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Estinzione del ricorso: Cassazione e rinuncia

Un fallimento aveva impugnato in Cassazione una sentenza della Corte d’Appello. Successivamente, ha rinunciato al gravame e la controparte ha accettato la rinuncia. La Suprema Corte, preso atto dell’accordo, ha dichiarato l’estinzione del ricorso, compensando integralmente le spese legali tra le parti.

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Estinzione del Ricorso per Rinuncia: Analisi di un Caso Pratico

L’estinzione del ricorso rappresenta una delle possibili conclusioni di un giudizio di impugnazione. Si verifica quando, per motivi specifici previsti dalla legge, il processo si interrompe prima di arrivare a una decisione sul merito della questione. Una delle cause più comuni è la rinuncia all’impugnazione da parte del ricorrente, accettata dalla controparte. Un’ordinanza recente della Corte di Cassazione ci offre un chiaro esempio di questa dinamica processuale e delle sue conseguenze.

I Fatti di Causa

La vicenda trae origine da una controversia che vedeva contrapposti il fallimento di un imprenditore individuale e una società a responsabilità limitata. Il fallimento aveva deciso di impugnare una sentenza emessa dalla Corte d’Appello di Milano, presentando ricorso presso la Corte di Cassazione.

Tuttavia, prima che la Suprema Corte potesse esaminare il caso nel merito, è intervenuto un fatto nuovo e decisivo: il ricorrente, ovvero il fallimento, ha deciso di fare un passo indietro.

La Rinuncia e l’Accettazione: Il Cuore della Vicenda

Con un atto formale datato 31 marzo 2025, il fallimento ha comunicato la propria intenzione di rinunciare al ricorso. Questo atto unilaterale, per produrre i suoi pieni effetti, richiedeva l’accettazione da parte della controparte.

Prontamente, con un successivo atto del 1° aprile 2025, la società controricorrente ha formalmente accettato la rinuncia. Questo accordo tra le parti ha di fatto segnato la fine della contesa giudiziaria, spostando la palla nel campo della Corte di Cassazione per la presa d’atto formale.

L’Estinzione del Ricorso secondo la Cassazione

Riunitasi in camera di consiglio il 10 aprile 2025, la Corte di Cassazione non ha dovuto fare altro che constatare la volontà concorde delle parti di porre fine al giudizio. In applicazione dell’articolo 391 del Codice di Procedura Civile, che disciplina appunto la rinuncia agli atti del giudizio di Cassazione, il Collegio ha emesso la sua decisione.

La Corte ha dichiarato formalmente l’estinzione del ricorso. Di conseguenza, la sentenza della Corte d’Appello di Milano, oggetto dell’impugnazione, è passata in giudicato, diventando definitiva e non più contestabile. Inoltre, la Corte ha disposto la compensazione integrale delle spese di lite, stabilendo che ciascuna parte dovesse sostenere i propri costi legali.

Le Motivazioni della Decisione

La motivazione dell’ordinanza è estremamente sintetica ma giuridicamente ineccepibile. La Corte Suprema non entra nel merito della controversia originaria, poiché la volontà delle parti ha reso superfluo ogni ulteriore esame. Il fondamento della decisione risiede esclusivamente nel rilievo formale della rinuncia del ricorrente e della conseguente accettazione della controricorrente. Questi due atti, ritualmente depositati, costituiscono il presupposto sufficiente e necessario previsto dalla legge per dichiarare estinto il processo. La compensazione delle spese, in assenza di accordi diversi tra le parti, è spesso la conseguenza logica di una chiusura concordata del contenzioso, segnalando che le parti hanno trovato un’intesa extragiudiziale.

Conclusioni: Implicazioni Pratiche della Rinuncia al Ricorso

Questa ordinanza evidenzia un importante strumento a disposizione delle parti per gestire e concludere le controversie legali. La rinuncia al ricorso, quando accettata, permette di evitare le incertezze, i costi e i tempi lunghi di un giudizio di Cassazione. È una soluzione che presuppone una valutazione strategica da parte del ricorrente e, spesso, un accordo sottostante con la controparte. La decisione sulla compensazione delle spese rafforza l’idea che l’estinzione del ricorso per rinuncia accettata sia, nella maggior parte dei casi, il risultato di una transazione o di un accordo che risolve la disputa in modo definitivo, permettendo alle parti di risparmiare ulteriori risorse economiche e processuali.

Cosa succede se una parte rinuncia al ricorso in Cassazione?
Se la parte che ha presentato il ricorso (ricorrente) vi rinuncia formalmente e la controparte (controricorrente) accetta tale rinuncia, il processo si conclude. La Corte di Cassazione prende atto di questo accordo e dichiara l’estinzione del ricorso.

Chi paga le spese legali in caso di estinzione del ricorso per rinuncia?
Nel caso specifico esaminato, la Corte ha disposto la compensazione delle spese. Questo significa che ogni parte ha dovuto sostenere i propri costi legali, senza alcun rimborso dall’altra. Questa decisione è comune quando la fine del processo deriva da un accordo tra le parti.

Qual è la norma di riferimento per la rinuncia al ricorso?
La procedura di rinuncia al ricorso e la conseguente estinzione del giudizio davanti alla Corte di Cassazione sono disciplinate dall’articolo 391 del Codice di Procedura Civile (c.p.c.).

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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