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Estinzione processo Cassazione: no doppio contributo

Una professionista legale aveva impugnato in Cassazione il rigetto della sua richiesta di ammissione di un credito professionale al passivo di un fallimento. Prima della decisione, la ricorrente ha rinunciato al ricorso. La Suprema Corte ha dichiarato l’estinzione del processo Cassazione, chiarendo che in questo caso non si applica l’obbligo di versamento del cosiddetto ‘doppio contributo unificato’, previsto per le impugnazioni respinte o dichiarate inammissibili.

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Estinzione Processo Cassazione: La Rinuncia al Ricorso Evita il Doppio Contributo Unificato

L’ordinanza n. 18673 del 2024 della Corte di Cassazione offre un importante chiarimento su un aspetto procedurale di grande rilevanza: l’estinzione processo cassazione a seguito di rinuncia al ricorso e le sue conseguenze sul versamento del cosiddetto ‘doppio contributo unificato’. Questa decisione sottolinea come la chiusura del giudizio per volontà della parte ricorrente non comporti l’applicazione della sanzione pecuniaria prevista per i casi di soccombenza nel merito.

I Fatti del Caso

La vicenda trae origine dalla richiesta di una professionista legale di veder ammesso il proprio credito, per un importo di 65.000 euro, al passivo del fallimento di una società. Il credito derivava da attività di assistenza professionale finalizzata alla presentazione di una domanda di concordato preventivo e alla predisposizione di una proposta di affitto e acquisto di un ramo d’azienda. Il Tribunale competente aveva rigettato l’opposizione della professionista contro il provvedimento del giudice delegato che aveva escluso il suo credito dallo stato passivo. Di conseguenza, la legale proponeva ricorso per Cassazione, lamentando la violazione di diverse norme di diritto sostanziale e processuale.

La Rinuncia e la Conseguente Estinzione Processo Cassazione

Il colpo di scena si verifica in prossimità della camera di consiglio fissata per la discussione del ricorso. La ricorrente, infatti, depositava un atto formale di rinuncia, dichiarando che le spese legali tra le parti erano state integralmente compensate. A fronte di tale atto, e considerato che le controparti (la società e il fallimento) non avevano svolto alcuna attività difensiva nel giudizio di legittimità, la Corte di Cassazione non ha potuto fare altro che prendere atto della volontà della ricorrente e dichiarare l’estinzione del processo.

Le Motivazioni: Perché la Rinuncia Esclude il Doppio Contributo

Il punto cruciale dell’ordinanza risiede nella motivazione con cui la Corte esclude l’applicabilità dell’art. 13, comma 1 quater, del d.P.R. n. 115 del 2002. Questa norma prevede che la parte che ha proposto un’impugnazione, poi respinta, dichiarata inammissibile o improcedibile, è tenuta a versare un ulteriore importo a titolo di contributo unificato, pari a quello già versato all’inizio del giudizio. La ratio di questa disposizione è sanzionare l’abuso del processo e l’utilizzo strumentale dei mezzi di impugnazione.
La Corte, richiamando un suo precedente consolidato (Cass. n. 25485/2018), chiarisce che il presupposto per l’applicazione del ‘raddoppio’ del contributo è una valutazione negativa sull’esito dell’impugnazione. La declaratoria di estinzione processo cassazione per rinuncia, invece, è una pronuncia di carattere puramente processuale che non implica alcun giudizio sul merito del ricorso. Poiché il processo si conclude senza una valutazione di infondatezza o inammissibilità, viene a mancare il presupposto stesso per l’applicazione della sanzione.

Le Conclusioni: Implicazioni Pratiche della Decisione

Questa ordinanza conferma un principio di notevole importanza pratica per avvocati e parti processuali. La possibilità di rinunciare al ricorso per Cassazione, magari a seguito di un accordo transattivo o di una riconsiderazione delle possibilità di successo, rappresenta uno strumento strategico che permette di evitare non solo una probabile condanna alle spese, ma anche la sanzione aggiuntiva del doppio contributo unificato. La decisione ribadisce che l’estinzione per rinuncia è una via d’uscita ‘neutra’ dal processo di legittimità, che non comporta le conseguenze negative tipiche della soccombenza nel merito.

Cosa accade a un ricorso in Cassazione se la parte ricorrente presenta un atto di rinuncia?
Il procedimento si estingue. La Corte di Cassazione prende atto della rinuncia e dichiara l’estinzione del processo, senza decidere nel merito della questione.

In caso di estinzione del processo per rinuncia, il ricorrente deve pagare il ‘doppio contributo unificato’?
No. Secondo la Corte di Cassazione, la declaratoria di estinzione del giudizio esclude l’applicabilità della norma che impone il versamento di un’ulteriore somma pari al contributo unificato già pagato.

Perché la rinuncia al ricorso evita il pagamento del doppio contributo unificato?
Perché il presupposto per l’applicazione di tale sanzione è un esito negativo dell’impugnazione nel merito (rigetto, inammissibilità, improcedibilità). L’estinzione è una pronuncia puramente processuale che non contiene alcuna valutazione sulla fondatezza o meno del ricorso.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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