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Estinzione giudizio: il caso della rinuncia in Cassazione

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza in esame, ha dichiarato l’estinzione del giudizio a seguito della rinuncia agli atti da parte dei ricorrenti e della conseguente accettazione delle controparti. La decisione si fonda sugli articoli 390 e 391 del Codice di procedura civile. Essendoci stato un accordo tra le parti anche sulle spese legali, la Corte non ha dovuto pronunciarsi in merito, chiudendo definitivamente la controversia.

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Pubblicato il 8 settembre 2025 in Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Estinzione del Giudizio: Quando la Rinuncia Pone Fine alla Causa

L’estinzione del giudizio è un meccanismo processuale che determina la chiusura anticipata di una controversia legale senza una decisione sul merito. Un’ordinanza recente della Corte di Cassazione, Sezioni Unite, illumina i presupposti e le conseguenze di tale istituto, in particolare quando deriva dalla rinuncia agli atti del processo. Questo provvedimento offre uno spunto pratico per comprendere come e perché un procedimento giudiziario possa concludersi prima di giungere a una sentenza definitiva.

I Fatti del Caso

La vicenda trae origine da un ricorso presentato dinanzi alla Corte di Cassazione avverso una sentenza della Corte d’Appello. Prima che la Suprema Corte potesse esaminare le questioni sollevate, le parti ricorrenti hanno manifestato la volontà di non proseguire oltre, depositando un formale atto di rinuncia. Tale rinuncia è stata esplicitamente accettata da tutte le controparti costituite nel giudizio.

La Decisione della Corte sull’Estinzione del Giudizio

Di fronte a questa situazione, la Corte di Cassazione non ha potuto fare altro che prendere atto della volontà concorde delle parti di porre fine alla lite. Applicando le disposizioni del Codice di procedura civile, e in particolare gli articoli 390 e 391, i giudici hanno dichiarato l’estinzione del giudizio. Questo significa che il processo di Cassazione si è concluso immediatamente, senza alcuna valutazione sulle ragioni dei ricorrenti o dei resistenti. La precedente sentenza della Corte d’Appello, non essendo stata riformata, è diventata definitiva.

Le Motivazioni della Decisione

La motivazione alla base della decisione è puramente procedurale e si fonda su due pilastri:

1. La Rinuncia agli Atti: La parte che ha promosso il giudizio ha il diritto di rinunciarvi. In questo caso, i ricorrenti hanno esercitato tale facoltà.
2. L’Accettazione delle Controparti: Perché la rinuncia sia efficace e porti all’estinzione, è necessario che le altre parti costituite la accettino. L’accettazione impedisce che una parte possa strumentalmente abbandonare un giudizio solo per riproporlo in un momento più favorevole. Nel caso di specie, l’accettazione è stata formalizzata, rendendo la rinuncia pienamente operativa.

Un ulteriore elemento decisivo è stato l’accordo raggiunto tra le parti anche in merito alle spese legali del giudizio di legittimità. L’articolo 391, comma 4, c.p.c. prevede infatti che, in caso di accordo, il giudice non debba pronunciarsi sulla liquidazione delle spese. Questo ha permesso una chiusura ancora più rapida e consensuale della vicenda processuale.

Conclusioni: Implicazioni Pratiche dell’Estinzione del Giudizio

La pronuncia in esame ribadisce un principio fondamentale del nostro ordinamento processuale: le parti sono padrone del processo. Se decidono concordemente di interromperlo, il giudice deve prenderne atto. L’estinzione del giudizio per rinuncia accettata è uno strumento che consente di evitare i tempi e i costi di un intero grado di giudizio quando viene meno l’interesse alla prosecuzione della lite. Per le parti coinvolte, questo significa la cristallizzazione della situazione giuridica definita dalla sentenza precedente e la fine certa e immediata della controversia pendente.

Cosa succede se una parte rinuncia agli atti del processo in Cassazione?
Il giudizio viene dichiarato estinto, a condizione che la rinuncia sia accettata dalle altre parti costituite che potrebbero avere interesse alla prosecuzione della causa.

Chi paga le spese legali in caso di estinzione del giudizio per rinuncia?
Di norma, il rinunciante dovrebbe rimborsare le spese alle altre parti, salvo diverso accordo. In questo caso specifico, la Corte non ha emesso alcuna statuizione sulle spese poiché le parti avevano già raggiunto un accordo autonomo in merito.

Qual è il fondamento normativo per dichiarare l’estinzione del giudizio per rinuncia?
La decisione si basa sugli articoli 390 e 391 del Codice di procedura civile, che disciplinano la rinuncia al ricorso e i suoi effetti sul processo di Cassazione.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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