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Estinzione del processo: niente doppio contributo

Una società di assicurazione del credito, dopo aver proposto ricorso in Cassazione contro una decisione del Tribunale che aveva negato un privilegio al suo credito in un fallimento, ha rinunciato al ricorso. La Corte di Cassazione, prendendo atto della rinuncia, ha dichiarato l’estinzione del processo. La decisione chiarisce un punto importante: in caso di estinzione per rinuncia, la parte ricorrente non è tenuta a versare l’ulteriore importo pari al contributo unificato, previsto solitamente per le impugnazioni respinte o inammissibili.

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Pubblicato il 17 settembre 2025 in Diritto Fallimentare, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Estinzione del processo in Cassazione: le conseguenze su spese e contributo unificato

L’ordinanza in commento affronta un caso di estinzione del processo dinanzi alla Corte di Cassazione, offrendo chiarimenti fondamentali sulle conseguenze processuali ed economiche di una rinuncia al ricorso. La vicenda, che trae origine da una controversia in materia fallimentare, si conclude con una declaratoria di estinzione che esclude l’applicazione del cosiddetto ‘doppio contributo unificato’, fornendo un’indicazione pratica di grande rilevanza per gli operatori del diritto.

I Fatti del Caso: dal Credito Privilegiato al Ricorso in Cassazione

Una società operante nel settore delle assicurazioni del credito aveva proposto opposizione allo stato passivo di un fallimento. L’obiettivo era ottenere il riconoscimento di un privilegio speciale sul proprio credito, ai sensi degli artt. 2752 e 2756 del codice civile. Il Tribunale, tuttavia, aveva respinto l’opposizione, ammettendo il credito solo in via chirografaria, ovvero senza alcuna causa di prelazione.

Ritenendo la decisione ingiusta, la società assicuratrice ha proposto ricorso per Cassazione. Tuttavia, nel corso del giudizio di legittimità, la stessa società ha depositato un atto di rinuncia, motivato dalla sopravvenuta chiusura della procedura fallimentare.

La Decisione della Cassazione: Analisi dell’Estinzione del Processo

La Corte di Cassazione ha preso atto della rinuncia al ricorso presentata dalla parte ricorrente. In applicazione dell’articolo 391, primo comma, del codice di procedura civile, i giudici hanno dichiarato formalmente l’estinzione del processo. Questa decisione pone fine al giudizio senza che la Corte entri nel merito dei motivi del ricorso, ovvero senza stabilire se la pretesa della società assicuratrice fosse fondata o meno.

Le Motivazioni alla base dell’estinzione del processo

La motivazione della Corte si articola su due punti principali. Il primo, e più immediato, è la diretta conseguenza della rinuncia: la legge prevede che, in tal caso, il processo si estingua. Non essendo stata svolta alcuna attività difensiva dalla controparte (il fallimento), la Corte non ha emesso alcun provvedimento in merito alle spese legali.

Il secondo punto è di particolare interesse pratico. La Corte ha escluso espressamente l’applicabilità dell’articolo 13, comma 1 quater, del D.P.R. n. 115/2002. Questa norma impone alla parte che ha proposto un’impugnazione, poi respinta integralmente o dichiarata inammissibile o improcedibile, di versare un ulteriore importo a titolo di contributo unificato, pari a quello già pagato all’inizio della causa. La Cassazione, richiamando un proprio precedente (Cass. n. 25485/2018), ha chiarito che la declaratoria di estinzione del processo non rientra tra i casi che fanno scattare l’obbligo del raddoppio del contributo. La ratio è che l’estinzione non equivale a una soccombenza nel merito.

Le Conclusioni: Implicazioni Pratiche della Pronuncia

L’ordinanza offre una lezione chiara: la rinuncia al ricorso in Cassazione, pur ponendo fine alla controversia, ha conseguenze economiche meno gravose rispetto a una sconfitta nel merito. Dichiarando l’estinzione del processo, la Corte impedisce l’applicazione della sanzione del ‘doppio contributo’, un aspetto che i legali devono considerare attentamente nella gestione della strategia processuale, specialmente quando le circostanze di fatto o di diritto mutano nel corso del giudizio.

Cosa succede al processo se la parte ricorrente rinuncia al ricorso?
Il processo viene dichiarato estinto, come previsto dall’art. 391, comma 1, del codice di procedura civile. Questo significa che il giudizio si chiude senza una decisione sul merito della questione.

In caso di estinzione del processo per rinuncia, la parte ricorrente deve pagare il doppio del contributo unificato?
No. La Corte di Cassazione ha specificato che la declaratoria di estinzione del giudizio esclude l’applicazione dell’art. 13, comma 1 quater, del d.P.R. n. 115 del 2002, che prevede l’obbligo di versare un’ulteriore somma pari al contributo unificato già pagato.

Perché non è stata presa una decisione sulle spese legali?
Non è stato adottato alcun provvedimento sulle spese legali perché la parte intimata (il Fallimento) non ha svolto attività difensiva nel giudizio di Cassazione.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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