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Estinzione del giudizio: accordo e rinuncia in Cassazione

Una società di servizi aeroportuali e una società di logistica, dopo aver presentato ricorso e controricorso in Cassazione, hanno depositato un’istanza congiunta di rinuncia. Tale accordo ha portato la Suprema Corte a dichiarare l’estinzione del giudizio. La controversia originaria verteva sulla restituzione di somme pagate in eccesso, che la Corte d’Appello aveva parzialmente accolto, dichiarando prescritta una parte del credito. La risoluzione finale si è basata unicamente sulla volontà delle parti di porre fine alla lite.

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Pubblicato il 20 novembre 2025 in Diritto Commerciale, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Estinzione del Giudizio: Quando l’Accordo tra le Parti Ferma la Cassazione

L’estinzione del giudizio rappresenta una delle possibili conclusioni di un processo civile, spesso meno conosciuta della classica sentenza. Si verifica quando il procedimento si interrompe prima di una decisione sul merito della questione, a causa di specifici eventi previsti dalla legge. L’ordinanza n. 15109/2024 della Corte di Cassazione offre un chiaro esempio di come la volontà concorde delle parti possa portare a questa conclusione, anche nel grado più alto della giustizia civile.

Questo caso dimostra come, anche dopo anni di contenzioso e sentenze di primo e secondo grado, le parti possano decidere di porre fine alla lite attraverso un accordo, manifestato con la rinuncia reciproca ai rispettivi ricorsi. Analizziamo i dettagli di questa vicenda processuale.

I Fatti del Caso: Dalla Prescrizione alla Rinuncia

La controversia vedeva contrapposte una società di servizi aeroportuali e una società di logistica. Il contenzioso era nato da una richiesta di restituzione di somme che la società di logistica riteneva di aver pagato in eccesso.

Inizialmente, il Tribunale aveva emesso una prima sentenza. Successivamente, la Corte d’Appello, con una decisione del 2020, aveva parzialmente riformato la pronuncia di primo grado. In particolare, i giudici d’appello avevano dichiarato prescritto il diritto della società di logistica a ottenere la restituzione delle somme versate prima di una certa data (20 marzo 2010), condannando la società aeroportuale al pagamento di una somma residua e ordinando alla società di logistica di restituire quanto ricevuto in più in esecuzione della prima sentenza.

Insoddisfatte dell’esito, entrambe le società avevano deciso di portare la questione davanti alla Corte di Cassazione: la società aeroportuale con un ricorso principale e quella di logistica con un controricorso e un ricorso incidentale autonomo.

La Svolta: l’Accordo e l’Estinzione del Giudizio

Il colpo di scena è avvenuto proprio davanti alla Suprema Corte. Anziché attendere la decisione dei giudici, le parti hanno depositato un’istanza congiunta. In questo atto, hanno dichiarato reciprocamente di rinunciare ai rispettivi ricorsi, principale e incidentale, e di accettare tali rinunce.

Elemento fondamentale dell’accordo era la richiesta di dichiarare l’estinzione del giudizio senza alcuna pronuncia sulle spese processuali. Ciò significa che ogni parte si è fatta carico dei propri costi legali, sancendo così una chiusura definitiva della lite su basi puramente consensuali.

Le Motivazioni della Corte

La motivazione della Corte di Cassazione è stata estremamente sintetica e consequenziale. Preso atto dell’istanza congiunta, che manifestava in modo inequivocabile la volontà delle parti di porre fine al contenzioso, i giudici non hanno potuto fare altro che accogliere la richiesta. La rinuncia agli atti del giudizio, quando accettata dalla controparte, è una causa tipica di estinzione del processo. La Corte ha quindi dichiarato formalmente estinto il giudizio, conformemente a quanto richiesto.

Le Conclusioni: Implicazioni Pratiche

Questa ordinanza, pur nella sua brevità, mette in luce un aspetto cruciale del sistema processuale: l’autonomia delle parti. Anche in una fase avanzata come il giudizio di Cassazione, le parti mantengono la facoltà di trovare un accordo e di porre fine alla controversia. L’estinzione del giudizio per rinuncia congiunta rappresenta uno strumento deflattivo del contenzioso, che permette di evitare i tempi e i costi di un’ulteriore pronuncia giurisdizionale, garantendo una certezza immediata nei rapporti tra le imprese coinvolte. La scelta di non richiedere una pronuncia sulle spese legali è tipica degli accordi transattivi, dove ogni parte preferisce chiudere la partita senza ulteriori strascichi economici.

Cosa significa ‘estinzione del giudizio’ in Cassazione?
Significa che il processo si conclude senza una decisione sul merito dei ricorsi, perché le parti hanno manifestato la volontà di non proseguire, ad esempio tramite una rinuncia congiunta agli atti.

Perché le parti hanno rinunciato ai ricorsi?
Il provvedimento non specifica le ragioni commerciali o strategiche, ma attesta che hanno depositato un’istanza congiunta di rinuncia reciproca, indicando il raggiungimento di un accordo per terminare la lite.

La Corte si è pronunciata sulle spese legali?
No. Le parti hanno chiesto esplicitamente che l’estinzione fosse dichiarata senza una pronuncia sulle spese, e la Corte ha accolto questa richiesta, lasciando che ogni parte sostenesse i propri costi.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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