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Esonero dal servizio: calcolo del trattamento economico

L’ordinanza analizza il caso di due lavoratori in esonero dal servizio e la loro controversia con l’ente previdenziale sul calcolo del trattamento economico. La Corte di Cassazione ha accolto parzialmente il ricorso dell’ente, stabilendo che i compensi per progetti specifici non rientrano automaticamente nella base di calcolo. Ha invece confermato il diritto dei lavoratori all’indennità per le ferie non godute e chiarito i criteri per il calcolo della tredicesima, rinviando alla Corte d’Appello per una nuova valutazione sui compensi accessori.

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Pubblicato il 30 ottobre 2025 in Diritto del Lavoro, Giurisprudenza Civile

Esonero dal servizio: la Cassazione chiarisce il calcolo del trattamento economico

L’istituto dell’esonero dal servizio rappresenta un’opportunità per i lavoratori prossimi alla pensione di anticipare l’uscita dal mondo del lavoro, pur conservando un legame con l’ente di appartenenza. Tuttavia, la determinazione del trattamento economico spettante in questo periodo transitorio può generare complesse controversie. Con l’Ordinanza n. 3339/2024, la Corte di Cassazione interviene per fare chiarezza su tre aspetti cruciali: l’inclusione dei compensi accessori, il diritto all’indennità per ferie non godute e il calcolo della tredicesima.

I Fatti del Caso: una controversia sul trattamento economico

Due dipendenti di un ente previdenziale, dopo aver presentato domanda irrevocabile di esonero dal servizio, contestavano il calcolo del trattamento economico provvisorio effettuato dal loro datore di lavoro. Le doglianze riguardavano in particolare tre punti:
1. La mancata inclusione, nella base di calcolo, dei compensi percepiti per la partecipazione a un progetto decentrato.
2. Il mancato pagamento dell’indennità sostitutiva per le ferie maturate e non godute nell’ultimo anno di servizio.
3. L’errato calcolo della tredicesima mensilità per l’anno di passaggio all’esonero.

Mentre il Tribunale e la Corte d’Appello avevano dato ragione ai lavoratori, l’ente previdenziale ha proposto ricorso per cassazione, portando la questione all’attenzione della Suprema Corte.

La Decisione della Corte di Cassazione

La Corte di Cassazione ha esaminato i tre motivi di ricorso presentati dall’ente, giungendo a una decisione articolata che accoglie parzialmente le ragioni del datore di lavoro, ma conferma importanti tutele per i lavoratori.

Primo Motivo: l’inclusione dei compensi per progetti

La Corte ha accolto questo motivo. Ha chiarito che il trattamento economico durante l’esonero dal servizio deve basarsi sulle ‘competenze fisse ed accessorie’ risultanti dall’ultima busta paga. Tuttavia, le retribuzioni ‘contingenti’, ovvero quelle legate a occasionalità, transitorietà o al raggiungimento di specifici risultati, devono essere escluse. I compensi derivanti da ‘Progetti Decentrati’ sono spesso variabili e di carattere una tantum, pertanto la Corte d’Appello ha errato nel includerli automaticamente senza verificare la loro natura fissa e continuativa. La sentenza è stata cassata su questo punto, con rinvio a un nuovo giudice per una valutazione più approfondita.

Secondo Motivo: il diritto all’indennità per ferie non godute nell’esonero dal servizio

Questo motivo è stato rigettato. La Cassazione ha riaffermato, in linea con il diritto dell’Unione Europea, che le ferie sono un diritto fondamentale e irrinunciabile. La perdita del diritto all’indennità sostitutiva può verificarsi solo se il datore di lavoro dimostra di aver invitato formalmente il lavoratore a fruire delle ferie, avvisandolo della loro perdita in caso contrario. Nel caso di specie, i lavoratori avevano chiesto di godere delle ferie, ma avevano ricevuto un invito a soprassedere per esigenze di servizio. Pertanto, la loro richiesta di monetizzazione era legittima.

Terzo Motivo: il calcolo della tredicesima mensilità

Anche questo motivo è stato rigettato. La Corte ha ritenuto corretta l’interpretazione della Corte territoriale, la quale aveva applicato la norma del contratto collettivo (CCNL) secondo cui, nei periodi che comportano la ‘riduzione del trattamento economico’, anche il rateo della tredicesima ‘è ridotto nella stessa proporzione’. L’ingresso nella posizione di esonero dal servizio comporta una tale riduzione, giustificando un ricalcolo proporzionale della tredicesima.

Le Motivazioni della Corte

Le motivazioni della Corte si fondano su una distinzione netta tra le diverse componenti della retribuzione e sulla tutela di diritti fondamentali del lavoratore. Per quanto riguarda i compensi accessori, la Cassazione ha sottolineato che la norma sull’esonero (art. 72, d.l. 112/2008) mira a garantire una percentuale del trattamento ‘ordinario’, escludendo elementi variabili e non prevedibili che non fanno parte della retribuzione stabile. Qualsiasi inclusione di tali voci deve essere rigorosamente provata e non può essere presunta.

Sul tema delle ferie, la Corte ha recepito pienamente l’orientamento della Corte di Giustizia Europea, ponendo l’onere della prova a carico del datore di lavoro. Non è il lavoratore a dover dimostrare di non aver potuto godere delle ferie per cause di forza maggiore, ma è il datore a dover provare di aver fatto tutto il possibile per garantirne la fruizione. Questo principio protegge il lavoratore anche quando la cessazione del rapporto avviene per sua scelta, come nel caso dell’esonero.

Infine, per la tredicesima, la motivazione è prettamente interpretativa della normativa contrattuale. La Corte ha ritenuto logico e corretto applicare il principio di proporzionalità previsto dal CCNL a una situazione, come l’esonero, che comporta una significativa e predeterminata riduzione dello stipendio.

Le Conclusioni

In conclusione, la Corte di Cassazione ha stabilito che la sentenza d’appello deve essere annullata limitatamente alla questione dei compensi per i progetti decentrati, che dovranno essere riesaminati dalla Corte d’Appello di Cagliari in diversa composizione. Vengono invece confermate le decisioni favorevoli ai lavoratori per quanto riguarda il diritto all’indennità sostitutiva delle ferie non godute e le modalità di calcolo della tredicesima mensilità. Questa ordinanza fornisce importanti principi guida per il corretto calcolo del trattamento economico durante l’esonero dal servizio, bilanciando le esigenze dell’ente con la tutela dei diritti inderogabili dei lavoratori.

I compensi per la partecipazione a progetti specifici rientrano nel calcolo del trattamento economico durante l’esonero dal servizio?
Risposta: Non automaticamente. La Corte di Cassazione ha stabilito che tali compensi, avendo spesso carattere variabile e occasionale (‘una tantum’), non possono essere inclusi se non si dimostra il loro carattere fisso ed accessorio, come richiesto dalla normativa sull’esonero dal servizio.

Un dipendente che sceglie l’esonero dal servizio ha diritto all’indennità per le ferie non godute?
Risposta: Sì. Secondo la Corte, il diritto all’indennità sostitutiva per ferie non godute è un principio fondamentale e irrinunciabile. Il datore di lavoro può negarlo solo se prova di aver formalmente invitato il lavoratore a godere delle ferie, avvisandolo che altrimenti le avrebbe perse. La scelta volontaria di accedere all’esonero non è sufficiente a far perdere questo diritto.

Come si calcola la tredicesima mensilità per l’anno in cui inizia l’esonero dal servizio?
Risposta: La tredicesima mensilità deve essere ridotta nella stessa proporzione del trattamento economico complessivo. La Corte ha ritenuto corretta l’applicazione della norma contrattuale (CCNL) che prevede una riduzione proporzionale del rateo della tredicesima nei periodi che comportano una diminuzione dello stipendio.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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