LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Estinzione del giudizio: rinuncia chiude il caso

La Corte di Cassazione dichiara l’estinzione del giudizio in una causa per gravi difetti in alloggi di edilizia residenziale. La decisione segue la rinuncia al ricorso da parte dei proprietari e la successiva accettazione da parte del Comune convenuto. La Corte, applicando gli articoli 390 e 391 c.p.c., ha terminato il procedimento senza pronunciarsi nel merito e senza regolare le spese processuali.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Estinzione del Giudizio: Quando la Rinuncia Pone Fine alla Causa in Cassazione

L’estinzione del giudizio rappresenta una delle modalità con cui un processo può concludersi senza una decisione nel merito. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione offre un chiaro esempio di come la rinuncia al ricorso, accettata dalla controparte, porti a questa conclusione, chiudendo definitivamente una complessa vicenda legale nata da gravi difetti in immobili di edilizia residenziale. Analizziamo i fatti e le conseguenze di questa importante decisione procedurale.

I Fatti di Causa

La vicenda ha origine dalla richiesta di risarcimento danni avanzata da un gruppo di assegnatari di alloggi di edilizia residenziale. Questi ultimi avevano citato in giudizio sia il Comune, in qualità di costruttore e venditore, sia l’azienda territoriale per l’edilizia residenziale, lamentando gravi difetti costruttivi che deprezzavano il valore degli immobili.

In primo grado, il Tribunale aveva riconosciuto la responsabilità solidale di entrambi gli enti, condannandoli al risarcimento e ripartendo la responsabilità interna al 75% per l’azienda e al 25% per il Comune.

Successivamente, la Corte d’Appello, in parziale riforma della prima sentenza, aveva limitato la condanna al solo risarcimento dei danni patrimoniali a carico dell’azienda territoriale, escludendo la responsabilità del Comune. Contro questa decisione, gli assegnatari avevano proposto ricorso per Cassazione.

La Rinuncia al Ricorso e l’Estinzione del Giudizio

Il colpo di scena avviene durante il giudizio di legittimità. I ricorrenti, ovvero gli assegnatari degli alloggi, hanno formalmente notificato un atto di rinuncia al ricorso. A tale atto è seguita l’accettazione da parte del Comune, che si era costituito con controricorso.

Di fronte a questa situazione, la Corte di Cassazione non ha potuto fare altro che prendere atto della volontà delle parti di porre fine alla controversia. La combinazione della rinuncia di chi ha proposto l’appello e dell’accettazione della controparte è un meccanismo previsto dal codice di procedura civile che conduce direttamente all’estinzione del giudizio.

Le Motivazioni

La decisione della Suprema Corte si fonda su precise disposizioni normative, in particolare sugli articoli 390 e 391 del codice di procedura civile. Queste norme stabiliscono che la parte può rinunciare al ricorso e che, in seguito a tale rinuncia, il processo si estingue.

La Corte ha quindi dichiarato estinto il giudizio di legittimità. Una conseguenza diretta e rilevante di questa pronuncia riguarda le spese processuali: la Corte ha stabilito che non dovessero essere regolate, lasciando presumibilmente che le parti avessero trovato un accordo privato in merito. Inoltre, è stato chiarito che, per effetto della rinuncia, non si applica l’obbligo di versare l’ulteriore importo a titolo di contributo unificato, previsto in caso di rigetto o inammissibilità del ricorso. Questo rappresenta un notevole vantaggio per la parte che rinuncia, evitando ulteriori esborsi economici.

Conclusioni

L’ordinanza in esame sottolinea l’importanza degli strumenti procedurali a disposizione delle parti per definire una lite. La rinuncia al ricorso è una scelta strategica che può essere motivata da svariate ragioni, come un accordo transattivo raggiunto fuori dalle aule di tribunale o una riconsiderazione delle probabilità di successo. La sua formalizzazione, seguita dall’accettazione, preclude alla Corte ogni valutazione sul merito delle questioni sollevate, portando a una chiusura definitiva del contenzioso attraverso l’istituto dell’estinzione del giudizio. Questo caso dimostra come il processo non si concluda sempre con una sentenza che stabilisce chi ha torto e chi ha ragione, ma possa terminare anche per volontà concorde delle parti di non proseguire oltre.

Cosa accade quando una parte rinuncia al ricorso in Cassazione?
Se la parte che ha presentato il ricorso vi rinuncia e le altre parti che hanno interesse alla prosecuzione del giudizio accettano tale rinuncia, il processo si estingue. La Corte non decide più sul merito della questione.

In caso di estinzione del giudizio per rinuncia, chi paga le spese legali?
Come specificato nell’ordinanza, in questo caso la Corte di Cassazione ha deciso di non regolare le spese del giudizio di legittimità. Solitamente, le parti si accordano privatamente sulla ripartizione delle spese come parte dell’intesa che porta alla rinuncia.

La parte che rinuncia al ricorso deve pagare il contributo unificato raddoppiato?
No. L’ordinanza chiarisce che l’obbligo di versare l’ulteriore importo a titolo di contributo unificato, previsto in caso di rigetto o inammissibilità dell’impugnazione, non si applica quando il giudizio si estingue per rinuncia.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

Il costo della consulenza legale è di € 150,00.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati