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Esonero spese processuali: la Cassazione chiarisce

Un cittadino era stato ingiustamente condannato a pagare le spese legali a un ente previdenziale, nonostante avesse dichiarato un reddito basso. La Corte di Cassazione ha confermato il suo diritto all’esonero spese processuali, specificando che una semplice dichiarazione firmata nell’atto iniziale del processo è sufficiente, senza bisogno di moduli specifici o di ripeterla nei gradi di giudizio successivi.

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Pubblicato il 10 dicembre 2025 in Diritto del Lavoro, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Esonero Spese Processuali: Come e Quando si Applica nelle Cause Previdenziali

Nelle controversie contro gli enti previdenziali, la legge tutela i cittadini con redditi bassi. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ribadisce i principi fondamentali per ottenere l’esonero spese processuali, un beneficio cruciale per garantire a tutti l’accesso alla giustizia. La pronuncia chiarisce che non sono necessarie formalità complesse o documenti aggiuntivi: una semplice dichiarazione inserita nell’atto introduttivo del giudizio è sufficiente e valida per l’intero processo.

I Fatti del Caso

Un cittadino aveva avviato un procedimento contro un ente previdenziale per il riconoscimento di una prestazione assistenziale. Nel suo ricorso iniziale, aveva regolarmente inserito una dichiarazione in cui attestava di possedere un reddito familiare inferiore ai limiti di legge previsti per l’esonero dal pagamento delle spese di lite. Nonostante ciò, il Tribunale, pur respingendo la sua opposizione nel merito, lo aveva condannato a pagare le spese processuali in favore dell’ente.

L’Errore del Giudice di Primo Grado

Il Tribunale aveva erroneamente ritenuto che la dichiarazione del cittadino non fosse sufficiente, pretendendo di fatto l’allegazione di una documentazione reddituale separata non richiesta dalla legge. Il cittadino, ritenendo la condanna ingiusta e illegittima, ha proposto ricorso per Cassazione, lamentando la violazione e la falsa applicazione dell’art. 152 delle disposizioni di attuazione del codice di procedura civile, norma che regola appunto l’esonero per i non abbienti nelle cause previdenziali.

L’Analisi della Cassazione sull’Esonero Spese Processuali

La Corte di Cassazione ha accolto il ricorso del cittadino, censurando la decisione del Tribunale. Gli Ermellini hanno richiamato la loro giurisprudenza consolidata, riaffermando alcuni principi chiave in materia.

In primo luogo, la dichiarazione sostitutiva necessaria per beneficiare dell’esonero deve essere formulata nell’atto introduttivo del giudizio di primo grado. Una volta presentata, essa esplica la sua efficacia per tutto il corso del processo, senza bisogno di essere ripetuta in appello o in altri gradi successivi. L’unico obbligo per il dichiarante è comunicare eventuali variazioni di reddito che facciano venir meno le condizioni per il beneficio.

In secondo luogo, la legge non impone un modello specifico o formule rigide per questa dichiarazione. L’obiettivo della normativa è semplificare l’accesso alla tutela giurisdizionale. Pertanto, è sufficiente che la dichiarazione, anche se redatta su un foglio separato, sia sottoscritta personalmente dalla parte e richiamata espressamente nel ricorso.

Le Motivazioni

La Corte ha motivato la sua decisione sottolineando che l’interpretazione del Tribunale era contraria alla ratio della norma, che mira a favorire l’accesso alla giustizia per i diritti costituzionalmente garantiti, come quelli previdenziali e assistenziali. Pretendere l’allegazione di una separata dichiarazione reddituale, non prevista dalla legge, costituisce un formalismo ingiustificato. La dichiarazione del ricorrente conteneva tutti gli elementi essenziali: la sottoscrizione personale, l’attestazione delle condizioni reddituali e l’impegno a comunicare variazioni. Di conseguenza, il Tribunale non aveva il potere di condannarlo al pagamento delle spese di lite. La statuizione sulle spese, pur essendo espressione di un potere officioso del giudice, diventa illegittima se emessa in assenza del potere in concreto, come nel caso di specie, dove la legge esplicitamente esclude la condanna per chi ha diritto all’esonero.

Le Conclusioni

L’ordinanza ha cassato la sentenza del Tribunale nella parte relativa alla condanna alle spese, senza necessità di un nuovo giudizio sul punto (cassazione senza rinvio). L’ente previdenziale è stato condannato a rimborsare al cittadino tutte le spese legali sostenute per il giudizio in Cassazione. Questa decisione rafforza la tutela per i cittadini più deboli, confermando che l’accesso alla giustizia in materia previdenziale non può essere ostacolato da requisiti formali non espressamente previsti dalla legge. È un monito per i giudici di merito a interpretare le norme sull’esonero spese processuali in modo da garantirne l’effettiva applicazione.

È necessario ripetere la dichiarazione di basso reddito in ogni grado di giudizio per ottenere l’esonero dalle spese processuali?
No, la Corte di Cassazione ha chiarito che la dichiarazione formulata con il ricorso introduttivo di primo grado è efficace anche per i gradi successivi, senza necessità di reiterazione, a meno che le condizioni reddituali non cambino.

La legge richiede un modulo specifico o un documento separato per dichiarare il proprio reddito ai fini dell’esonero?
No, la sentenza afferma che la legge non impone uno schema predeterminato né l’utilizzo di formule rigide. Non è nemmeno richiesto di allegare una separata dichiarazione reddituale. È sufficiente che la dichiarazione sostitutiva, sottoscritta personalmente dalla parte, sia inserita o richiamata nell’atto introduttivo del giudizio.

Cosa succede se un giudice condanna al pagamento delle spese una parte che ha diritto all’esonero?
La Corte di Cassazione può cassare (annullare) la sentenza in quella parte specifica. In questo caso, la Corte ha annullato la condanna alle spese senza rinvio al giudice precedente, ritenendo che quest’ultimo avesse agito in mancanza di potere, e ha condannato l’ente previdenziale a rimborsare le spese del giudizio di legittimità.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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