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Estinzione del giudizio: la rinuncia con accettazione

La Corte di Cassazione dichiara l’estinzione del giudizio a seguito di un accordo tra le parti. Una controversia nata per la violazione delle distanze tra costruzioni si conclude prima della sentenza di merito. Le parti hanno depositato un atto congiunto di rinuncia al ricorso e di accettazione della stessa, con compensazione delle spese legali. La Corte, in base all’art. 391 cod. proc. civ., ha preso atto dell’accordo e ha dichiarato l’estinzione del giudizio, senza pronunciarsi sulle spese.

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Pubblicato il 12 settembre 2025 in Diritto Immobiliare, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Estinzione del giudizio: quando l’accordo tra le parti chiude la causa

L’ordinanza in esame offre un chiaro esempio di come una causa possa concludersi prima di una decisione di merito, grazie a un accordo tra le parti. Il caso, relativo a una controversia sulle distanze tra edifici, si è risolto con una dichiarazione di estinzione del giudizio, dimostrando l’efficacia degli strumenti processuali che favoriscono la conciliazione.

I fatti del caso: una disputa sulle distanze edilizie

Tutto ha inizio quando il proprietario di un fabbricato cita in giudizio la società proprietaria del terreno confinante. L’accusa è di aver costruito un nuovo edificio senza rispettare la distanza minima di 10 metri tra pareti finestrate, imposta sia dalla normativa nazionale (d.m. 1444/1968) sia dal piano regolatore locale. La richiesta al Tribunale era chiara: ordinare la demolizione della costruzione e ottenere un risarcimento per i danni subiti.

Tuttavia, sia il Tribunale di primo grado sia la Corte d’Appello rigettano le richieste dell’attore, confermando la legittimità dell’operato della società convenuta. Insoddisfatto, il proprietario decide di portare la questione davanti alla Corte di Cassazione, presentando un ricorso basato su sei motivi.

La svolta processuale e l’estinzione del giudizio

Il processo in Cassazione prende una piega inaspettata. Poco prima dell’udienza in camera di consiglio, le parti depositano un atto congiunto. In questo documento, il ricorrente dichiara di rinunciare al ricorso e a tutti gli atti del giudizio. Contestualmente, la società controricorrente dichiara di accettare tale rinuncia. L’accordo prevedeva anche la compensazione integrale delle spese legali, ovvero ogni parte si sarebbe fatta carico dei propri costi.

Anche il Pubblico Ministero, che inizialmente aveva chiesto il rigetto del ricorso, non ha avuto obiezioni, prendendo atto della volontà delle parti.

Le motivazioni della Corte di Cassazione

La decisione della Corte di Cassazione si fonda sull’articolo 391 del codice di procedura civile. Questa norma disciplina proprio la rinuncia al ricorso. La Corte ha semplicemente preso atto della volontà concorde delle parti di porre fine alla controversia. La rinuncia, accettata dalla controparte, determina automaticamente l’estinzione del giudizio.

Un aspetto fondamentale della decisione riguarda le spese legali. Poiché le parti avevano espressamente concordato la compensazione delle spese, la Corte non ha dovuto emettere alcuna pronuncia di condanna. L’accordo tra le parti prevale, e il giudice si limita a recepirlo. Pertanto, la Corte ha dichiarato il giudizio estinto, senza alcuna statuizione sulle spese.

Le conclusioni: l’importanza dell’accordo tra le parti

Questa ordinanza evidenzia come la volontà delle parti possa essere determinante per la conclusione di un processo, anche quando questo è giunto al suo ultimo grado di giudizio. La rinuncia agli atti, quando accettata, rappresenta uno strumento efficace per evitare i tempi e i costi di una sentenza definitiva.

La scelta di compensare le spese legali è un elemento cruciale che facilita tali accordi, eliminando uno dei principali ostacoli alla risoluzione bonaria delle liti. Per i cittadini e le imprese, questa vicenda ricorda che la via del dialogo e dell’accordo può essere più vantaggiosa di una lunga e incerta battaglia legale, portando a una soluzione rapida e condivisa che permette di chiudere definitivamente la controversia.

Cosa significa estinzione del giudizio?
Significa che il processo si chiude anticipatamente, senza una decisione sul merito della questione, a causa di eventi previsti dalla legge, come in questo caso la rinuncia agli atti del processo da parte del ricorrente, accettata dalla controparte.

Cosa succede alle spese legali in caso di rinuncia accettata?
Se le parti, come in questa vicenda, si accordano per compensare le spese, significa che ognuna paga i propri avvocati e la Corte non emette alcuna condanna al pagamento delle spese legali. L’accordo tra le parti prevale.

È possibile rinunciare a un ricorso anche se si è già arrivati in Cassazione?
Sì, la legge lo permette. Le parti possono decidere di porre fine alla lite in qualsiasi fase del processo, fino a poco prima della decisione finale, depositando un atto di rinuncia che, se accettato dalla controparte, porta all’estinzione del giudizio.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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