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Esonero prospetto informativo: quando si applica?

La Corte di Cassazione ha chiarito i criteri per l’esonero dal prospetto informativo in caso di offerte pubbliche. Nel caso esaminato, un’Autorità di Vigilanza aveva sanzionato tre società, ritenendo che le loro singole offerte costituissero un’unica operazione elusiva. La Suprema Corte ha respinto tale visione, stabilendo che, se le società sono giuridicamente distinte (soggetti emittenti diversi) e i prodotti finanziari offerti, pur simili, sono legati a specifici affari con rischi distinti (non sono il “medesimo prodotto”), le offerte non possono essere sommate. La sentenza conferma che per l’applicazione dell’esonero prospetto informativo prevalgono le distinzioni formali e sostanziali, anche in presenza di un apparente disegno unitario.

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Esonero Prospetto Informativo: La Cassazione Chiarisce i Limiti per Offerte Plurime

Quando più società, pur collegate da amministratori e soci comuni, effettuano distinte offerte di prodotti finanziari, tali operazioni possono essere considerate un’unica grande offerta al pubblico? A questa domanda cruciale ha risposto la Corte di Cassazione con una recente ordinanza, tracciando una linea netta sui requisiti per l’esonero prospetto informativo. L’analisi della Corte offre importanti spunti sulla distinzione tra pluralità di emittenti e “disegno unitario”, e sulla corretta interpretazione del concetto di “medesimo prodotto finanziario”.

I Fatti: Un’Operazione Finanziaria Sotto la Lente della Vigilanza

Il caso trae origine da una sanzione irrogata da un’Autorità di Vigilanza a tre società di capitali e al loro amministratore unico. Le società avevano raccolto ingenti capitali da centinaia di investitori attraverso la costituzione di diciannove “patrimoni destinati” a specifici affari immobiliari in Brasile. Secondo l’Autorità, questa attività, sebbene frammentata, configurava un’unica offerta al pubblico di prodotti finanziari, condotta in violazione dell’obbligo di pubblicare un prospetto informativo.

La tesi della Vigilanza si fondava sull’esistenza di un “disegno unitario”, evidenziato dal collegamento soggettivo (stesso amministratore, medesimi soci) e oggettivo (uniformità della documentazione, similarità delle operazioni) tra le tre entità. Aggregando le offerte, sia il numero di investitori che il controvalore totale superavano le soglie previste dalla legge per l’esenzione.

La Decisione della Corte d’Appello: Prevalgono le Distinzioni Formali

Le società sanzionate si sono opposte e la Corte d’Appello ha dato loro ragione, annullando la delibera. Il giudice di secondo grado ha ritenuto che sussistessero le condizioni per l’esonero dall’obbligo di prospetto, basandosi su due pilastri:

1. Profilo Soggettivo: Le offerte provenivano da tre soggetti giuridicamente distinti. La legge sull’esonero richiede di considerare le offerte effettuate dal “medesimo emittente”. Non era possibile, secondo la Corte, superare la pluralità di entità legali solo sulla base di un presunto “disegno unitario”.
2. Profilo Oggettivo: I prodotti finanziari offerti non erano il “medesimo prodotto”. Ogni patrimonio destinato era legato a uno “specifico affare” (es. acquisizione di terreni, costruzione di villette), con società operative e holding brasiliane diverse per ogni progetto. Di conseguenza, ogni investimento incorporava un rischio specifico e distinto, rendendo i prodotti non sovrapponibili ai fini del calcolo aggregato.

Esonero Prospetto Informativo e il Ricorso in Cassazione

L’Autorità di Vigilanza ha impugnato la decisione dinanzi alla Corte di Cassazione, contestando l’interpretazione sull’esonero prospetto informativo. I motivi del ricorso erano principalmente due. In primo luogo, la nozione di “medesimo prodotto finanziario” doveva essere intesa in senso più ampio, riferendosi al genus dello strumento (partecipazioni finanziarie in un affare) e non allo specifico rischio di ogni singolo progetto. In secondo luogo, la Corte d’Appello avrebbe errato a non applicare i principi sul concorso di persone nell’illecito amministrativo, che avrebbero permesso di ricondurre le azioni delle tre società a un’unica condotta illecita coordinata.

Le Motivazioni della Suprema Corte

La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso, confermando la sentenza d’appello e fornendo chiarimenti fondamentali.

L’Interpretazione del “Medesimo Prodotto Finanziario”

La Suprema Corte ha stabilito che la valutazione della Corte d’Appello sulla diversità dei prodotti era un accertamento di fatto, non sindacabile in sede di legittimità. Tuttavia, ha colto l’occasione per precisare che l’interpretazione corretta della locuzione “medesimo prodotto finanziario”, ai fini dell’esonero, non riguarda strumenti appartenenti allo stesso genere (es. azioni, obbligazioni), ma allude a strumenti finanziari omogenei che condividono un identico e unico rischio connesso all’impiego del capitale.
Poiché nel caso di specie ogni patrimonio destinato finanziava un’operazione immobiliare distinta, con vicende e prospettive di utili e perdite diverse, era corretto concludere che i rischi non fossero identici e, di conseguenza, i prodotti fossero diversi.

L’Inapplicabilità del “Disegno Unitario” per Aggirare le Norme sull’Emittente

Anche sul piano soggettivo, la Cassazione ha respinto la tesi dell’Autorità. La norma sull’esonero è chiara nel richiedere l’identità del soggetto emittente per poter sommare le offerte. La presenza di tre società giuridicamente distinte costituisce un ostacolo formale insuperabile.
Inoltre, il richiamo alla disciplina del concorso di persone nell’illecito è stato ritenuto non pertinente. Tale disciplina postula che un illecito sia già stato commesso. Nel caso in esame, il giudice di merito aveva escluso proprio la sussistenza di un illecito, avendo ritenuto applicabile la norma di esonero. In altre parole, il concorso di persone non può essere utilizzato per creare l’illecito, unificando artificialmente condotte che, prese singolarmente, sono lecite.

Le Conclusioni: Implicazioni Pratiche della Sentenza

Questa ordinanza della Cassazione rafforza il principio di legalità e il valore della forma giuridica nel diritto dei mercati finanziari. Le implicazioni pratiche sono significative:

* Rilevanza della Struttura Societaria: La costituzione di veicoli societari distinti per diverse operazioni finanziarie è una strategia legittima che, se correttamente implementata, impedisce l’aggregazione delle offerte ai fini del superamento delle soglie di esenzione.
* Centralità del Rischio Specifico: Per determinare se più offerte riguardino il “medesimo prodotto”, l’analisi deve concentrarsi non sulla tipologia di strumento, ma sulla condivisione di un rischio identico e unico. Offerte relative a progetti diversi, con diverse probabilità di successo, non possono essere sommate.
* Limiti al Potere della Vigilanza: La sentenza pone un freno alla tendenza delle autorità di vigilanza di utilizzare concetti come il “disegno unitario” per superare i chiari requisiti testuali delle norme, riaffermando che l’interpretazione deve rimanere ancorata al dato normativo.

Più società collegate possono essere considerate un unico “emittente” ai fini dell’obbligo di prospetto?
No. La Corte di Cassazione ha stabilito che se le società sono soggetti giuridicamente distinti, non possono essere considerate un unico emittente, anche se vi sono collegamenti personali tra di esse (stesso amministratore o soci). La pluralità di emittenti impedisce di sommare le loro singole offerte per verificare il superamento delle soglie di esonero.

Cosa si intende per “medesimo prodotto finanziario” ai fini dell’esonero dal prospetto informativo?
Non si fa riferimento al genere o alla tipologia dello strumento finanziario (es. partecipazioni), ma a prodotti che condividono un “identico e unico rischio connesso all’impiego del capitale”. Se le offerte riguardano affari diversi, con rischi specifici e distinti (come diversi progetti immobiliari), non si tratta del medesimo prodotto, e quindi i loro controvalori non possono essere sommati.

Il concetto di “disegno unitario” può essere usato per superare i requisiti formali per l’esonero dal prospetto?
No. La Suprema Corte ha chiarito che il richiamo a un “disegno unitario” o alla disciplina del concorso di persone nell’illecito non può essere utilizzato per aggirare i requisiti formali previsti dalla norma per l’esonero, come la necessità che le offerte provengano dal “medesimo emittente”. Tale disciplina si applica quando un illecito è già stato commesso, non per crearne uno unificando condotte singolarmente lecite.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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