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Estinzione del giudizio: la rinuncia al ricorso

Un ente pubblico di formazione aveva impugnato in Cassazione una sentenza d’Appello che riconosceva un rapporto di lavoro a tempo indeterminato con un suo dipendente. Durante il processo, l’ente ha rinunciato al ricorso a seguito di un accordo con il lavoratore. La Corte di Cassazione, preso atto della rinuncia e della sua accettazione, ha dichiarato l’estinzione del giudizio, chiudendo definitivamente la controversia senza una decisione nel merito.

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Estinzione del Giudizio: Quando la Rinuncia al Ricorso Chiude il Contenzioso

L’estinzione del giudizio rappresenta una delle modalità con cui un processo può concludersi senza una decisione sul merito della questione. Ciò accade quando le parti, attraverso specifici atti, manifestano la volontà di non proseguire il contenzioso. Una recente sentenza della Corte di Cassazione offre un chiaro esempio di questa dinamica, illustrando come una rinuncia al ricorso, accettata dalla controparte a seguito di una conciliazione, ponga fine alla lite. Il caso in esame riguarda una controversia di diritto del lavoro tra un ente pubblico e un suo dipendente.

I Fatti di Causa

La vicenda trae origine da una sentenza della Corte d’Appello di Roma, la quale aveva accertato l’esistenza di un rapporto di lavoro subordinato a tempo indeterminato tra un lavoratore e un noto Ente Pubblico di Formazione, con decorrenza dal 2003. La Corte territoriale aveva condannato l’ente a riammettere in servizio il dipendente e a corrispondergli un’indennità risarcitoria pari a cinque mensilità dell’ultima retribuzione globale.

Insoddisfatto della decisione, l’Ente Pubblico aveva proposto ricorso per cassazione, contestando la sentenza di secondo grado. Il lavoratore, a sua volta, si era costituito in giudizio presentando un controricorso per difendere le proprie ragioni e la validità della pronuncia a lui favorevole.

La Decisione della Corte e l’Estinzione del Giudizio

Il procedimento dinanzi alla Corte di Cassazione non è giunto a una conclusione sul merito dei motivi di ricorso. Invece, il percorso processuale ha subito una svolta decisiva: l’ente ricorrente ha depositato un atto formale di rinuncia al ricorso. Tale atto, datato 6 novembre 2024, specificava che la decisione era maturata a seguito di una “conciliazione tra le parti”. Nello stesso documento, il lavoratore controricorrente ha dichiarato di accettare tale rinuncia. Di fronte a questa concorde volontà delle parti di porre fine alla disputa, la Suprema Corte non ha potuto fare altro che prenderne atto e dichiarare l’estinzione del giudizio.

Le Motivazioni della Decisione

Le motivazioni alla base della sentenza della Cassazione sono di natura puramente processuale. Il Codice di Procedura Civile prevede infatti che la rinuncia agli atti del giudizio, se accettata dalle altre parti costituite che potrebbero avere interesse alla prosecuzione, estingue il processo. In questo caso, l’atto congiunto di rinuncia e accettazione ha eliminato la materia del contendere. La Corte si è limitata a verificare la regolarità formale della rinuncia e della sua accettazione, adempimenti che, una volta soddisfatti, impongono al giudice la declaratoria di estinzione. La Corte ha inoltre specificato che non vi erano i presupposti per il versamento, da parte del ricorrente, di un ulteriore importo a titolo di contributo unificato, come previsto in caso di rigetto o inammissibilità dell’impugnazione, poiché la rinuncia è un esito differente.

Le Conclusioni: Implicazioni Pratiche della Rinuncia

La decisione evidenzia l’importanza degli strumenti di risoluzione alternativa delle controversie, come la conciliazione. Le parti, anziché attendere i lunghi tempi di un giudizio di legittimità dall’esito incerto, hanno preferito trovare un accordo che soddisfacesse i rispettivi interessi. L’estinzione del giudizio per rinuncia accettata comporta la chiusura definitiva della lite. Sebbene la Cassazione non si sia pronunciata sulla correttezza della sentenza d’Appello, l’accordo tra le parti e la conseguente fine del processo consolidano di fatto gli effetti della decisione di secondo grado, nei termini stabiliti dall’accordo conciliativo stesso. Questa soluzione si rivela spesso vantaggiosa per entrambe le parti, garantendo certezza e risparmio di tempo e risorse economiche.

Per quale motivo la Corte di Cassazione ha dichiarato l’estinzione del giudizio?
La Corte ha dichiarato l’estinzione del giudizio perché la parte ricorrente (l’Ente Pubblico) ha presentato un atto formale di rinuncia al ricorso, che è stato accettato dalla controparte (il lavoratore).

Cosa significa che la rinuncia è avvenuta a seguito di conciliazione?
Significa che le parti hanno raggiunto un accordo privato per risolvere la loro controversia. La rinuncia al ricorso è stata la conseguenza processuale di questo accordo, che ha reso superfluo proseguire la causa.

La rinuncia al ricorso comporta il pagamento di spese legali?
Nella sentenza specifica, la Corte ha disposto “Nulla per le spese”. Generalmente, in caso di estinzione per rinuncia, le spese rimangono a carico della parte rinunciante, salvo diverso accordo tra le parti, come verosimilmente avvenuto nell’ambito della conciliazione.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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