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Estinzione giudizio: lite su canoni demaniali

Una società concessionaria di aree demaniali marittime ha impugnato la sentenza di secondo grado che la vedeva soccombente in una lite sul calcolo dei canoni. Durante il giudizio in Cassazione, la società ha aderito a una definizione agevolata prevista da una nuova legge, pagando una somma ridotta. La Corte Suprema, preso atto dell’avvenuto accordo, ha dichiarato l’estinzione del giudizio, compensando le spese processuali.

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Pubblicato il 4 settembre 2025 in Diritto Immobiliare, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Estinzione del Giudizio: Quando una Legge Semplifica le Controversie sui Canoni Demaniali

Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ha messo fine a una complessa disputa sui canoni demaniali, non attraverso una decisione nel merito, ma tramite la dichiarazione di estinzione del giudizio. Questo esito, reso possibile dall’intervento di una normativa speciale, dimostra come il legislatore possa offrire strumenti efficaci per ridurre il contenzioso e fornire soluzioni vantaggiose sia per lo Stato che per gli operatori privati.

I Fatti di Causa: La Controversia sul Calcolo dei Canoni

Una società di sviluppo, titolare di due concessioni demaniali marittime per uso turistico-ricreativo, si era opposta al calcolo del canone annuo effettuato dal Comune competente. Il punto del contendere era la natura giuridica di alcuni fabbricati presenti sulle aree in concessione: secondo l’ente locale, si trattava di pertinenze demaniali, e come tali dovevano essere incluse nel calcolo del canone; secondo la società, invece, erano di sua proprietà.

Inizialmente, il Tribunale aveva dato ragione alla società. Tuttavia, la Corte d’Appello aveva ribaltato la decisione, accogliendo il ricorso dell’Amministrazione statale e qualificando i fabbricati come pertinenze demaniali. Di fronte a questa sentenza sfavorevole, la società aveva deciso di presentare ricorso per Cassazione.

La Risoluzione della Lite e l’Estinzione del Giudizio

Mentre la causa era pendente davanti alla Suprema Corte, è intervenuto il D.L. n. 104 del 2020 (noto come “Decreto Agosto”), che ha introdotto una specifica procedura di “definizione agevolata” per le liti relative ai canoni demaniali marittimi. Questa norma offriva ai concessionari la possibilità di chiudere i procedimenti giudiziari e amministrativi in corso pagando una somma forfettaria, pari al 30% del dovuto in un’unica soluzione o al 60% in forma rateizzata.

La società ricorrente ha colto questa opportunità, presentando domanda di adesione e definendo la propria posizione con l’Agenzia del Demanio. Quest’ultima ha formalmente comunicato alla Corte di Cassazione l’avvenuta definizione della lite, chiedendo che venisse dichiarata cessata la materia del contendere.

Le Motivazioni della Corte di Cassazione

La Corte di Cassazione ha preso atto della definizione agevolata avvenuta ai sensi della normativa speciale. La legge stessa (art. 100, comma 7, del D.L. n. 104/2020) prevede che l’adesione a questa procedura definisca i procedimenti giudiziari pendenti. Di conseguenza, non essendoci più una controversia da decidere nel merito, i giudici hanno dichiarato l’estinzione del giudizio.

Un aspetto interessante riguarda le spese processuali, che sono state interamente compensate tra le parti. La Corte ha inoltre stabilito che la società non fosse tenuta al versamento del cosiddetto “doppio contributo unificato”, una sanzione normalmente prevista in caso di ricorso inammissibile o respinto. Citando un proprio precedente (Cass. n. 14782/2018), la Corte ha chiarito che tale sanzione non si applica quando la causa di inammissibilità (in questo caso, l’estinzione per accordo) sopravviene dopo la proposizione del ricorso.

Le Conclusioni: Vantaggi e Implicazioni della Definizione Agevolata

Questa ordinanza evidenzia l’importanza degli strumenti di definizione agevolata come meccanismo per alleggerire il carico dei tribunali e risolvere in modo efficiente le controversie tra cittadini/imprese e la pubblica amministrazione. Per la società, il vantaggio è stato quello di chiudere una lite lunga e costosa pagando una frazione del debito originario, ottenendo certezza giuridica. Per lo Stato, il beneficio consiste nell’incassare somme in tempi rapidi e nel ridurre il numero di cause pendenti.

La decisione sull’inapplicabilità del doppio contributo unificato in caso di estinzione per adesione a sanatorie rappresenta un ulteriore incentivo per i contribuenti a utilizzare questi strumenti, senza temere oneri aggiuntivi. In definitiva, la vicenda mostra un esempio virtuoso di come la legislazione possa favorire la composizione dei conflitti, a beneficio di tutte le parti coinvolte.

Perché il procedimento giudiziario è stato dichiarato estinto?
Il giudizio è stato dichiarato estinto perché la società ricorrente ha aderito a una procedura di “definizione agevolata” prevista da una nuova legge (D.L. n. 104 del 2020), che le ha permesso di risolvere la controversia pagando una somma ridotta. Una volta perfezionato l’accordo, è venuta meno la materia del contendere, portando alla chiusura del processo.

Cos’è la “definizione agevolata” che ha risolto il caso?
È una procedura speciale, introdotta dal D.L. n. 104 del 2020, finalizzata a ridurre il contenzioso sui canoni demaniali marittimi. Consente ai concessionari di chiudere le liti pendenti versando all’Agenzia del Demanio un importo forfettario, pari al 30% o al 60% delle somme richieste, a seconda che il pagamento avvenga in un’unica soluzione o a rate.

La società ricorrente ha dovuto pagare il “doppio contributo unificato”?
No. La Corte di Cassazione ha stabilito che il doppio contributo unificato non è dovuto, perché la causa di chiusura del processo (l’adesione alla definizione agevolata) è sopravvenuta dopo la proposizione del ricorso. Questa sanzione si applica solo quando il ricorso è infondato o inammissibile sin dall’origine, non quando la lite si estingue per un fatto successivo.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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