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Estinzione del processo per inattività delle parti

La Corte d’Appello di Ancona ha dichiarato l’estinzione del processo in una causa di appello riguardante l’invalidità di una delibera assembleare. La decisione è scaturita dalla ripetuta omissione delle parti nel depositare le memorie scritte, condotta equiparata alla mancata comparizione, che ha portato alla cancellazione della causa dal ruolo per inattività.

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Pubblicato il 9 novembre 2025 in Diritto Societario, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Estinzione del Processo: Quando l’Inerzia delle Parti Annulla la Causa

L’estinzione del processo è un istituto cruciale del diritto processuale civile che sanziona l’inattività delle parti, impedendo che una causa resti pendente a tempo indeterminato. Una recente sentenza della Corte di Appello di Ancona illustra perfettamente come la mancata diligenza processuale, soprattutto nel contesto delle nuove modalità di trattazione scritta, possa portare alla fine prematura del giudizio. Questo caso, originato da una disputa sull’invalidità di una delibera societaria, si è concluso non con una decisione sul merito, ma con una declaratoria di estinzione a causa del comportamento omissivo delle parti coinvolte.

I Fatti di Causa: Una Disputa Societaria Lasciata in Sospeso

La vicenda giudiziaria nasce da una controversia in materia di diritto societario. Una parte aveva impugnato una delibera dell’assemblea dei soci di una società di capitali, chiedendone l’annullamento e il risarcimento dei danni. Dopo un primo grado di giudizio, la causa era approdata dinanzi alla Corte di Appello di Ancona. Qui, il procedimento ha seguito le regole della trattazione scritta, una modalità sempre più diffusa che sostituisce l’udienza in presenza con lo scambio telematico di note difensive.

Il Meccanismo della Trattazione Scritta e l’Inattività delle Parti

Il giudice aveva fissato un’udienza a trattazione scritta per il 29 settembre 2025. Tuttavia, nessuna delle parti costituite ha provveduto a depositare le memorie contenenti le proprie deduzioni. La legge equipara questa omissione alla mancata comparizione fisica in udienza. Constatata l’inerzia, la Corte ha concesso un’ulteriore possibilità, rinviando la causa e assegnando un nuovo termine perentorio, fissato al 27 ottobre 2025, per il deposito delle note. Anche in questa seconda occasione, le parti hanno omesso di adempiere, manifestando un totale disinteresse per la prosecuzione del giudizio.

La Decisione della Corte: l’Inevitabile Conseguenza dell’Estinzione del Processo

Di fronte alla duplice e consecutiva inerzia, la Corte d’Appello non ha potuto far altro che prendere atto della situazione. La condotta processuale delle parti, caratterizzata da una persistente inattività, ha integrato i presupposti richiesti dalla legge per dichiarare l’estinzione del processo. La Corte ha quindi disposto la cancellazione della causa dal ruolo, ponendo fine al contenzioso senza entrare nel merito della validità della delibera societaria.

Le Motivazioni Giuridiche della Sentenza

La decisione si fonda su un solido impianto normativo. La Corte ha applicato il combinato disposto degli articoli 127 ter, 181, 309 e 359 del Codice di Procedura Civile.

– L’art. 127 ter c.p.c. disciplina la trattazione scritta, stabilendo che l’omesso deposito delle note scritte è equiparato alla mancata comparizione.
– L’art. 181 c.p.c. (richiamato per il giudizio di appello dall’art. 359 c.p.c.) prevede che se nessuna delle parti compare alla prima udienza, il giudice fissa una nuova udienza. Se anche a questa seconda udienza nessuna delle parti compare, il giudice ordina la cancellazione della causa dal ruolo e dichiara l’estinzione del processo.

La Corte ha semplicemente applicato questa sequenza logico-giuridica: la doppia mancata ‘comparizione’ (virtuale, tramite deposito di note) ha innescato automaticamente il meccanismo estintivo.

Conclusioni: Le Conseguenze Pratiche dell’Estinzione del Processo

Le implicazioni di questa sentenza sono significative. In primo luogo, l’estinzione del processo per inattività solleva il giudice dall’obbligo di pronunciarsi sulle spese legali, che rimangono a carico delle parti che le hanno anticipate. In secondo luogo, come evidenziato dalla Corte, viene meno il presupposto per l’applicazione dell’art. 13, comma 1 quater, del d.p.r. 115/2002, ovvero il raddoppio del contributo unificato a carico della parte appellante la cui impugnazione sia stata respinta o dichiarata inammissibile o improcedibile. La pronuncia sottolinea l’importanza per le parti e i loro difensori di adempiere con diligenza agli oneri processuali, anche quelli legati alle udienze a trattazione scritta, pena la perdita del diritto a ottenere una decisione nel merito della controversia.

Cosa succede se le parti non depositano le memorie scritte in un’udienza a trattazione scritta?
Secondo la legge, l’omesso deposito delle note scritte entro il termine stabilito dal giudice è considerato una condotta processuale equivalente alla mancata comparizione fisica delle parti all’udienza.

Qual è la conseguenza della ripetuta mancata comparizione delle parti in un processo?
Se le parti non ‘compaiono’ (anche virtualmente, tramite deposito di note) per due udienze consecutive, il giudice ordina la cancellazione della causa dal ruolo e dichiara l’estinzione del processo per inattività.

Chi paga le spese legali in caso di estinzione del processo per inattività?
La sentenza chiarisce che la declaratoria di estinzione per inattività solleva il giudice dall’onere di decidere sulla ripartizione delle spese di giudizio. Di norma, ogni parte sostiene i costi che ha anticipato.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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