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Estinzione del processo: accordo tra le parti

Una controversia di lavoro tra un’agenzia di stampa e un giornalista sulla natura del rapporto (autonomo o subordinato) giunge in Cassazione. Dopo la sentenza d’appello favorevole al lavoratore, le parti decidono di porre fine alla lite. Attraverso la rinuncia reciproca ai rispettivi ricorsi, la Corte Suprema dichiara l’estinzione del processo. Questa decisione chiude definitivamente il caso senza una pronuncia nel merito, esonerando le parti dal pagamento delle spese e dal raddoppio del contributo unificato.

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Pubblicato il 17 novembre 2025 in Diritto del Lavoro, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Estinzione del Processo: Quando l’Accordo Mette Fine alla Causa in Cassazione

L’estinzione del processo rappresenta una delle modalità con cui una controversia legale può concludersi prima di giungere a una sentenza definitiva. Si tratta di una soluzione spesso strategica, che consente alle parti di porre fine a un lungo e costoso iter giudiziario attraverso un accordo. Un’ordinanza della Corte di Cassazione ci offre un chiaro esempio di come questo istituto funzioni nella pratica, in una vicenda che vedeva contrapposti un’agenzia di stampa e un giornalista.

I Fatti di Causa: La Controversia tra Giornalista e Agenzia di Stampa

La vicenda trae origine da un rapporto di collaborazione coordinata e continuativa a tempo indeterminato, stipulato nel 2004 tra un’agenzia di stampa nazionale e un giornalista, incaricato di coprire le notizie di una specifica area geografica. Anni dopo, il giornalista ha agito in giudizio sostenendo che il rapporto, di fatto, fosse un vero e proprio lavoro subordinato.

La Corte d’Appello, riformando la decisione di primo grado, ha dato ragione al lavoratore. I giudici hanno accertato la natura subordinata del rapporto, riconoscendo al giornalista la qualifica di ‘corrispondente’ e condannando la società a ripristinare il rapporto, pagare le differenze retributive maturate e risarcire il danno. La decisione si basava su elementi concreti, come l’elevato numero di articoli forniti, le direttive ricevute dall’agenzia e la costante disponibilità richiesta al collaboratore.

Il Ricorso in Cassazione e la Svolta

Contro la sentenza d’appello, l’agenzia di stampa ha proposto ricorso principale in Cassazione. A sua volta, il giornalista (e successivamente i suoi eredi) ha resistito con un controricorso e ha presentato un ricorso incidentale. La causa sembrava destinata a un’ulteriore, complessa fase processuale davanti alla Suprema Corte.

Tuttavia, le parti hanno raggiunto un accordo. L’agenzia di stampa ha depositato un atto di rinuncia al proprio ricorso, e gli eredi del giornalista hanno fatto lo stesso per il ricorso incidentale. Queste rinunce sono state reciprocamente accettate, cambiando radicalmente il destino del processo.

La Decisione della Corte: l’Estinzione del Processo per Rinuncia

Preso atto della volontà concorde delle parti di porre fine alla lite, la Corte di Cassazione ha applicato l’articolo 390 del codice di procedura civile. Questa norma prevede che la parte possa rinunciare al ricorso e che il processo si estingua se le altre parti accettano la rinuncia. Poiché le rinunce erano reciproche e accettate, la Corte non ha potuto fare altro che dichiarare formalmente l’estinzione del processo.

Le Motivazioni

Le motivazioni della Corte sono di natura prettamente procedurale. Non vi è alcuna valutazione sul merito della controversia (cioè se il rapporto fosse o meno subordinato), poiché l’accordo tra le parti ha precluso questa analisi. La motivazione si fonda sulla verifica dei presupposti legali per l’estinzione: la presenza di atti di rinuncia formali e la loro reciproca accettazione.

La Corte ha inoltre chiarito due importanti conseguenze economiche. In primo luogo, in virtù della reciproca adesione, non ha disposto nulla in merito alle spese processuali, che restano a carico delle parti che le hanno sostenute, come previsto dall’art. 391, comma quarto, c.p.c. In secondo luogo, ha specificato che la declaratoria di estinzione esonera entrambe le parti dal versamento dell’ulteriore importo del contributo unificato. Questo ‘raddoppio’ del contributo è dovuto solo in caso di rigetto, inammissibilità o improcedibilità dell’impugnazione, non in caso di estinzione.

Le Conclusioni

Questa ordinanza dimostra come l’estinzione del processo per rinuncia reciproca sia uno strumento efficace per le parti che desiderano chiudere definitivamente una controversia. Permette di evitare i rischi e l’incertezza di una decisione finale della Cassazione, garantendo un risultato certo e controllato. Dal punto di vista economico, può rivelarsi vantaggioso, poiché consente di evitare la condanna alle spese legali e il pagamento di ulteriori tasse, come il raddoppio del contributo unificato. La scelta di transigere e rinunciare ai ricorsi, anche nell’ultimo grado di giudizio, rappresenta una valida opzione strategica per la gestione del contenzioso.

Cosa significa ‘estinzione del processo’ in Cassazione?
Significa che il procedimento giudiziario viene chiuso formalmente prima che la Corte emetta una sentenza sul merito della questione, a causa di un atto di volontà delle parti, come la rinuncia ai ricorsi.

Perché il processo è stato dichiarato estinto in questo caso?
Il processo è stato dichiarato estinto perché sia la società (ricorrente principale) sia gli eredi del giornalista (ricorrenti incidentali) hanno depositato atti di rinuncia ai rispettivi ricorsi, e tali rinunce sono state accettate dalla controparte.

Quali sono le conseguenze economiche della dichiarazione di estinzione del processo per rinuncia?
La Corte non ha emesso alcuna condanna al pagamento delle spese processuali, data la reciproca accettazione delle rinunce. Inoltre, ha stabilito che le parti sono esonerate dal pagare l’ulteriore importo del contributo unificato, dovuto solo in caso di esito negativo dell’impugnazione.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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