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Estinzione del processo: cancellazione trascrizione

La Corte di Cassazione dichiara l’estinzione del processo a seguito di rinuncia agli atti delle parti. L’ordinanza chiarisce che la Corte può ordinare la cancellazione della trascrizione della domanda giudiziale solo per il contenzioso ancora pendente e non per quello già definito con sentenza passata in giudicato. Di conseguenza, viene ordinata la cancellazione per un immobile ma non per un altro, la cui vicenda processuale si era già conclusa.

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Estinzione del Processo: Quando la Cassazione Ordina la Cancellazione della Trascrizione?

L’estinzione del processo rappresenta una delle possibili conclusioni di una controversia legale, ma le sue conseguenze pratiche, specialmente in materia immobiliare, richiedono un’attenta analisi. Un’ordinanza recente della Corte di Cassazione offre spunti preziosi sul rapporto tra l’estinzione del giudizio di legittimità e l’ordine di cancellazione della trascrizione di una domanda giudiziale, delineando con chiarezza i limiti del potere del giudice.

I Fatti di Causa

La vicenda nasce da un’azione revocatoria, promossa da un creditore per rendere inefficace un contratto di compravendita immobiliare stipulato dalla sua debitrice. La debitrice aveva venduto un immobile a Roma a un terzo acquirente. Il Tribunale prima, e la Corte d’Appello poi, avevano dato ragione al creditore, dichiarando l’inefficacia della vendita.

Contestualmente, il creditore aveva agito anche contro un’altra compravendita, relativa a un immobile situato a Grosseto e venduto dalla stessa debitrice a un altro soggetto. Tuttavia, per questa seconda operazione, il Tribunale aveva respinto la domanda e il creditore non aveva presentato appello, rendendo la decisione definitiva.

La debitrice, insoddisfatta della decisione sull’immobile di Roma, proponeva ricorso in Cassazione. Prima dell’udienza, però, tutte le parti coinvolte nel giudizio di legittimità raggiungevano un accordo, depositando un atto di rinuncia al ricorso e chiedendo congiuntamente non solo la declaratoria di estinzione, ma anche la cancellazione delle trascrizioni di entrambe le domande revocatorie (sia quella su Roma che quella su Grosseto).

La Decisione della Corte e l’Estinzione del Processo

La Corte di Cassazione, preso atto della rinuncia firmata da tutte le parti e dai loro difensori, ha dichiarato l’estinzione del processo ai sensi dell’art. 390 c.p.c. La questione centrale, tuttavia, riguardava la richiesta di cancellazione delle trascrizioni.

Accogliendo un orientamento consolidato, la Corte ha ordinato la cancellazione della trascrizione relativa all’immobile di Roma. Ha stabilito, infatti, che in caso di estinzione del giudizio (per rinuncia o cessazione della materia del contendere), il giudice deve ordinare la cancellazione, poiché tali pronunce sono assimilabili alla rinuncia all’azione prevista dall’art. 2668 c.c.

Tuttavia, la Corte ha respinto la richiesta di cancellazione della trascrizione sull’immobile di Grosseto. La ragione di tale diniego è cruciale e costituisce il principio di diritto più rilevante della decisione.

Le Motivazioni

La motivazione della Suprema Corte è netta e si fonda su un principio di competenza e pertinenza processuale. La cancellazione della trascrizione può essere ordinata solo in relazione a un contenzioso ancora pendente e oggetto del giudizio che si sta estinguendo.

Nel caso dell’immobile di Roma, la controversia era ancora viva, essendo arrivata fino in Cassazione. L’estinzione del processo ha quindi posto fine a quella lite, giustificando l’ordine di cancellazione.

Al contrario, la controversia sull’immobile di Grosseto si era già conclusa con la sentenza di primo grado, non appellata. Quel contenzioso era, pertanto, già definito e non faceva parte dell’oggetto del ricorso per cassazione. La Corte ha precisato che, non essendo più coinvolto nel giudizio pendente, qualsiasi questione relativa alla trascrizione su quell’immobile doveva essere affrontata dalle parti interessate “nella sede opportuna”, ovvero con un’azione separata.

Infine, la Corte ha chiarito che l’estinzione per rinuncia non comporta l’applicazione della sanzione del ‘doppio contributo unificato’, prevista solo per i casi di inammissibilità, improcedibilità o rigetto nel merito dell’impugnazione.

Le Conclusioni

Questa ordinanza ribadisce un principio fondamentale: il potere del giudice è strettamente legato all’oggetto della controversia pendente dinanzi a lui. In caso di estinzione del processo, il giudice di legittimità può ordinare la cancellazione delle trascrizioni solo se queste si riferiscono alla lite che, con la rinuncia, viene a cessare. Non può, invece, intervenire su situazioni giuridiche consolidate da sentenze definitive e non oggetto del giudizio in corso. Per le parti, ciò significa che l’accordo transattivo che porta alla rinuncia deve considerare attentamente quali aspetti possono essere risolti all’interno del processo pendente e quali, invece, richiederanno azioni separate per la completa definizione di tutte le pendenze, come la cancellazione di trascrizioni relative a contenziosi già chiusi.

Cosa succede se le parti rinunciano a un ricorso in Cassazione?
La Corte di Cassazione dichiara l’estinzione del processo, ponendo fine al giudizio senza una decisione sul merito della questione.

La Corte di Cassazione può sempre ordinare la cancellazione della trascrizione di una domanda giudiziale in caso di estinzione del processo?
No. La Corte può ordinare la cancellazione solo se la trascrizione riguarda la controversia oggetto del giudizio che si sta estinguendo. Non può disporla per trascrizioni relative a liti già definite con sentenza passata in giudicato e non facenti parte del ricorso pendente.

In caso di estinzione del processo per rinuncia, è dovuto il pagamento del doppio del contributo unificato?
No. La normativa prevede il pagamento del doppio contributo unificato solo quando un’impugnazione è dichiarata inammissibile, improcedibile o viene respinta nel merito, non nel caso di estinzione per rinuncia.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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