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Estinzione giudizio Cassazione: rinuncia e spese legali

La Corte di Cassazione ha dichiarato l’estinzione del giudizio a seguito della rinuncia al ricorso da parte dei ricorrenti. La rinuncia è stata prima desunta dalla mancata opposizione alla proposta di definizione del giudizio e poi confermata da un atto formale. Di conseguenza, i ricorrenti sono stati condannati al pagamento delle spese processuali in favore della controparte, in applicazione del principio secondo cui chi rinuncia sopporta i costi del procedimento.

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Estinzione del Giudizio in Cassazione: Analisi del Decreto per Rinuncia al Ricorso

L’estinzione del giudizio rappresenta una delle possibili conclusioni di un processo e si verifica quando, per vari motivi, la causa si chiude senza una decisione sul merito. Un recente decreto della Corte di Cassazione offre un chiaro esempio di come la rinuncia al ricorso, anche implicita, porti a questa conseguenza e alla inevitabile condanna al pagamento delle spese legali. Analizziamo insieme i dettagli del caso e le sue implicazioni pratiche.

I Fatti del Caso

Il caso trae origine da un ricorso presentato alla Corte di Cassazione da un gruppo di lavoratori contro un’Azienda Sanitaria Locale, avverso una sentenza della Corte d’Appello. Durante il procedimento, ai sensi dell’art. 380-bis del codice di procedura civile, è stata comunicata alle parti una proposta per una rapida definizione del giudizio.

La normativa prevede che le parti abbiano un termine per opporsi a tale proposta e chiedere una discussione in udienza. Nel caso di specie, i ricorrenti non hanno presentato alcuna opposizione entro il termine di quaranta giorni. Successivamente, hanno formalizzato la loro intenzione depositando un atto di rinuncia esplicita al ricorso tramite il Processo Civile Telematico (PCT).

La Decisione della Corte e l’Estinzione del Giudizio

La Corte di Cassazione ha preso atto della situazione procedurale e ha emesso un decreto di estinzione del giudizio. La decisione si fonda su due elementi convergenti:

1. La Rinuncia Implicita: La mancata opposizione alla proposta di definizione del giudizio, secondo un consolidato orientamento giurisprudenziale (richiamato nel decreto con riferimento alla sentenza Cass. n. 12376 del 2025), viene interpretata come una tacita volontà di abbandonare il ricorso.
2. La Rinuncia Esplicita: L’atto formale di rinuncia depositato successivamente ha rimosso ogni dubbio, confermando la volontà dei ricorrenti di non proseguire con l’impugnazione.

Di fronte a questi elementi, la Corte non ha potuto fare altro che dichiarare estinto il procedimento, come previsto dall’articolo 391 del codice di procedura civile.

Le Motivazioni della Condanna alle Spese

Un punto cruciale del decreto riguarda la regolamentazione delle spese processuali. Sebbene il giudizio si sia estinto senza una decisione nel merito, ciò non esime la Corte dal pronunciarsi sui costi del procedimento. L’articolo 391, secondo comma, c.p.c. stabilisce infatti che il giudice deve provvedere sulle spese.

La motivazione della condanna è chiara: la parte che rinuncia al ricorso è quella che, di fatto, ha dato causa all’estinzione del procedimento. Di conseguenza, è tenuta a rimborsare alla controparte le spese legali sostenute per difendersi. Nel caso specifico, la Corte ha liquidato una somma complessiva per compensi professionali, rimborso forfettario, esborsi e accessori di legge a carico dei ricorrenti e in favore dell’ente resistente.

Conclusioni

La decisione in esame ribadisce un principio fondamentale della procedura civile: la rinuncia a un’azione legale ha conseguenze precise, tra cui l’obbligo di farsi carico delle spese della controparte. La scelta di non opporsi a una proposta di definizione del giudizio in Cassazione non è neutra, ma equivale a una rinuncia implicita che produce l’estinzione del giudizio. Questo provvedimento serve da monito per le parti processuali, sottolineando l’importanza di ponderare attentamente ogni passo strategico nel contenzioso, poiché anche l’inattività può avere rilevanti implicazioni economiche.

Cosa succede se una parte non risponde alla proposta di definizione del giudizio in Cassazione?
La mancata risposta entro i termini stabiliti dalla legge viene interpretata come una rinuncia implicita al ricorso, che porta all’estinzione del giudizio.

In caso di estinzione del giudizio per rinuncia, chi paga le spese legali?
Le spese processuali sono a carico della parte che ha rinunciato al ricorso. Questa è tenuta a rimborsare i costi sostenuti dalla controparte per difendersi nel procedimento.

Un atto di rinuncia formale è necessario anche se c’è già stata una rinuncia implicita?
No, non è strettamente necessario. Tuttavia, come in questo caso, un atto formale serve a confermare in modo inequivocabile la volontà di abbandonare il ricorso, accelerando la definizione del procedimento.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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