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Esigibilità del credito: appalti e perizia di variante

La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso di un consorzio edile, confermando che l’esigibilità del credito per lavori extra-contratto sorge solo con l’approvazione formale della perizia di variante da parte della stazione appaltante, e non al momento della loro esecuzione. La domanda di pagamento, presentata prima di tale approvazione, è stata ritenuta prematura. La Corte ha inoltre dichiarato inammissibili altri motivi del ricorso per carenza di specificità e mancato rispetto dell’onere della prova.

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Pubblicato il 8 settembre 2025 in Diritto Civile, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Esigibilità del Credito: Approvazione della Perizia di Variante è Decisiva

L’ordinanza della Corte di Cassazione in esame affronta un tema cruciale nel diritto degli appalti: il momento esatto in cui sorge l’esigibilità del credito per lavori eseguiti in variante rispetto al contratto originario. La Suprema Corte ha stabilito che la semplice esecuzione dei lavori, anche se richiesti dalla direzione lavori, non è sufficiente. È indispensabile l’approvazione formale della perizia di variante da parte della stazione appaltante. Analizziamo insieme i dettagli di questa importante pronuncia.

I Fatti di Causa

La vicenda legale ha origine dalla richiesta di pagamento, avanzata tramite decreto ingiuntivo nel 2012 da un Consorzio Appaltatore nei confronti di un’Azienda Committente, per un importo di oltre 32 milioni di euro a titolo di corrispettivo per un contratto d’appalto relativo alla realizzazione di linee ferroviarie. L’Azienda Committente si opponeva, e il Tribunale revocava il decreto ingiuntivo. La Corte d’Appello, successivamente, confermava la decisione di primo grado, respingendo il gravame del Consorzio. La disputa, arrivata in Cassazione, si concentrava in particolare sulla richiesta di pagamento per opere extra-contratto e sui relativi interessi.

L’Analisi della Corte di Cassazione

Il Consorzio Appaltatore ha presentato ricorso in Cassazione basato su sei motivi, tutti rigettati dalla Suprema Corte. La decisione si fonda su principi cardine della procedura civile e del diritto delle obbligazioni, con un focus specifico sulla disciplina degli appalti.

Il Principio sull’Esigibilità del Credito in Appalto

Il cuore della controversia risiede nel primo motivo di ricorso, con cui il Consorzio sosteneva che l’approvazione della perizia di variante, avvenuta nel settembre 2013, avesse efficacia retroattiva, rendendo il credito esigibile già al momento della richiesta di pagamento nel 2012. La Cassazione ha respinto questa tesi.

I giudici hanno chiarito che, in base alle previsioni contrattuali, mancava un presupposto fondamentale al momento della domanda giudiziale: l’approvazione formale della perizia di variante. Senza tale atto, il credito per i lavori aggiuntivi non poteva considerarsi esigibile. Di conseguenza, la richiesta di pagamento del Consorzio era prematura e correttamente respinta nei gradi di merito. L’approvazione successiva non sana l’originaria carenza del diritto di pretendere il pagamento.

Inammissibilità degli Altri Motivi per Genericità

La Corte ha inoltre dichiarato inammissibili gli altri motivi di ricorso per una serie di vizi procedurali. In particolare, è stata sottolineata la mancanza di specificità delle censure.

* Mancata correlazione con la ratio decidendi: Il Consorzio non ha adeguatamente contestato le specifiche ragioni giuridiche su cui la Corte d’Appello aveva basato la propria decisione di rigetto.
* Violazione del principio di autosufficienza: Il ricorso non conteneva tutti gli elementi necessari per permettere alla Corte di Cassazione di valutare la fondatezza delle doglianze, come la trascrizione specifica degli atti processuali rilevanti in cui la controparte avrebbe ‘non contestato’ certi fatti.
* Carenza di prova: In merito alla richiesta di pagamento degli interessi, il Consorzio non ha fornito gli elementi essenziali per la loro determinazione, rendendo la domanda generica e non accoglibile.

Le motivazioni della decisione

Le motivazioni della Suprema Corte sono lineari e rigorose. La decisione si basa sulla corretta applicazione delle norme contrattuali e processuali. Il punto centrale è che l’esigibilità del credito non è un concetto astratto, ma è legata al verificarsi di condizioni precise, stabilite dalla legge o dal contratto. Nel caso di specie, il contratto di appalto subordinava il pagamento delle varianti alla loro formale approvazione. La domanda giudiziale del 2012, proposta prima che tale condizione si avverasse nel 2013, era priva di un suo presupposto fondamentale. La Corte ha ribadito che il processo non può sanare la mancanza originaria di un diritto. Inoltre, ha sanzionato con l’inammissibilità la tecnica difensiva del ricorrente, giudicata non conforme ai rigorosi oneri di specificità e autosufficienza richiesti per il giudizio di legittimità.

Le conclusioni

Questa ordinanza offre un importante insegnamento per le imprese che operano nel settore degli appalti. La formalizzazione delle procedure, in particolare l’approvazione delle perizie di variante, non è un mero adempimento burocratico, ma un atto con valore sostanziale che incide direttamente sulla nascita del diritto a pretendere il pagamento. Agire in giudizio prima che tutte le condizioni contrattuali siano soddisfatte espone al rischio di un rigetto della domanda per carenza di esigibilità del credito. La sentenza sottolinea anche l’importanza di redigere ricorsi per Cassazione chiari, specifici e autosufficienti, pena l’inammissibilità degli stessi.

Quando diventa esigibile il credito per lavori extra contratto in un appalto?
Secondo la decisione, il credito per lavori extra contratto diventa esigibile solo dopo la formale approvazione della relativa perizia di variante da parte della stazione appaltante, come previsto dalle norme contrattuali.

La richiesta del direttore dei lavori è sufficiente a rendere dovuto il pagamento per opere in variante?
No, non è sufficiente. L’ordinanza chiarisce che, anche se le opere extra sono state richieste dal direttore dei lavori e dal responsabile del procedimento, il credito non è esigibile fino a quando non interviene l’approvazione formale della perizia di variante.

Cosa comporta la presentazione di un ricorso in Cassazione generico e non specifico?
Un ricorso in Cassazione che non contesta specificamente le ragioni della decisione impugnata (la cosiddetta ‘ratio decidendi’) e che non fornisce tutti gli elementi necessari per la valutazione (violando il principio di autosufficienza) viene dichiarato inammissibile dalla Corte.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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