LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Estinzione del giudizio: la Cassazione chiude il caso

Un caso riguardante l’esecuzione di un contratto preliminare si conclude in Cassazione con una declaratoria di estinzione del giudizio. A seguito di un accordo transattivo, l’appellante ha rinunciato al ricorso e la Corte ha formalizzato la fine del processo, compensando le spese legali tra le parti.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Estinzione del Giudizio in Cassazione: Analisi di un Caso di Rinuncia al Ricorso

L’estinzione del giudizio rappresenta uno degli esiti possibili di un processo civile, spesso meno noto della sentenza di merito ma di grande rilevanza pratica. Si verifica quando il procedimento si arresta e si chiude definitivamente prima di giungere a una decisione sulla fondatezza delle pretese delle parti. Recentemente, la Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 34794/2024, ha fornito un chiaro esempio di questa dinamica, dichiarando l’estinzione di un giudizio a seguito della rinuncia al ricorso da parte del ricorrente, motivata da un accordo transattivo.

I Fatti di Causa: Dal Contratto Preliminare al Ricorso

La vicenda trae origine da una controversia immobiliare. Un promissario acquirente aveva citato in giudizio il promittente venditore per ottenere una sentenza che trasferisse, ai sensi dell’art. 2932 c.c., la proprietà di un piccolo appartamento oggetto di un contratto preliminare di vendita non trascritto. La situazione era complessa, poiché la piena proprietà del venditore era incerta.

In corso di causa, un evento ha reso impossibile l’accoglimento della domanda principale: il promittente venditore aveva donato la nuda proprietà dell’immobile alla propria moglie, trascrivendo l’atto. Di conseguenza, non essendo più proprietario del bene, non poteva più adempiere all’obbligo di trasferimento.

Sia il Tribunale di primo grado che la Corte d’Appello avevano rigettato la domanda del promissario acquirente. Quest’ultimo, non rassegnato, aveva quindi proposto ricorso per Cassazione.

La Svolta in Cassazione: L’Accordo e l’Estinzione del Giudizio

Il percorso processuale, giunto al suo ultimo grado, ha subito una svolta decisiva. In prossimità dell’udienza, il ricorrente ha depositato un atto di rinuncia al ricorso. Nella rinuncia, si specificava che la lite era stata definita in via transattiva, ovvero attraverso un accordo privato tra le parti, e che non vi era più interesse alla prosecuzione del giudizio. Contestualmente, veniva richiesta la compensazione delle spese legali.

La parte controricorrente ha formalmente accettato la rinuncia, concordando sulla richiesta di compensazione delle spese. Questo accordo tra le parti ha posto le basi per la decisione finale della Corte.

Le Motivazioni della Corte sulla Estinzione del Giudizio

La Corte di Cassazione ha preso atto della volontà concorde delle parti. Il Collegio ha verificato che l’atto di rinuncia e il relativo atto di accettazione soddisfacessero i requisiti formali previsti dagli articoli 390 e 391 del Codice di Procedura Civile. Queste norme disciplinano, appunto, la rinuncia al ricorso e i suoi effetti sul processo.

In particolare, l’ultimo comma dell’art. 391 c.p.c. stabilisce che, in caso di rinuncia accettata, la Corte dichiara l’estinzione dell’intero giudizio. Essendo state rispettate tutte le condizioni procedurali, la Corte non ha potuto fare altro che dichiarare formalmente l’estinzione del processo. Anche la richiesta congiunta di compensazione delle spese di lite è stata accolta, chiudendo così definitivamente la controversia.

Conclusioni: L’Importanza della Transazione

L’ordinanza in esame evidenzia come le parti mantengano la disponibilità del processo anche nella fase di legittimità. La possibilità di raggiungere un accordo transattivo rappresenta uno strumento fondamentale per la risoluzione efficiente delle controversie, permettendo di evitare i tempi e i costi di un’ulteriore fase processuale dall’esito incerto.

La declaratoria di estinzione del giudizio non è una decisione sul merito della questione, ma la presa d’atto che l’interesse delle parti a una pronuncia del giudice è venuto meno. Questo provvedimento, pur essendo di natura procedurale, sottolinea l’importanza dell’autonomia negoziale e della capacità delle parti di trovare una soluzione concordata al proprio conflitto, anche quando questo è approdato dinanzi alla Suprema Corte.

Cosa significa ‘estinzione del giudizio’ in Cassazione?
Significa che il processo si conclude definitivamente prima di una decisione sul merito. In questo caso, è avvenuta perché la parte che aveva fatto ricorso ha rinunciato a proseguire, avendo trovato un accordo con la controparte.

Perché la Corte ha compensato le spese legali?
La Corte ha compensato le spese perché entrambe le parti, sia quella che ha rinunciato al ricorso sia quella che ha accettato la rinuncia, ne hanno fatto esplicita richiesta, indicando di aver raggiunto un accordo transattivo.

È possibile rinunciare a un ricorso in Cassazione?
Sì, è possibile. L’ordinanza dimostra che, secondo l’articolo 390 del Codice di Procedura Civile, la parte ricorrente può rinunciare al ricorso. Se la controparte accetta la rinuncia, il processo si estingue, come stabilito dall’articolo 391.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

Il costo della consulenza legale è di € 150,00.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati