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Estinzione processo: rinuncia e accettazione in appello

Una società sanitaria aveva presentato un ricorso per revocazione contro una precedente ordinanza della Corte di Cassazione. Nelle more del giudizio, le parti hanno raggiunto un accordo. La società ha depositato un atto di rinuncia al ricorso, che è stato accettato dai lavoratori. Di conseguenza, la Corte Suprema ha dichiarato l’estinzione del processo, ponendo fine alla controversia senza una decisione nel merito e confermando l’accordo tra le parti sulla compensazione delle spese legali.

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Pubblicato il 10 novembre 2025 in Diritto del Lavoro, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Estinzione del Processo in Cassazione: Il Caso della Rinuncia Accettata

L’estinzione del processo rappresenta una delle modalità con cui una controversia legale può concludersi senza una decisione nel merito. Una recente sentenza della Corte di Cassazione, la n. 8721/2024, offre un chiaro esempio di come questo istituto processuale funzioni nella pratica, in particolare quando le parti raggiungono un accordo dopo anni di contenzioso. L’analisi di questo caso permette di comprendere il valore della rinuncia al ricorso e della sua accettazione come strumento per porre fine a una lite in modo definitivo.

I Fatti del Caso: Dalla Mensa Aziendale alla Cassazione

La vicenda trae origine da una controversia di diritto del lavoro. Un gruppo di dipendenti di una struttura sanitaria aveva citato in giudizio il proprio datore di lavoro per non aver istituito un servizio mensa o una modalità sostitutiva (come i buoni pasto), nonostante fosse previsto dal contratto collettivo nazionale per le aziende con un certo numero di dipendenti. I tribunali di primo e secondo grado avevano dato ragione ai lavoratori, condannando l’azienda a un risarcimento.

L’azienda aveva impugnato la decisione davanti alla Corte di Cassazione, che con una prima ordinanza aveva rigettato il ricorso. Non dandosi per vinta, la società aveva proposto un ulteriore ricorso, questa volta per “revocazione” contro la decisione della stessa Corte Suprema, uno strumento legale eccezionale.

La Svolta Processuale e l’Estinzione del Processo

È a questo punto che si verifica la svolta decisiva. Prima dell’udienza fissata per la discussione del ricorso per revocazione, le parti trovano un accordo. I lavoratori, tramite i loro legali, depositano in cancelleria un atto formale con cui la società ricorrente rinuncia al proprio ricorso e, contestualmente, i lavoratori stessi accettano tale rinuncia. L’accordo prevedeva anche la “compensazione delle spese di giudizio”, ovvero che ciascuna parte si facesse carico dei propri costi legali.

La Decisione della Corte: Applicazione degli Artt. 390 e 391 c.p.c.

Di fronte a questa documentazione, la Corte di Cassazione non è entrata nel merito del ricorso per revocazione. Ha invece preso atto della volontà congiunta delle parti di porre fine al contenzioso. Applicando gli articoli 390 e 391 del Codice di procedura civile, che disciplinano appunto la rinuncia al ricorso e i suoi effetti, la Corte ha semplicemente dichiarato l’estinzione del processo. Ha inoltre specificato che, data la natura della decisione, non sussistevano i presupposti per il raddoppio del contributo unificato, una sanzione solitamente applicata in caso di rigetto dell’impugnazione.

Le Motivazioni della Decisione

Le motivazioni della Corte sono di natura prettamente procedurale. Il collegio ha verificato la sussistenza dei requisiti formali richiesti dalla legge per l’estinzione del processo. In primo luogo, l’esistenza di un atto di rinuncia e di un atto di accettazione. In secondo luogo, che tali atti fossero stati sottoscritti non solo dai difensori, ma anche dalle parti personalmente, come richiesto per garantire la piena consapevolezza e volontà di concludere la lite. L’accordo sulla compensazione delle spese ha inoltre sollevato la Corte dall’onere di decidere su questo punto, come previsto dall’articolo 391, ultimo comma, del c.p.c. La pronuncia, quindi, si limita a ratificare l’accordo raggiunto, chiudendo formalmente un percorso giudiziario durato anni.

Conclusioni: L’Importanza degli Accordi Transattivi

Questa sentenza evidenzia l’importanza e l’efficacia degli accordi transattivi tra le parti, anche quando il contenzioso ha raggiunto il più alto grado di giudizio. La procedura di rinuncia e accettazione si rivela uno strumento agile che permette di definire una lite in modo rapido e certo, evitando i tempi e le incertezze di un’ulteriore decisione giurisdizionale. Per le parti, significa poter chiudere un capitolo oneroso in termini economici e di tempo; per il sistema giudiziario, rappresenta un alleggerimento del carico di lavoro, in linea con i principi di economia processuale.

Cosa significa ‘estinzione del processo’ nel caso specifico?
Significa che il procedimento giudiziario si è concluso definitivamente prima di una sentenza sul merito dell’ultimo ricorso, perché la parte che lo aveva presentato (la società) vi ha formalmente rinunciato e le controparti (i lavoratori) hanno accettato questa rinuncia.

Perché la Corte di Cassazione non ha deciso sulle spese legali?
La Corte non si è pronunciata sulle spese legali perché le parti avevano già raggiunto un accordo autonomo per la ‘compensazione’, stabilendo che ciascuna avrebbe sostenuto i propri costi. La Corte ha semplicemente preso atto di tale accordo.

Quali sono i requisiti formali per dichiarare l’estinzione del processo per rinuncia?
I requisiti essenziali, come verificato dalla Corte, sono la presentazione di un atto di rinuncia al ricorso e di un corrispondente atto di accettazione. È fondamentale che tali documenti siano sottoscritti sia dai difensori che dalle parti personalmente, a garanzia della loro effettiva volontà di porre fine alla controversia.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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