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Estinzione del giudizio: la Cassazione chiude il caso

La Corte di Cassazione dichiara l’estinzione del giudizio a seguito della rinuncia del ricorrente, un ex amministratore locale condannato a pagare personalmente per lavori commissionati senza seguire le norme. L’accettazione della rinuncia da parte dei resistenti ha chiuso definitivamente la vicenda processuale.

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Pubblicato il 6 novembre 2025 in Diritto Civile, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Estinzione del giudizio in Cassazione: Analisi di un’Ordinanza

L’estinzione del giudizio rappresenta uno degli esiti possibili di un processo e si verifica quando, per varie ragioni previste dalla legge, la causa si chiude senza una decisione sul merito della questione. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione offre un chiaro esempio di questa dinamica processuale, scaturita dalla rinuncia al ricorso da parte del soggetto che lo aveva promosso. Questo caso, inoltre, trae origine da una controversia molto significativa riguardante la responsabilità personale degli amministratori di enti locali.

I Fatti del Caso: La Controversia tra l’Ex Sindaco e l’Imprenditore

La vicenda giudiziaria ha inizio quando un imprenditore edile cita in giudizio un ex Sindaco, i suoi successori e l’ente locale stesso. L’oggetto del contendere era il mancato pagamento di lavori per la realizzazione di diciotto loculi cimiteriali. Questi lavori erano stati commissionati dall’allora Sindaco per conto del Comune, ma in violazione delle norme che regolano l’assunzione di impegni di spesa da parte della pubblica amministrazione. In sostanza, l’ordine era stato impartito senza la necessaria copertura finanziaria e senza seguire le procedure formali.

Il Tribunale di primo grado aveva inizialmente dato ragione all’ex Sindaco, escludendolo dal giudizio per difetto di legittimazione passiva e rigettando le domande dell’imprenditore. La situazione, tuttavia, è stata completamente ribaltata in secondo grado.

La Decisione della Corte d’Appello: Responsabilità Personale dell’Amministratore

La Corte d’Appello ha riformato la sentenza di primo grado, condannando l’ex Sindaco al pagamento di oltre 10.000 euro in favore dell’imprenditore. Il principio affermato dai giudici d’appello è di fondamentale importanza: quando un amministratore o funzionario di un ente locale commissiona beni o servizi in nome e per conto dell’ente, ma violando le norme contabili e di spesa, il rapporto obbligatorio non si instaura con l’ente pubblico, ma direttamente tra il fornitore privato e la persona fisica dell’amministratore che ha agito irregolarmente. Quest’ultimo, quindi, ne risponde con il proprio patrimonio personale.

Il Ricorso in Cassazione e l’estinzione del giudizio

Insoddisfatto della condanna, l’ex Sindaco ha presentato ricorso per cassazione. Tuttavia, prima che la Corte potesse esaminare nel merito i motivi del ricorso, lo stesso ricorrente ha depositato un atto di rinuncia, proponendo la compensazione delle spese legali. Sia il Comune che l’imprenditore, costituiti in giudizio come controricorrenti, hanno formalmente accettato la rinuncia.

Le Motivazioni della Corte di Cassazione

La Corte Suprema, preso atto della situazione, non è entrata nel merito della questione sulla responsabilità dell’amministratore. La sua funzione si è limitata a verificare la correttezza procedurale della rinuncia e della relativa accettazione. Poiché entrambe le formalità sono state rispettate, la Corte non ha potuto fare altro che applicare le norme del codice di procedura civile.

L’ordinanza ha quindi dichiarato l’estinzione del giudizio. Questa decisione si basa sul presupposto che, venendo meno l’interesse del ricorrente a proseguire la causa e con l’accettazione delle altre parti, il processo non ha più ragione di esistere. La Corte ha inoltre specificato che, data l’accettazione della rinuncia da parte dei controricorrenti, non era necessario disporre alcunché in merito alle spese del giudizio di legittimità.

Le Conclusioni: Gli Effetti della Rinuncia al Ricorso

La pronuncia di estinzione del giudizio ha un effetto tombale sul processo in Cassazione. Ciò significa che la sentenza della Corte d’Appello, che aveva condannato l’ex Sindaco al pagamento, diventa definitiva e non più impugnabile. Sebbene la Cassazione non si sia espressa sul principio di diritto, la chiusura del procedimento consolida gli effetti della decisione di secondo grado. Questo caso dimostra come un istituto processuale come la rinuncia possa determinare l’esito finale di una controversia, rendendo definitiva una decisione senza che la Suprema Corte esamini il merito delle questioni sollevate.

Cosa significa ‘estinzione del giudizio’?
L’estinzione del giudizio è la chiusura del processo senza una decisione nel merito. In questo caso, è avvenuta perché la parte che aveva iniziato il ricorso (il ricorrente) ha deciso di rinunciarvi e le altre parti hanno accettato questa rinuncia.

Perché il giudizio in Cassazione è stato dichiarato estinto in questo specifico caso?
Il giudizio è stato dichiarato estinto perché il ricorrente ha depositato un atto formale di rinuncia al ricorso per cassazione e le controparti (il Comune e l’imprenditore privato) hanno depositato note di accettazione di tale rinuncia. La ritualità di questi atti ha portato la Corte a chiudere il procedimento.

Quali sono state le conseguenze della rinuncia per quanto riguarda le spese legali del giudizio di Cassazione?
La Corte ha stabilito che nulla doveva essere disposto in tema di spese legali. Questa decisione è motivata dal fatto che le parti controricorrenti hanno accettato la rinuncia, il che implicitamente o esplicitamente può includere un accordo sulla gestione delle spese, come la loro compensazione.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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