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Espulsione illegittima: la sanatoria blocca il decreto

La Corte di Cassazione ha stabilito che un’espulsione è illegittima se disposta mentre è ancora in corso una procedura di emersione del lavoro irregolare (sanatoria). La Corte ha chiarito che il semplice invio di un ‘preavviso di rigetto’ non conclude il procedimento amministrativo e, pertanto, non fa venir meno la sospensione del potere di espulsione prevista dalla legge. Di conseguenza, la sentenza che convalidava l’espulsione è stata annullata e il caso rinviato al Giudice di pace.

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Pubblicato il 13 dicembre 2025 in Diritto Civile, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Espulsione Illegittima: la Sanatoria Sospende il Decreto anche con Preavviso di Rigetto

L’ordinanza della Corte di Cassazione, n. 21974 del 2024, affronta un tema cruciale in materia di immigrazione, stabilendo un principio fondamentale a tutela dello straniero che ha presentato domanda di emersione dal lavoro irregolare. La Corte ha chiarito che un’espulsione illegittima si verifica quando il decreto viene emesso mentre la procedura di sanatoria è ancora pendente, specificando che il semplice invio di un ‘preavviso di rigetto’ non è sufficiente a considerare concluso il procedimento amministrativo e, di conseguenza, a riattivare il potere di espulsione.

I Fatti del Caso: Un Decreto di Espulsione Contestato

Un cittadino straniero, dopo la scadenza del suo permesso di soggiorno per motivi umanitari, presentava una domanda per l’emersione di un rapporto di lavoro irregolare ai sensi della normativa emergenziale del 2020. Successivamente, l’amministrazione gli notificava un ‘preavviso di rigetto’ della domanda, motivato dalla pendenza di un procedimento penale a suo carico. Senza attendere la conclusione del procedimento di sanatoria con un atto definitivo, il Prefetto emetteva un decreto di espulsione dal territorio nazionale.

Il cittadino si opponeva al decreto, ma il Giudice di pace rigettava l’opposizione, ritenendo che il preavviso di rigetto, in assenza di osservazioni da parte dell’interessato, avesse di fatto definito la procedura di regolarizzazione. Contro questa decisione, lo straniero proponeva ricorso per cassazione.

La Questione Giuridica: Sospensione del Procedimento e Natura del Preavviso di Rigetto

Il cuore della controversia risiede nell’interpretazione dell’art. 103 del D.L. n. 34/2020. Questa norma prevede espressamente che, dalla data di presentazione della domanda di sanatoria e fino alla conclusione del relativo procedimento, i procedimenti penali e amministrativi per l’ingresso e il soggiorno irregolare sono sospesi. Durante tale periodo, lo straniero non può essere espulso, salvo che per motivi di particolare gravità e pericolosità sociale.

Il punto cruciale era stabilire se la comunicazione del preavviso di rigetto, ai sensi dell’art. 10-bis della legge n. 241/1990, potesse essere considerata un atto conclusivo del procedimento, tale da far cessare la sospensione e legittimare l’emissione del decreto di espulsione.

Espulsione illegittima e sanatoria pendente: le motivazioni della Cassazione

La Corte di Cassazione ha accolto il ricorso, ritenendo fondate le censure del ricorrente e cassando la sentenza del Giudice di pace. Le motivazioni si basano su due pilastri argomentativi fondamentali.

La Natura del Preavviso di Rigetto

I giudici di legittimità hanno ribadito un principio consolidato nella giurisprudenza amministrativa: il preavviso di rigetto non è un provvedimento finale. Esso costituisce uno strumento di partecipazione procedimentale, finalizzato a informare l’interessato dei motivi ostativi all’accoglimento della sua istanza, per consentirgli di presentare osservazioni e documenti. La sua comunicazione sospende i termini per la conclusione del procedimento, ma non lo definisce. Solo un provvedimento espresso di rigetto o archiviazione può porre fine alla procedura di sanatoria.

L’Effetto Sospensivo della Domanda di Emersione

Di conseguenza, poiché al momento dell’emissione del decreto di espulsione non era ancora intervenuto un atto definitivo di rigetto della domanda di sanatoria, il procedimento doveva considerarsi ancora pendente. Pertanto, operava pienamente il divieto di espulsione previsto dall’art. 103, comma diciassettesimo, del D.L. 34/2020. La Corte ha specificato che il giudice, in sede di opposizione all’espulsione, deve limitarsi a verificare l’effettiva presentazione della domanda di sanatoria in data anteriore al decreto, senza poter fare pronostici sull’esito della stessa. L’espulsione emessa dopo la presentazione della domanda è, quindi, illegittima, a meno che non ricorrano le specifiche e gravi condizioni di pericolosità previste dalla legge, che nel caso di specie non erano state accertate.

Le Conclusioni: Principio di Diritto e Implicazioni Pratiche

La decisione della Corte di Cassazione rafforza le garanzie per i cittadini stranieri che intraprendono un percorso di regolarizzazione. Si afferma il principio secondo cui la protezione contro l’espulsione dura per tutta la pendenza del procedimento di sanatoria, e tale pendenza non cessa con la mera comunicazione di un preavviso di rigetto. Per poter legittimamente espellere lo straniero, l’Amministrazione deve prima concludere il procedimento di emersione con un provvedimento finale e definitivo di rigetto. Questa ordinanza rappresenta un importante punto di riferimento per la gestione dei procedimenti amministrativi in materia di immigrazione, sottolineando l’importanza del rispetto delle garanzie procedurali previste a tutela del cittadino.

Un cittadino straniero può essere espulso se ha presentato una domanda di sanatoria ancora in corso?
No, la legge (art. 103 del d.l. n. 34/2020) prevede che dalla presentazione della domanda e fino alla conclusione del procedimento di regolarizzazione, vige il divieto di espulsione, a meno che lo straniero non sia considerato una minaccia per l’ordine pubblico o la sicurezza dello Stato.

La comunicazione di un ‘preavviso di rigetto’ della domanda di sanatoria conclude il procedimento?
No, la Corte di Cassazione ha chiarito che il preavviso di rigetto non è un atto conclusivo. È uno strumento partecipativo che permette all’interessato di presentare le proprie osservazioni. Il procedimento si conclude solo con un provvedimento espresso di rigetto o archiviazione.

Cosa accade a un decreto di espulsione emesso in violazione di questo divieto?
Un decreto di espulsione emesso mentre la procedura di sanatoria è ancora legalmente pendente è illegittimo e deve essere annullato. Il giudice chiamato a decidere sull’opposizione deve verificare solo che la domanda di sanatoria sia stata presentata prima del decreto di espulsione.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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