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Estinzione del giudizio: rinuncia e accettazione

Un complesso caso relativo a un contratto di locazione per un immobile non a norma si conclude in Cassazione con l’estinzione del giudizio. A seguito di un lungo iter giudiziario, gli eredi del locatore hanno rinunciato al ricorso per revocazione, e la controparte ha accettato. La Corte ha quindi dichiarato l’estinzione del procedimento e compensato le spese, ponendo fine alla controversia.

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Pubblicato il 14 novembre 2025 in Diritto Immobiliare, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Estinzione del giudizio per rinuncia: il caso deciso dalla Cassazione

L’estinzione del giudizio rappresenta una delle modalità con cui un processo può concludersi prima di una decisione sul merito. Ciò avviene quando si verificano specifici eventi procedurali, tra cui la rinuncia agli atti da parte di chi ha promosso la causa. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione offre un chiaro esempio di questa dinamica, chiudendo una controversia complessa nata da un contratto di locazione.

I Fatti di Causa

La vicenda trae origine da un contratto di locazione stipulato tra un privato e un’Università per un grande complesso immobiliare. Successivamente, era emerso che l’immobile non era in regola con le autorizzazioni amministrative necessarie. L’Università, quindi, aveva agito in giudizio ottenendo, sia in primo grado che in appello, la risoluzione del contratto. Il locatore era stato inoltre condannato a restituire i canoni di locazione indebitamente percepiti.

Il locatore aveva impugnato la decisione della Corte d’Appello dinanzi alla Corte di Cassazione, ma il suo ricorso era stato dichiarato inammissibile con una precedente ordinanza. Successivamente, gli eredi del locatore, nel frattempo deceduto, avevano intrapreso un nuovo giudizio in Cassazione, chiedendo la revocazione di tale ordinanza di inammissibilità.

Sviluppi del Processo: la Rinuncia al Ricorso

Il nuovo giudizio era stato avviato dagli eredi del locatore originario. Al procedimento partecipavano, come controparti, l’Università e il Comune coinvolto nella vicenda. È interessante notare come un’altra erede si fosse costituita in giudizio aderendo alle ragioni dei ricorrenti.

Tuttavia, prima che la Corte potesse decidere nel merito, si è verificato un colpo di scena procedurale: i ricorrenti, insieme all’erede che li sosteneva, hanno depositato una formale dichiarazione di rinuncia al ricorso.

A fronte di tale atto, l’Avvocatura dello Stato, in rappresentanza dell’Università, ha depositato un’accettazione della rinuncia. Questo scambio di atti processuali ha cambiato radicalmente il destino del giudizio.

Le Motivazioni della Corte e l’Estinzione del Giudizio

La Corte di Cassazione, presa visione degli atti, ha basato la sua decisione su semplici ma ferree regole procedurali. La legge, in particolare l’articolo 391 del codice di procedura civile, prevede che la rinuncia al ricorso, se accettata dalle altre parti costituite che potrebbero avere interesse nella prosecuzione, estingue il processo.

Nel caso specifico, la rinuncia è stata formalizzata dai ricorrenti e dai loro difensori, e l’accettazione è pervenuta dalla principale controparte, l’Università. Questi due atti combinati hanno reso inevitabile la declaratoria di estinzione del giudizio. Di conseguenza, la Corte non è entrata nel merito della richiesta di revocazione, ma ha semplicemente preso atto della volontà delle parti di porre fine alla contesa. Per quanto riguarda le spese legali, la Corte ha disposto la loro integrale compensazione, stabilendo che ogni parte dovesse sostenere i propri costi.

Le Conclusioni

Questa ordinanza dimostra l’importanza degli strumenti procedurali a disposizione delle parti per definire una controversia. La rinuncia al ricorso è un atto dispositivo che, una volta accettato, chiude definitivamente il sipario su un procedimento legale, anche quando questo è giunto al massimo grado di giudizio. La decisione di compensare le spese, inoltre, riflette spesso la volontà delle parti di chiudere ogni pendenza senza ulteriori strascichi economici, facilitando così la conclusione della lite. Il caso evidenzia come, anche nelle vicende giudiziarie più complesse, la volontà concorde delle parti possa prevalere, portando a una risoluzione tombale del contenzioso.

Cosa comporta la rinuncia al ricorso nel giudizio di Cassazione?
La rinuncia al ricorso, specialmente se seguita dall’accettazione della controparte, comporta la chiusura anticipata del processo. La Corte dichiara l’estinzione del giudizio senza decidere nel merito della questione.

Perché è stata necessaria l’accettazione della rinuncia da parte dell’Università?
L’accettazione è rilevante perché la controparte potrebbe avere un interesse giuridico a che il processo continui fino a una sentenza definitiva. Con l’accettazione, essa manifesta il suo consenso alla chiusura del procedimento, rendendo l’estinzione inevitabile.

Cosa significa ‘compensare le spese legali’?
Significa che il giudice ha deciso che ciascuna parte debba pagare le proprie spese legali (avvocati, costi, ecc.) sostenute durante il processo. In questo caso, nessuna parte è stata condannata a rimborsare le spese dell’altra.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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