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Estinzione del giudizio per rinuncia accettata

Una società aveva proposto ricorso per regolamento di competenza, lamentando il rigetto di un’eccezione di litispendenza. Tuttavia, prima della decisione della Corte di Cassazione, la società ricorrente ha rinunciato al ricorso e le controparti hanno accettato tale rinuncia. Di conseguenza, la Corte ha dichiarato l’estinzione del giudizio, senza pronunciarsi nel merito della competenza né sulle spese processuali, in applicazione delle norme procedurali che regolano la rinuncia agli atti.

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Pubblicato il 27 novembre 2025 in Diritto Commerciale, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Estinzione del Giudizio: Cosa Accade Quando si Rinuncia al Ricorso in Cassazione?

La rinuncia agli atti del giudizio è uno strumento che permette di porre fine a una controversia legale prima che si arrivi a una sentenza definitiva. Quando questa avviene davanti alla Corte di Cassazione, le conseguenze sono nette e regolate da specifiche norme procedurali. Un’ordinanza recente ha ribadito i principi che governano l’estinzione del giudizio a seguito di una rinuncia accettata, offrendo un chiaro esempio pratico delle sue implicazioni, soprattutto in materia di spese legali e contributo unificato.

I Fatti di Causa: una Controversia sulla Competenza

Il caso trae origine da un contenzioso commerciale in cui due società estere avevano citato in giudizio una società italiana in liquidazione e altri soggetti davanti al Tribunale di Lucca. Le richieste erano complesse e miravano a far accertare la simulazione di un contratto di affitto d’azienda, con conseguenti domande di condanna per responsabilità solidale, risarcimento danni per abuso del diritto e responsabilità dell’ex amministratore.

La società convenuta si era difesa sollevando, tra le altre cose, un’eccezione di litispendenza, sostenendo che la stessa causa fosse già pendente davanti alla Corte d’Appello di Firenze. Il Tribunale di Lucca, tuttavia, rigettava l’eccezione e decideva la causa nel merito. Contro questa decisione, la società ha proposto un’istanza per regolamento di competenza alla Corte di Cassazione, uno strumento specifico per risolvere questioni di questo tipo.

La Svolta Processuale: la Rinuncia al Ricorso e l’Estinzione del Giudizio

Durante la pendenza del procedimento in Cassazione, si è verificato un evento decisivo: la società ricorrente ha formalmente rinunciato al proprio ricorso. Poco dopo, le società controricorrenti hanno depositato un atto di accettazione della rinuncia. Questo scambio di atti ha cambiato radicalmente il corso del giudizio, spostando l’attenzione dal merito della questione di competenza agli effetti procedurali della rinuncia stessa.

Le Motivazioni della Decisione della Corte

La Corte di Cassazione, prendendo atto della rinuncia e della successiva accettazione, non è entrata nel merito dei motivi del ricorso. Ha invece applicato direttamente il combinato disposto degli articoli 390 e 391 del Codice di procedura civile. Queste norme stabiliscono che la rinuncia al ricorso, se accettata dalle altre parti, comporta l’estinzione del giudizio. Di conseguenza, il processo si chiude senza una pronuncia sulla fondatezza o meno delle questioni sollevate.

La Corte ha inoltre chiarito due importanti corollari:
1. Spese del giudizio: Poiché le controricorrenti hanno aderito alla rinuncia, il giudizio si estingue senza una regolamentazione delle spese legali. L’accettazione, infatti, implica un accordo tacito sulla chiusura del procedimento che preclude una condanna alle spese.
2. Contributo unificato: L’ordinanza ha precisato che, per effetto della rinuncia, non si applica l’obbligo di versare l’ulteriore importo a titolo di contributo unificato (il cosiddetto ‘doppio contributo’). Questa sanzione è prevista solo in caso di rigetto, inammissibilità o improcedibilità dell’impugnazione, non in caso di estinzione per rinuncia.

Conclusioni e Implicazioni Pratiche

Questa decisione sottolinea l’importanza strategica della rinuncia agli atti come strumento per chiudere definitivamente una lite pendente in Cassazione. L’estinzione del giudizio che ne consegue è una soluzione tombale che, se accompagnata dall’accettazione delle controparti, offre il vantaggio di neutralizzare il rischio di una condanna alle spese legali e di evitare il pagamento del doppio del contributo unificato. Per le parti, rappresenta una via d’uscita certa e prevedibile, che consente di porre fine al contenzioso in modo efficiente, risparmiando tempo e risorse economiche.

Cosa succede se una parte rinuncia al ricorso in Cassazione e le altre parti accettano?
In questo caso, la Corte di Cassazione dichiara l’estinzione del giudizio, ponendo fine al procedimento senza decidere nel merito della questione.

In caso di rinuncia accettata, chi paga le spese legali del giudizio di Cassazione?
Il provvedimento chiarisce che, a seguito di rinuncia accettata, le spese del giudizio non vengono regolate, poiché l’adesione alla rinuncia preclude una decisione sulle stesse.

Dopo la rinuncia al ricorso, è dovuto il pagamento del doppio del contributo unificato?
No, la Corte ha specificato che per effetto della rinuncia non si applica l’obbligo di versare l’ulteriore importo a titolo di contributo unificato, previsto solo in caso di rigetto o inammissibilità dell’impugnazione.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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