrazione di una banca di credito cooperativo. All’amministratore era stata inflitta una sanzione di 24.500 euro per presunte carenze nei sistemi di organizzazione e controllo sui rischi di credito.

L’interessato aveva impugnato la sanzione, ma il suo ricorso era stato respinto dalla Corte d’Appello. Non dandosi per vinto, aveva proposto ricorso per cassazione. Tuttavia, durante lo svolgimento del giudizio di legittimità, il ricorrente è venuto a mancare.

La Decisione della Corte di Cassazione e l’estinzione sanzione amministrativa

Di fronte al decesso del ricorrente, attestato dal suo difensore, la Suprema Corte ha dichiarato la “cessazione della materia del contendere”. Questa pronuncia significa che non vi è più una controversia su cui decidere, poiché l’oggetto stesso del giudizio – l’obbligo di pagare la sanzione – si è estinto.

La Corte ha basato la sua decisione su principi consolidati del nostro ordinamento, ribadendo la natura strettamente personale delle sanzioni amministrative pecuniarie.

Le Motivazioni della Sentenza

Il ragionamento della Corte si articola su tre punti fondamentali:

1. Personalità della Responsabilità: Il pilastro della decisione è l’art. 7 della Legge n. 689/1981. Questa norma stabilisce che l’obbligazione di pagare una somma a titolo di sanzione amministrativa non si trasmette agli eredi. La responsabilità è personale e, pertanto, si estingue con la morte del soggetto che ha commesso la violazione. L’ estinzione sanzione amministrativa è quindi una conseguenza diretta di questo principio.

2. Regolamentazione delle Spese Legali: Poiché l’obbligo non passa agli eredi, questi non subentrano nel lato passivo del rapporto giuridico. Di conseguenza, non possono trovare applicazione i normali criteri di ripartizione delle spese basati sulla soccombenza (il principio per cui “chi perde paga”), nemmeno nella forma della “soccombenza virtuale”. La Corte ha quindi stabilito che le spese restano regolate dall’art. 8 del d.P.R. 115/2002, secondo cui ciascuna parte deve sostenere le proprie.

3. Inapplicabilità del Raddoppio del Contributo Unificato: La Cassazione ha inoltre chiarito che non si applica il meccanismo sanzionatorio del raddoppio del contributo unificato. Tale meccanismo scatta solo in caso di rigetto totale, inammissibilità o improcedibilità del ricorso. Poiché il processo si è concluso con una declaratoria di cessazione della materia del contendere, che travolge tutte le precedenti pronunce, tale presupposto non si è verificato.

Conclusioni e Implicazioni Pratiche

Questa ordinanza riafferma un principio fondamentale di civiltà giuridica: la responsabilità per una sanzione amministrativa è personale e non può sopravvivere alla persona che l’ha generata. Per gli eredi, ciò significa non dover temere di essere chiamati a rispondere di sanzioni pecuniarie irrogate a un loro familiare defunto. Dal punto di vista processuale, il decesso dell’autore della violazione determina la fine del contenzioso, con la conseguenza che ogni parte dovrà farsi carico delle proprie spese legali, indipendentemente dall’esito che il giudizio avrebbe potuto avere.

Cosa succede a una sanzione amministrativa se la persona multata muore durante il processo?
L’obbligo di pagare la sanzione si estingue. La Corte di Cassazione dichiara la “cessazione della materia del contendere”, chiudendo di fatto il procedimento giudiziario perché non c’è più nulla su cui decidere.

Gli eredi sono tenuti a pagare le sanzioni amministrative del defunto?
No. In base all’art. 7 della Legge n. 689/1981, la responsabilità amministrativa è personale. Pertanto, l’obbligazione di pagamento non si trasmette agli eredi e si estingue con la morte della persona sanzionata.

Chi paga le spese legali se il processo si chiude per decesso del sanzionato?
In questo caso non si applica il principio per cui “chi perde paga”. Ciascuna parte coinvolta nel processo deve sostenere le proprie spese legali. Gli eredi non sono tenuti a pagare né la sanzione né le spese legali della controparte.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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