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Estinzione del giudizio: la rinuncia al ricorso

Una lunga controversia in materia di distanze tra costruzioni, giunta fino alla Corte di Cassazione, si conclude con una declaratoria di estinzione del giudizio. A seguito della rinuncia al ricorso da parte degli appellanti, formalmente accettata dalla controparte, la Corte ha dichiarato la fine del procedimento, rendendo definitiva la sentenza d’appello senza una pronuncia nel merito.

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Pubblicato il 18 settembre 2025 in Diritto Immobiliare, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Estinzione del Giudizio: Quando la Rinuncia al Ricorso Chiude il Contenzioso

L’estinzione del giudizio rappresenta una delle modalità con cui un processo può concludersi senza una decisione nel merito da parte del giudice. Questo accade quando le parti, attraverso specifici atti procedurali, manifestano la volontà di non proseguire la lite. Un’ordinanza recente della Corte di Cassazione offre un chiaro esempio di come la rinuncia al ricorso, accettata dalla controparte, ponga fine a una complessa controversia legale, rendendo definitiva la decisione del grado precedente.

I Fatti: Una Lunga Disputa sulle Distanze tra Costruzioni

La vicenda trae origine da una causa civile riguardante il rispetto delle distanze legali tra edifici. I proprietari di un’abitazione avevano citato in giudizio i vicini, contestando la legittimità della loro nuova costruzione, realizzata in seguito alla demolizione e ricostruzione di un preesistente magazzino. Il Tribunale di primo grado aveva parzialmente accolto le domande, condannando i costruttori ad arretrare l’edificio e a risarcire i danni per la violazione delle distanze e la perdita di veduta.

La Decisione della Corte d’Appello e il Ricorso in Cassazione

Entrambe le parti avevano impugnato la sentenza di primo grado. La Corte d’Appello, riformando parzialmente la decisione, aveva accolto l’appello incidentale dei proprietari originari. Aveva quindi condannato i vicini a demolire le porzioni di fabbricato realizzate a una distanza inferiore a cinque metri dal confine e a dieci metri dalla parete finestrata dell’altro immobile, oltre al risarcimento dei danni.
Contro questa decisione, i proprietari soccombenti avevano proposto ricorso per Cassazione. La Suprema Corte, data la complessità e il rilievo nomofilattico di alcune questioni legate alla nozione di ristrutturazione edilizia, aveva inizialmente valutato di rinviare la causa a una pubblica udienza per una discussione approfondita.

Il Colpo di Scena: la Rinuncia al Ricorso e l’Estinzione del Giudizio

Prima che la Corte potesse pronunciarsi nel merito, è intervenuto l’atto decisivo che ha cambiato le sorti del processo. I ricorrenti hanno depositato un atto di rinuncia al ricorso, con richiesta di compensazione delle spese processuali. Tale rinuncia è stata formalmente accettata dai controricorrenti.
Di fronte a questa concorde volontà delle parti di porre fine alla controversia, la Corte di Cassazione non ha potuto fare altro che prenderne atto.

Le Motivazioni della Decisione

La motivazione della Corte è puramente processuale e si fonda sull’applicazione degli articoli 390 e 391 del Codice di Procedura Civile. Queste norme stabiliscono che la parte che ha proposto ricorso può rinunciarvi e, se la rinuncia viene accettata dalle altre parti, il giudizio si estingue. L’accettazione della controparte è necessaria perché questa potrebbe avere interesse a una pronuncia nel merito che chiarisca definitivamente la questione o che statuisca sulle spese. In questo caso, l’accordo sulla compensazione delle spese ha reso la procedura ancora più lineare. La Corte, quindi, non è entrata nel merito delle complesse questioni sulle distanze edilizie, ma si è limitata a dichiarare l’estinzione del giudizio a seguito della volontà congiunta delle parti.

Conclusioni

Questa ordinanza dimostra come gli strumenti processuali a disposizione delle parti possano essere determinanti per l’esito di una lite. La rinuncia al ricorso è un atto che, se accettato, preclude qualsiasi ulteriore esame della controversia e rende definitiva la sentenza impugnata. Se da un lato ciò consente alle parti di evitare i tempi e i costi di un ulteriore grado di giudizio, dall’altro può lasciare irrisolte importanti questioni di diritto che la Corte era pronta ad affrontare. La vicenda sottolinea l’importanza delle scelte strategiche delle parti e dei loro difensori nel corso di un procedimento giudiziario.

Cosa significa estinzione del giudizio?
Significa la chiusura definitiva del processo. In questo caso, è avvenuta perché la parte che aveva fatto ricorso ha deciso di rinunciare e l’altra parte ha accettato tale rinuncia, ponendo fine alla controversia legale.

Quali sono le conseguenze della rinuncia al ricorso in Cassazione?
La conseguenza principale è che la sentenza precedente, quella della Corte d’Appello, diventa definitiva e non può più essere contestata. Il procedimento si conclude senza una decisione della Corte di Cassazione nel merito della questione.

Perché la Corte ha dichiarato estinto il giudizio invece di decidere sulla questione delle distanze edilizie?
La Corte ha agito in base alla volontà manifestata dalle parti. Poiché i ricorrenti hanno presentato una rinuncia formale al loro ricorso e i controricorrenti l’hanno accettata, la legge (artt. 390 e 391 c.p.c.) impone al giudice di dichiarare l’estinzione del procedimento, senza entrare nel merito della disputa.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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