LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Esonero spese condominiali: costruttore esentato

Una società acquirente ha contestato la validità di una clausola che garantiva al costruttore un esonero del 90% sulle spese condominiali per le unità invendute. La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso, confermando la piena legittimità di tale clausola quando inserita in un regolamento condominiale di natura contrattuale, accettato dall’acquirente al momento del rogito. La Corte ha stabilito che tali pattuizioni possono derogare ai criteri legali e possono essere modificate solo con l’unanimità dei consensi.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)
Pubblicato il 8 ottobre 2025 in Diritto Civile, Diritto Immobiliare, Giurisprudenza Civile

Esonero Spese Condominiali: La Cassazione Conferma la Validità per il Costruttore

L’esonero spese condominiali a favore del costruttore per gli immobili invenduti è una questione che genera frequenti contenziosi. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ha ribadito un principio consolidato: se tale esonero è previsto in un regolamento condominiale di natura contrattuale, accettato al momento dell’acquisto, la clausola è pienamente valida e vincolante. Analizziamo insieme questa importante decisione.

I Fatti di Causa

Una società immobiliare, acquirente di alcune unità all’interno di un centro commerciale, citava in giudizio la società costruttrice e venditrice. L’oggetto del contendere era l’articolo 19 del regolamento di condominio, che prevedeva un esonero spese condominiali pari al 90% a favore del costruttore per tutti i locali rimasti invenduti. L’acquirente sosteneva che tale clausola fosse lesiva dei diritti degli altri condomini, anacronistica e priva di fondamento, chiedendone la dichiarazione di inapplicabilità.

Sia il Tribunale in primo grado che la Corte d’Appello rigettavano la domanda, confermando l’efficacia della clausola. La questione è quindi giunta dinanzi alla Corte di Cassazione.

La Natura del Regolamento Condominiale Contrattuale

Il punto centrale della decisione ruota attorno alla distinzione tra regolamento condominiale assembleare e regolamento contrattuale. Quest’ultimo è quello predisposto dall’originario unico proprietario o costruttore dell’edificio e viene allegato o richiamato nei singoli atti di acquisto.

Accettando il regolamento al momento del rogito, l’acquirente accetta anche tutte le sue clausole, comprese quelle che possono derogare ai criteri legali di ripartizione delle spese previsti dall’art. 1123 del Codice Civile. Queste clausole, avendo natura contrattuale, possono essere modificate solo con un nuovo accordo unanime di tutti i condomini.

Validità della Clausola di Esonero Spese Condominiali

La società ricorrente sosteneva che la clausola fosse nulla per diversi motivi, tra cui la sua natura vessatoria e il fatto che costituisse una condizione meramente potestativa, ovvero una condizione il cui avveramento dipende dalla mera volontà del costruttore (vendere o non vendere). La Corte di Cassazione ha respinto tutte queste argomentazioni.

I giudici hanno chiarito che, una volta che la clausola è inserita in un regolamento contrattuale e accettata per relationem (cioè tramite richiamo nell’atto di acquisto), essa diventa parte integrante dell’accordo tra le parti e pienamente vincolante.

Le Motivazioni della Corte di Cassazione

La Corte ha fondato la sua decisione su principi giuridici consolidati. In primo luogo, ha riaffermato la legittimità delle convenzioni che derogano all’art. 1123 c.c., purché approvate all’unanimità, come avviene con l’accettazione del regolamento contrattuale da parte di ogni acquirente. L’esonero spese condominiali è una di queste possibili deroghe.

In secondo luogo, la Corte ha escluso che la condizione legata alla vendita o locazione dei locali fosse “meramente potestativa”. La decisione di vendere o affittare non è un mero capriccio del costruttore, ma risponde a un preciso e concreto interesse economico e imprenditoriale. L’evento (la vendita) che pone fine all’esonero non dipende quindi da una volontà arbitraria, ma da una logica commerciale. Pertanto, la clausola non è affetta dalla nullità prevista dall’art. 1355 c.c.

Infine, è stata esclusa l’applicabilità della normativa a tutela del consumatore, sia perché l’acquirente era una società (e non un consumatore), sia per ragioni temporali, essendo l’acquisto avvenuto prima dell’entrata in vigore della direttiva europea sulle clausole vessatorie.

Conclusioni

Questa ordinanza della Cassazione offre un importante promemoria: il regolamento condominiale è un documento fondamentale che va letto con la massima attenzione prima di procedere all’acquisto di un immobile. Le clausole in esso contenute, se di natura contrattuale, hanno forza di legge tra le parti e possono stabilire regole particolari, come un esonero spese condominiali per il costruttore, che sono difficilmente modificabili in futuro. Per i costruttori, rappresenta la conferma di poter tutelare i propri interessi economici per le unità invendute attraverso strumenti contrattuali legittimi, purché chiaramente esplicitati e accettati dagli acquirenti.

È legittima una clausola che esonera il costruttore dal pagamento delle spese condominiali per gli appartamenti invenduti?
Sì, secondo la Corte di Cassazione la clausola è legittima se contenuta in un regolamento condominiale di natura contrattuale, predisposto dal costruttore e accettato da ogni acquirente al momento della firma dell’atto di compravendita.

Un regolamento condominiale può derogare ai criteri legali di ripartizione delle spese?
Sì, un regolamento di natura contrattuale, approvato all’unanimità (anche tramite l’accettazione nei singoli atti di acquisto), può stabilire criteri di ripartizione delle spese diversi da quelli previsti dalla legge (art. 1123 c.c.), inclusa l’esenzione parziale o totale per alcuni condomini.

La clausola di esonero dalle spese per il costruttore è una condizione meramente potestativa e quindi nulla?
No, la Corte ha stabilito che non si tratta di una condizione meramente potestativa. La fine dell’esenzione è legata alla vendita o locazione dell’immobile, eventi che non dipendono da un mero capriccio del costruttore ma da un suo preciso interesse economico e imprenditoriale a collocare le unità sul mercato.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

Il costo della consulenza legale è di € 150,00.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati