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Espulsione straniero: illegittima se pende ricorso

La Corte di Cassazione ha annullato un’ordinanza che confermava l’espulsione di un cittadino straniero. Il principio chiave affermato è che l’espulsione straniero è illegittima se il procedimento di richiesta di protezione internazionale non è definitivamente concluso, ovvero se pendono ancora i termini per impugnare giudizialmente il provvedimento di diniego della Commissione territoriale. La Corte ha accolto il ricorso, cassando la decisione del Giudice di Pace e rinviando la causa per un nuovo esame.

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Pubblicato il 17 settembre 2025 in Diritto Civile, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Espulsione Straniero: Illegittima se Pende il Termine per l’Impugnazione

Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ribadisce un principio fondamentale a tutela dei diritti dei richiedenti asilo: un provvedimento di espulsione straniero non può essere eseguito se la procedura di richiesta di protezione internazionale non è ancora definitivamente conclusa. Questo include il periodo in cui il richiedente ha ancora il diritto di presentare ricorso in tribunale contro il diniego della sua domanda. Analizziamo insieme questa importante decisione.

I Fatti di Causa

Un cittadino proveniente dal Gambia aveva ricevuto un decreto di espulsione emesso dalla Prefettura. Contro tale provvedimento, aveva proposto opposizione davanti al Giudice di Pace. Quest’ultimo, tuttavia, aveva rigettato l’opposizione, confermando l’espulsione sulla base del fatto che la Commissione territoriale competente aveva, nel frattempo, respinto una sua domanda reiterata di protezione internazionale.

Ritenendo la decisione ingiusta, il cittadino straniero ha presentato ricorso alla Corte di Cassazione, lamentando diversi vizi della decisione del Giudice di Pace.

L’Errore del Giudice di Pace nell’Espulsione Straniero

Il ricorrente ha presentato tre motivi di ricorso. Il primo riguardava la mancata traduzione del decreto di espulsione in una lingua a lui comprensibile. Il terzo verteva sull’omesso esame della sua lunga permanenza in Italia. Tuttavia, la Corte di Cassazione ha focalizzato la sua attenzione sul secondo motivo, ritenendolo decisivo.

Con questo motivo, il ricorrente sosteneva che il procedimento di richiesta di protezione internazionale non poteva considerarsi concluso con il semplice diniego della Commissione territoriale. Al momento della decisione del Giudice di Pace, infatti, i termini per impugnare tale diniego davanti all’autorità giudiziaria non erano ancora scaduti. Di conseguenza, la sua presenza sul territorio nazionale non poteva essere considerata illegale, rendendo prematuro e illegittimo il decreto di espulsione.

Le Motivazioni della Corte di Cassazione

La Corte Suprema ha accolto pienamente questa tesi. Applicando il principio della “ragione più liquida”, che permette di decidere la causa sulla base della questione più evidente e di più facile soluzione, ha stabilito che il secondo motivo era fondato.

La Cassazione ha ribadito un orientamento consolidato: l’espulsione del cittadino straniero è vietata non solo quando è in corso l’esame della domanda di protezione internazionale, ma anche durante la pendenza del termine per proporre impugnazione contro il provvedimento di diniego. Il diritto del richiedente di accedere a una piena tutela giurisdizionale deve essere garantito. Il Giudice di Pace ha errato nel considerare il procedimento “concluso” con la sola decisione amministrativa della Commissione, senza attendere la scadenza dei termini per il ricorso al giudice.

Il principio, hanno specificato gli Ermellini, si applica anche in assenza di un provvedimento formale di sospensione dell’efficacia del diniego. La pendenza dei termini per l’impugnazione è di per sé sufficiente a impedire l’allontanamento forzato dal territorio nazionale.

Le Conclusioni

In conclusione, la Corte di Cassazione ha cassato con rinvio l’ordinanza del Giudice di Pace. Ciò significa che la decisione è stata annullata e la causa dovrà essere riesaminata da un altro magistrato dello stesso ufficio, che dovrà attenersi al principio di diritto enunciato dalla Suprema Corte. Questa pronuncia rafforza la tutela del diritto di difesa dei richiedenti asilo, stabilendo chiaramente che l’amministrazione non può procedere con l’espulsione fino a quando ogni via di ricorso legale non sia stata esaurita o i relativi termini non siano definitivamente scaduti.

Quando è illegittimo un decreto di espulsione nei confronti di un richiedente asilo?
Secondo la Corte, un decreto di espulsione è illegittimo se viene emesso o confermato mentre il procedimento di richiesta di protezione internazionale non è ancora definitivamente concluso. Questo include il periodo durante il quale il richiedente può ancora impugnare legalmente una decisione di diniego.

Cosa si intende per procedimento di protezione internazionale ‘non validamente concluso’?
Significa che non è sufficiente la decisione negativa della Commissione territoriale. Il procedimento si considera pendente finché non sono scaduti i termini per presentare ricorso contro tale decisione davanti al giudice ordinario.

Perché la Corte di Cassazione ha annullato la decisione del Giudice di Pace?
La Corte ha annullato la decisione perché il Giudice di Pace ha erroneamente considerato il procedimento di protezione concluso con il solo diniego della Commissione territoriale, senza verificare se fossero ancora aperti i termini per l’impugnazione giudiziaria, violando così il principio che vieta l’espulsione in pendenza di tali termini.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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