Estinzione del Giudizio: Quando la Rinuncia in Cassazione Chiude la Partita
Un’ordinanza recente della Corte di Cassazione offre un chiaro esempio di come un contenzioso possa concludersi non con una sentenza sul merito, ma attraverso un meccanismo processuale: l’estinzione del giudizio. Questo avviene quando le parti, tramite un accordo, decidono di porre fine alla lite. Il caso in esame, originato da una disputa su un contratto di leasing nautico, si è concluso proprio in questo modo, dimostrando l’efficacia degli strumenti deflattivi del contenzioso anche nell’ultimo grado di giudizio.
I Fatti di Causa
La vicenda trae origine dalla domanda di un privato contro una società finanziaria. L’attore chiedeva la risoluzione di un contratto di leasing nautico e la restituzione di somme che riteneva di aver pagato indebitamente. La sua richiesta, tuttavia, era stata respinta sia in primo grado che dalla Corte di Appello.
Non arrendendosi, il privato decideva di portare la questione davanti alla Corte di Cassazione, proponendo quattro motivi di ricorso per contestare la decisione dei giudici d’appello. La società finanziaria, subentrata alla concedente originaria del leasing, si era costituita in giudizio per resistere al ricorso.
La Svolta Processuale e l’Estinzione del Giudizio
Il percorso del processo ha subito una svolta decisiva. Prima che la Corte potesse esaminare il merito dei motivi di ricorso, è intervenuto un evento fondamentale: il ricorrente ha depositato un atto di rinuncia al ricorso, che è stato formalmente accettato dalla società controricorrente.
Questo accordo tra le parti ha cambiato completamente lo scenario. La rinuncia accettata, infatti, è una delle cause che la legge prevede per l’estinzione del giudizio. Di fronte a questa evenienza, la Corte di Cassazione non ha potuto fare altro che prenderne atto e dichiarare formalmente chiusa la procedura.
Le Motivazioni della Decisione
Le motivazioni della Corte sono estremamente concise e si basano su un principio fondamentale del diritto processuale. L’ordinanza spiega che, essendo intervenuto un atto di rinuncia al ricorso, debitamente accettato dalla controparte, il giudizio di legittimità si è estinto.
Una conseguenza diretta di questa dinamica riguarda la regolamentazione delle spese legali. La Corte ha specificato che, data l’estinzione concordata, non si doveva provvedere sulle spese. Questo suggerisce che le parti, nel raggiungere l’accordo per la rinuncia, abbiano probabilmente regolato anche questo aspetto in via stragiudiziale. La funzione della Corte diventa, in questo caso, puramente dichiarativa: essa si limita a registrare la volontà delle parti e a chiudere formalmente il procedimento pendente.
Le Conclusioni
Questa ordinanza, pur nella sua brevità, mette in luce un aspetto pratico di grande importanza. L’estinzione del giudizio per rinuncia accettata rappresenta uno strumento efficiente a disposizione delle parti per porre fine a una controversia legale in qualsiasi fase, compresa quella di legittimità.
Per le parti coinvolte, questa soluzione offre il vantaggio di evitare i tempi e i costi di un ulteriore grado di giudizio, oltre all’incertezza legata all’esito finale. L’accordo che sottende la rinuncia consente di raggiungere una soluzione negoziale, mettendo un punto fermo alla vicenda. Per il sistema giudiziario, favorisce la deflazione del contenzioso, permettendo alla Corte di Cassazione di concentrarsi su casi che richiedono una pronuncia sul diritto. In sintesi, la decisione dimostra come l’autonomia delle parti possa efficacemente prevalere sulla prosecuzione del processo, portando a una risoluzione concordata della lite.
Cosa significa estinzione del giudizio in questo caso?
Significa che il processo davanti alla Corte di Cassazione si è concluso definitivamente prima di una decisione sul merito, perché la parte che aveva fatto ricorso ha deciso di ritirarlo e la controparte ha accettato tale decisione.
Perché la Corte non ha deciso chi dovesse pagare le spese legali?
La Corte non ha provveduto sulle spese perché la rinuncia al ricorso è stata accettata. Questo implica che le parti hanno probabilmente raggiunto un accordo privato che include anche la gestione dei costi legali, rendendo superfluo un intervento del giudice su questo punto.
Qual è l’effetto pratico di un atto di rinuncia accettato?
L’effetto pratico è la chiusura immediata e definitiva del procedimento legale in corso. La sentenza impugnata (in questo caso, quella della Corte d’Appello) diventa definitiva e non può più essere contestata.
Testo del provvedimento
Ordinanza di Cassazione Civile Sez. 3 Num. 14291 Anno 2024
Civile Ord. Sez. 3 Num. 14291 Anno 2024
Presidente: COGNOME NOME
Relatore: COGNOME NOME
Data pubblicazione: 22/05/2024
ORDINANZA
sul ricorso iscritto al n. 9819/2021 R.G. proposto da:
NOME COGNOME, elettivamente domiciliato in INDIRIZZO, presso lo studio dell’avvocato COGNOME NOME (CODICE_FISCALE) che lo rappresenta e difende
-ricorrente-
contro
RAGIONE_SOCIALE, elettivamente domiciliato in INDIRIZZO, presso lo studio dell’avvocato COGNOME NOME (CODICE_FISCALE) rappresentato e difeso dagli avvocati COGNOME NOME NOMECODICE_FISCALE), COGNOME NOME (CODICE_FISCALE)
-controricorrente-
avverso SENTENZA di CORTE D’APPELLO FIRENZE n. 1917/2020 depositata il 14/10/2020.
Udita la relazione svolta nella camera di consiglio del 29/04/2024 dal Consigliere NOME COGNOME.
Il ricorrente ha impugnato una decisione della Corte di Appello di Firenze che ha rigettato la sua domanda di ripetizione di indebito e di risoluzione di un contratto di leasing nautico.
Ha proposto quattro motivi di ricorso.
Intesa Sanpaolo, che è subentrata alla società concedente, si è opposta con controricorso.
Tuttavia, è intervenuto atto di rinuncia accettato, per cui vi è estinzione del giudizio e non si deve provvedere sulle spese.
P.Q.M.
La Corte dichiara estinto il giudizio di legittimità.
Così deciso in Roma, il 29/04/2024.