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Estinzione del giudizio: rinuncia e spese legali

Una controversia ereditaria giunta in Cassazione si conclude prima della sentenza. Le parti raggiungono un accordo, con la rinuncia al ricorso da parte del ricorrente e l’accettazione della controparte. La Corte Suprema dichiara l’estinzione del giudizio, chiarendo che in questi casi non è dovuto il pagamento di un ulteriore contributo unificato, poiché tale sanzione non si applica alla rinuncia.

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Pubblicato il 7 settembre 2025 in Diritto di Famiglia, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Estinzione del Giudizio in Cassazione: Il Caso della Rinuncia al Ricorso

L’estinzione del giudizio rappresenta una delle modalità con cui un processo può concludersi senza una decisione nel merito della questione. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione chiarisce le conseguenze di questa procedura, specialmente per quanto riguarda gli oneri economici a carico delle parti. Il caso analizzato nasce da una complessa disputa ereditaria, ma la sua risoluzione offre importanti spunti sulla gestione delle liti pendenti.

La vicenda: una disputa ereditaria tra due testamenti

La controversia aveva origine da una successione e dalla contrapposizione di due testamenti olografi. Il primo, datato 2006, nominava erede il padre di una delle parti in causa. Il secondo, del 2009, designava invece come erede universale l’altra parte. La Corte d’Appello aveva riformato la sentenza di primo grado, riconoscendo la validità del secondo testamento. Contro questa decisione era stato proposto ricorso per Cassazione, dando il via all’ultimo grado di giudizio.

L’accordo tra le parti e la rinuncia al ricorso

Prima che la Corte Suprema potesse pronunciarsi, le parti hanno raggiunto un accordo. Con un atto formale, il ricorrente ha rinunciato al proprio ricorso e la controparte ha accettato tale rinuncia. Nell’accordo, le parti hanno inoltre dichiarato di aver già provveduto a regolare tra loro le spese legali sostenute per il giudizio. Questo atto ha cambiato radicalmente il destino del processo, spostandolo da una possibile sentenza a una declaratoria di estinzione.

La decisione della Corte: estinzione del giudizio e conseguenze

Preso atto dell’accordo, la Corte di Cassazione ha applicato l’articolo 391 del codice di procedura civile, che disciplina proprio l’ipotesi di rinuncia. La norma prevede che, in caso di rinuncia accettata, il processo si estingua. Di conseguenza, i giudici hanno dichiarato l’estinzione del giudizio, ponendo fine alla controversia in modo definitivo senza entrare nel merito dei motivi del ricorso.

Niente doppio contributo unificato in caso di estinzione del giudizio

Un aspetto di particolare interesse pratico riguarda il cosiddetto ‘raddoppio del contributo unificato’. La legge prevede che la parte il cui ricorso viene respinto, dichiarato inammissibile o improcedibile debba versare un ulteriore importo pari a quello già pagato per l’iscrizione a ruolo della causa. Si tratta di una misura con finalità sanzionatorie, volta a scoraggiare le impugnazioni infondate.

Le motivazioni della Corte

La Corte ha specificato che questa norma non si applica in caso di estinzione del giudizio per rinuncia. La motivazione risiede nella natura eccezionale e sanzionatoria della disposizione. Essendo una norma di stretta interpretazione, non può essere applicata per analogia a casi non espressamente previsti, come appunto la rinuncia. La Corte ha ribadito un orientamento già consolidato, secondo cui il raddoppio del contributo è limitato ai soli casi tipici di rigetto, inammissibilità o improcedibilità dell’impugnazione.

Le conclusioni

Questa ordinanza conferma che la rinuncia al ricorso è uno strumento efficace per le parti che intendono porre fine a una lite, evitando i costi e le incertezze di una decisione giudiziale. Sottolinea inoltre un importante principio di procedura civile: le norme sanzionatorie devono essere interpretate restrittivamente. Pertanto, la parte che rinuncia a un ricorso in Cassazione non rischia di incorrere nella sanzione del raddoppio del contributo unificato, un’informazione cruciale per chiunque valuti di definire consensualmente una controversia pendente in ultimo grado.

Cosa succede se le parti si accordano e rinunciano al ricorso in Cassazione?
La Corte di Cassazione dichiara l’estinzione del giudizio ai sensi dell’art. 391 del codice di procedura civile, ponendo fine alla controversia senza una decisione nel merito.

In caso di estinzione del giudizio per rinuncia, il ricorrente deve pagare il doppio del contributo unificato?
No. La Corte ha chiarito che l’obbligo di versare un ulteriore importo a titolo di contributo unificato non si applica ai casi di rinuncia, poiché questa misura sanzionatoria è prevista solo per il rigetto, l’inammissibilità o l’improcedibilità del ricorso.

Come vengono regolate le spese legali in caso di rinuncia accettata?
In questa specifica vicenda, le parti hanno dichiarato nel loro atto di rinuncia e accettazione di aver già provveduto a regolare tra di loro le spese del giudizio, pertanto la Corte non ha emesso alcuna statuizione in merito.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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