Estinzione del Processo e Spese Legali: La Cassazione Chiarisce
L’estinzione del processo è una delle possibili conclusioni di una causa giudiziaria. Si verifica quando, per motivi come la rinuncia agli atti da parte di chi ha iniziato la causa, il procedimento si interrompe prima di arrivare a una sentenza finale sul merito. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione fa luce su un aspetto cruciale: la gestione delle spese legali in questi casi, specialmente quando la situazione giuridica cambia nel corso del tempo.
Il Caso: Dalla Pensione al Ricorso in Cassazione
La vicenda ha origine da una controversia tra un pensionato e l’ente nazionale di previdenza sociale. Il pensionato contestava l’errata applicazione del massimale contributivo nel calcolo della sua pensione di vecchiaia, erogata da un fondo speciale. Secondo il ricorrente, tale errore aveva comportato una liquidazione della pensione inferiore al dovuto.
Dopo aver visto respinte le sue richieste sia in primo grado che in appello, il pensionato ha deciso di portare la questione davanti alla Corte di Cassazione, affidando a due motivi il suo ricorso.
La Svolta: La Rinuncia al Ricorso e l’Estinzione del Processo
Durante il giudizio di legittimità, si è verificato un evento decisivo: il procuratore del ricorrente ha depositato un atto di rinuncia al ricorso, firmato personalmente dal suo assistito. La rinuncia è un atto con cui la parte che ha promosso un’azione giudiziaria decide di abbandonarla.
Di fronte a tale atto, la Corte di Cassazione non ha potuto fare altro che prendere atto della volontà della parte e valutare i presupposti per dichiarare l’estinzione del processo. La questione principale, a questo punto, non era più il calcolo della pensione, ma decidere chi dovesse farsi carico delle spese legali sostenute fino a quel momento.
La questione delle spese legali nel processo estinto
Solitamente, chi rinuncia al ricorso viene condannato a pagare le spese legali della controparte. Tuttavia, in questo caso l’ente previdenziale non aveva formalmente accettato la rinuncia. La Corte ha quindi dovuto valutare se, nonostante la mancata accettazione, ci fossero ragioni valide per derogare alla regola generale.
Le Motivazioni della Decisione
La Corte Suprema ha dichiarato estinto il processo e ha deciso per la completa compensazione delle spese del giudizio di legittimità. Questa scelta si fonda su una motivazione di particolare interesse. I giudici hanno osservato che l’orientamento giurisprudenziale contrario alla tesi sostenuta dal pensionato si era consolidato dopo che lui aveva già depositato il suo ricorso per cassazione.
In altre parole, al momento dell’avvio del ricorso, le sue ragioni potevano apparire fondate sulla base della giurisprudenza esistente. Il successivo mutamento nell’interpretazione della legge ha reso la sua posizione più debole, inducendolo probabilmente alla rinuncia. La Corte ha ritenuto ingiusto far gravare sul ricorrente le spese di un giudizio il cui esito è stato influenzato da un cambiamento avvenuto in corso di causa. Pertanto, la compensazione delle spese è stata ritenuta la soluzione più equa.
Infine, la Corte ha chiarito che non sussistevano i presupposti per il pagamento del cosiddetto ‘doppio contributo unificato’, una sanzione prevista in caso di rigetto o inammissibilità del ricorso, poiché non applicabile ai casi di estinzione del processo.
Le Conclusioni: Implicazioni Pratiche
Questa ordinanza offre due importanti spunti pratici:
1. La rinuncia al ricorso è influenzata dall’evoluzione della giurisprudenza: Un cambiamento nell’orientamento dei giudici su una determinata materia può rendere opportuno rinunciare a un ricorso per evitare una sconfitta certa e una condanna alle spese.
2. La compensazione delle spese è possibile anche senza accettazione: La Corte di Cassazione conferma che il giudice ha il potere di compensare le spese legali anche se la controparte non accetta la rinuncia, qualora sussistano gravi ed eccezionali ragioni, come un mutamento della giurisprudenza successivo all’instaurazione del giudizio. Questo principio tutela la parte che agisce in giudizio confidando in un determinato stato del diritto.
Cosa succede se una parte rinuncia al ricorso in Cassazione?
Il processo viene dichiarato estinto, ovvero si chiude senza una decisione sul merito della questione.
Se si rinuncia al ricorso, si devono sempre pagare le spese legali della controparte?
Non necessariamente. La Corte può decidere di compensare le spese (quindi ogni parte paga le proprie) se esistono ragioni eccezionali. Nel caso specifico, la ragione era che l’orientamento giurisprudenziale sfavorevole al ricorrente si era formato dopo che lui aveva già presentato il ricorso.
In caso di estinzione del processo, si deve pagare il doppio del contributo unificato?
No. L’ordinanza chiarisce che l’obbligo di versare un ulteriore importo a titolo di contributo unificato si applica solo in caso di rigetto, inammissibilità o improponibilità del ricorso, ma non in caso di estinzione del processo.
Testo del provvedimento
Ordinanza di Cassazione Civile Sez. L Num. 13165 Anno 2025
Civile Ord. Sez. L Num. 13165 Anno 2025
Presidente: COGNOME
Relatore: COGNOME
Data pubblicazione: 18/05/2025
ORDINANZA
sul ricorso iscritto al n. 31852/2019 R.G. proposto da : COGNOME, elettivamente domiciliato in ROMA INDIRIZZO presso lo studio dell’avvocato COGNOME che lo rappresenta e difende unitamente all’avvocato COGNOMEricorrente- contro
RAGIONE_SOCIALE in persona del legale rappresentante pro tempore, elettivamente domiciliato presso l’avvocatura centrale dell’istituto, in ROMA INDIRIZZO rappresentato e difeso dall’avvocato COGNOME unitamente agli avvocati COGNOME
-controricorrente-
avverso SENTENZA di CORTE D’APPELLO GENOVA n. 144/2019 pubblicata il 18/04/2019.
Udita la relazione svolta nella camera di consiglio del 15/05/2025 dal Consigliere NOME COGNOME
RILEVATO CHE
la Corte d’appello di Genova ha rigettato il gravame proposto da NOME COGNOME nella controversia con l’I.N.P.S.;
la controversia ha per oggetto – per quanto ancora in questa sede rileva l’accertamento della erronea applicazione del massimale contributivo nella liquidazione della pensione di vecchiaia erogatagli dall’I.N.P.S. (Fondo volo), in violazione dell’art.1 quater comma 1 legge n.291/2004;
il Tribunale di Savona rigettava la domanda proposta dal COGNOME per la cassazione della sentenza ricorre il COGNOME, con ricorso affidato a due motivi, I.N.P.S. resiste con controricorso;
CONSIDERATO CHE
il 25/01/2025 il procuratore alle liti del ricorrente ha depositato atto di rinuncia al ricorso, sottoscritto dalla parte personalmente; sussistono i presupposti per pronunciare l’estinzione del processo, con la compensazione delle spese del giudizio di legittimità, perché nonostante la parte controricorrente non abbia aderito alla rinuncia deve darsi atto che l’orientamento contrario alla tesi del ricorrente si è formato dopo il deposito del ricorso per cassazione; non sussistono le condizioni processuali di cui all’art. 13 c. 1 quater d.P.R. n. 115 del 2002, non applicabile in caso di pronuncia di estinzione, non di rigetto o di inammissibilità o improponibilità (Cass.
n. 19560/2015);
P.Q.M.
La Corte dichiara estinto il processo e compensa le spese del giudizio di legittimità.
Così deciso in Roma, il 15 maggio 2025.