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Esonero spese processuali: la dichiarazione è valida

Una cittadina con un reddito basso è stata erroneamente condannata al pagamento delle spese legali in una controversia previdenziale. La Corte di Cassazione ha annullato la decisione, stabilendo che la dichiarazione iniziale per l’esonero spese processuali è sufficiente e valida per l’intera durata del procedimento, garantendo così il diritto all’esenzione.

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Pubblicato il 11 dicembre 2025 in Diritto del Lavoro, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Esonero spese processuali: la dichiarazione iniziale è sufficiente

L’accesso alla giustizia è un diritto fondamentale, ma i costi di un processo possono rappresentare un ostacolo insormontabile. Per questo, la legge prevede l’esonero spese processuali per chi si trova in determinate condizioni di reddito, specialmente nelle delicate materie previdenziali e assistenziali. Un’ordinanza della Corte di Cassazione ha recentemente ribadito un principio cruciale: la dichiarazione sostitutiva presentata all’inizio della causa è sufficiente per l’intero procedimento, senza bisogno di essere ripetuta. Vediamo nel dettaglio questa importante decisione.

I fatti del caso: una condanna ingiusta

Una cittadina avviava una causa contro un istituto previdenziale per ottenere una prestazione assistenziale. Nonostante avesse un reddito personale al di sotto della soglia prevista dalla legge, al termine del giudizio di primo grado veniva condannata dal Tribunale al pagamento delle spese processuali. La motivazione della sentenza faceva riferimento a una presunta “assenza di dichiarazione reddituale”.

La ricorrente, tuttavia, aveva correttamente depositato, sia nel ricorso iniziale (ATPO) sia nel successivo giudizio di opposizione, una dichiarazione sostitutiva che attestava il suo reddito e l’impegno a comunicare eventuali variazioni. Sentendosi ingiustamente penalizzata, decideva di impugnare la sentenza dinanzi alla Corte di Cassazione.

La questione giuridica: validità ed efficacia della dichiarazione

Il cuore della controversia verteva sull’interpretazione dell’art. 152 delle disposizioni di attuazione del codice di procedura civile. La norma stabilisce che, nei giudizi per prestazioni previdenziali, la parte con un reddito basso non può essere condannata al pagamento delle spese in caso di sconfitta (soccombenza).

Per beneficiare di tale esonero, è necessario presentare una dichiarazione sostitutiva. Il dubbio interpretativo riguardava la forma, il momento e l’efficacia di tale dichiarazione nel corso dei vari gradi di giudizio.

L’importanza dell’esonero spese processuali nella decisione della Cassazione

La Corte di Cassazione ha accolto il ricorso della cittadina, cassando la sentenza del Tribunale e chiarendo in modo definitivo i requisiti per ottenere il beneficio. La decisione si fonda su due pilastri fondamentali.

La prevalenza del dispositivo sulla motivazione

In via preliminare, la Corte ha risolto un contrasto interno alla sentenza impugnata. Mentre la motivazione condannava la ricorrente al pagamento sia delle spese di lite che di quelle per la consulenza tecnica (CTU), il dispositivo (la parte decisionale finale) la condannava solo alle spese di lite. I Giudici hanno ribadito che, nel rito del lavoro, il dispositivo prevale sempre sulla motivazione. Pertanto, la condanna per le spese di CTU doveva considerarsi come mai emessa.

La corretta presentazione della dichiarazione di esonero

Sul punto centrale, la Corte ha affermato che la dichiarazione di esonero presentata all’inizio del giudizio di primo grado estende la sua efficacia anche ai gradi successivi, senza necessità di essere ripresentata. La legge non impone formule sacramentali o schemi predeterminati. È sufficiente che la dichiarazione, anche se redatta su un foglio separato ma allegata al ricorso, contenga gli elementi essenziali: la sottoscrizione della parte, la data e l’impegno a comunicare variazioni reddituali.

Le motivazioni

La Suprema Corte ha motivato la sua decisione richiamando la ratio della norma, che è quella di semplificare l’accesso alla tutela giurisdizionale per diritti costituzionalmente garantiti. Imporre formalismi rigidi o la ripetizione della dichiarazione in ogni fase del processo sarebbe contrario a questo spirito di favore. La giurisprudenza consolidata, citata nell’ordinanza, interpreta l’art. 152 disp. att. c.p.c. nel senso che la dichiarazione sostitutiva deve essere formulata con il ricorso introduttivo di primo grado ed esplica la sua efficacia, senza necessità di ulteriore reiterazione, anche nei gradi successivi.

Il Tribunale, ignorando la dichiarazione regolarmente prodotta e documentata nel ricorso in Cassazione (nel rispetto del principio di autosufficienza), ha esercitato un potere – quello di condannare alle spese – che in quel caso specifico gli era precluso dalla legge. La statuizione sulle spese, pur essendo espressione di un potere officioso del giudice, diventa illegittima quando la legge stessa, in presenza di determinate condizioni, vieta la condanna.

Le conclusioni

Questa ordinanza rafforza un principio fondamentale a tutela dei cittadini più deboli. In sintesi, le implicazioni pratiche sono chiare:

1. Una sola dichiarazione basta: Per ottenere l’esonero dal pagamento delle spese processuali nelle cause previdenziali, è sufficiente presentare la dichiarazione reddituale all’inizio del primo grado.
2. Nessun formalismo eccessivo: La legge non richiede l’uso di moduli specifici. Una dichiarazione chiara, sottoscritta e allegata al ricorso è pienamente valida.
3. Il giudice non può ignorarla: Se la dichiarazione è stata correttamente presentata, il giudice non può condannare la parte al pagamento delle spese, anche se risulta soccombente. Un provvedimento contrario è illegittimo e può essere annullato.

Quando si presenta la dichiarazione per l’esonero dal pagamento delle spese processuali?
La dichiarazione deve essere formulata con il ricorso introduttivo del giudizio di primo grado. Una volta presentata, la sua efficacia si estende anche ai gradi di giudizio successivi senza bisogno di essere ripetuta, a meno che non cambino le condizioni reddituali.

La dichiarazione per l’esonero spese processuali deve avere una forma specifica?
No, la legge non impone l’uso di uno schema predeterminato o di formule rigide. È sufficiente che la dichiarazione sostitutiva di certificazione contenga i connotati necessari, quali la sottoscrizione della parte, una data certa e l’impegno a comunicare eventuali variazioni di reddito. Può anche essere redatta su un foglio separato e allegata al ricorso.

Se la dichiarazione di esonero viene presentata correttamente, il giudice può comunque condannare al pagamento delle spese?
No. Se la parte possiede i requisiti reddituali e ha presentato la relativa dichiarazione secondo le modalità previste, il giudice non ha il potere di condannarla al pagamento delle spese, competenze ed onorari in caso di soccombenza, come stabilito dall’art. 152 disp. att. cod. proc. civ. Una decisione contraria è illegittima.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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