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Estinzione processo cassazione: guida alla rinuncia

Una società di servizi aveva impugnato in Cassazione una sentenza d’appello che la condannava a pagare un elemento retributivo a un gruppo di lavoratori. Durante il giudizio, le parti hanno raggiunto un accordo sindacale e la società ha rinunciato al ricorso. La Suprema Corte ha quindi dichiarato l’estinzione processo cassazione. La decisione chiarisce che, in caso di estinzione per rinuncia, non si applica il raddoppio del contributo unificato e non vi è condanna alle spese se la controparte non si è costituita.

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Estinzione processo cassazione: cosa succede dopo la rinuncia al ricorso?

L’ordinanza in esame offre importanti chiarimenti sulla procedura di estinzione processo cassazione a seguito di una rinuncia al ricorso. Spesso le controversie legali, anche quelle arrivate all’ultimo grado di giudizio, possono risolversi tramite un accordo. Ma quali sono le conseguenze procedurali di tale scelta? Analizziamo la decisione della Suprema Corte per comprendere le implicazioni in materia di spese legali e contributo unificato.

Il Contesto della Controversia: Dalla Condanna in Appello al Ricorso

Una società di multiservizi era stata condannata dalla Corte d’Appello al pagamento di una somma a titolo di “elemento perequativo”, un particolare emolumento previsto dal contratto collettivo nazionale, in favore di un gruppo di suoi dipendenti. La società, ritenendo ingiusta la sentenza, aveva deciso di presentare ricorso alla Corte di Cassazione, affidandolo a due specifici motivi di contestazione.

La Svolta: l’Accordo Sindacale e la Rinuncia

Durante lo svolgimento del giudizio di legittimità, è intervenuto un fatto nuovo e decisivo: le parti hanno conciliato la controversia attraverso la stipula di un accordo sindacale. A seguito di questo accordo, la società ricorrente ha depositato una formale dichiarazione di rinuncia al ricorso, chiedendo di fatto alla Corte di porre fine al processo.

Le Motivazioni della Corte sulla Rinuncia e l’Estinzione del Processo

La Corte di Cassazione, preso atto della rinuncia, ha applicato l’articolo 390 del codice di procedura civile, che disciplina proprio questa eventualità. La norma prevede che la parte possa rinunciare al ricorso finché non sia cominciata la relazione all’udienza, o la discussione davanti al collegio. In questo caso, essendo stata depositata la rinuncia prima della camera di consiglio, sussistevano tutte le condizioni per dichiarare l’estinzione del processo.

Spese Processuali e la Mancata Difesa degli Intimati

Un aspetto rilevante riguarda le spese processuali. La Corte ha stabilito di non disporre nulla in merito alle spese. La ragione è semplice: i lavoratori (definiti “intimati” in questa fase) non avevano svolto alcuna attività difensiva nel giudizio di cassazione. In assenza di una controparte costituita che ha sostenuto costi per difendersi, non vi è luogo a una condanna per il rimborso delle spese legali.

Nessun Obbligo di Doppio Contributo Unificato

Il punto più significativo della decisione riguarda il contributo unificato. La legge (DPR n. 115/2002) prevede che, in caso di rigetto, inammissibilità o improcedibilità del ricorso, la parte ricorrente sia condannata a versare un ulteriore importo pari a quello già pagato per l’iscrizione a ruolo della causa. La Corte ha chiarito, citando precedenti specifici, che questa sanzione non si applica ai casi di estinzione del processo. L’obbligo del versamento aggiuntivo è legato a un esito negativo del giudizio nel merito o per motivi procedurali che evidenziano un’impugnazione infondata, non alla semplice chiusura del contenzioso per volontà delle parti.

Conclusioni: Implicazioni Pratiche dell’Estinzione Processo Cassazione

Questa ordinanza conferma un principio fondamentale per chi affronta un giudizio in Cassazione: la possibilità di raggiungere un accordo e rinunciare al ricorso è una via percorribile che presenta vantaggi procedurali ed economici. L’estinzione processo cassazione a seguito di rinuncia non solo pone fine alla lite, ma evita anche il rischio di sanzioni come il raddoppio del contributo unificato. Inoltre, se la controparte non si è difesa nel giudizio di legittimità, la rinuncia non comporta nemmeno la condanna al pagamento delle spese legali, rendendo la soluzione transattiva ancora più conveniente.

Cosa succede se una parte rinuncia al ricorso in Cassazione dopo aver raggiunto un accordo?
Il processo viene dichiarato estinto, ponendo fine in modo definitivo alla controversia giudiziaria, come previsto dall’art. 390 del codice di procedura civile.

In caso di estinzione del processo per rinuncia, la parte ricorrente deve pagare le spese legali?
No, se le controparti (intimàti) non hanno svolto attività difensiva nel giudizio di Cassazione. In assenza di una difesa attiva, non vi è alcuna statuizione sulle spese.

La rinuncia al ricorso in Cassazione comporta il pagamento del doppio del contributo unificato?
No. La Corte ha chiarito che l’obbligo di versare un ulteriore importo a titolo di contributo unificato si applica solo nei casi di rigetto, inammissibilità o improcedibilità dell’impugnazione, ma non nel caso di estinzione del processo.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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