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Esenzione vaccinale: annullata sanzione per certificato

Il Tribunale di Torino ha confermato l’annullamento di una sanzione di 100 euro irrogata a un medico per mancato adempimento dell’obbligo vaccinale anti-COVID-19. La decisione si fonda sulla prova di una preesistente esenzione vaccinale permanente, documentata da un certificato digitale rilasciato prima della sanzione stessa. L’appello dell’amministrazione, basato sulla presunta invalidità del certificato cartaceo non digitalizzato nei termini, è stato respinto. La Corte ha stabilito che la presenza di un’esenzione valida e documentata digitalmente faceva venir meno il presupposto stesso per l’applicazione della sanzione, rendendola illegittima.

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Pubblicato il 11 marzo 2025 in Diritto Civile, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Esenzione Vaccinale Digitale: Annullata Sanzione da 100 Euro

Una recente sentenza del Tribunale di Torino ha riaffermato un principio cruciale in materia di sanzioni per l’inadempimento dell’obbligo vaccinale: la presenza di una valida esenzione vaccinale, specialmente se documentata digitalmente, rende illegittima l’irrogazione di qualsiasi sanzione. Questo caso offre spunti importanti sulla prevalenza della sostanza sulla forma e sui doveri di verifica della Pubblica Amministrazione prima di avviare procedimenti sanzionatori. Analizziamo insieme i dettagli della vicenda e le motivazioni della Corte.

I Fatti del Caso: La Sanzione e l’Opposizione

La vicenda ha inizio quando una professionista sanitaria si vede notificare un avviso di addebito di 100 euro per non aver assolto all’obbligo vaccinale primario anti Sars-Cov-2. La professionista, tuttavia, sosteneva di essere esentata da tale obbligo per motivi di salute. Già in data 1 dicembre 2021, un medico vaccinatore, dopo aver valutato la sua condizione, le aveva rilasciato una certificazione di esenzione definitiva dalla vaccinazione.

Nonostante ciò, l’amministrazione competente avviava il procedimento sanzionatorio, culminato nell’emissione dell’avviso di addebito. La professionista decideva quindi di opporsi davanti al Giudice di Pace, lamentando l’insussistenza dei presupposti per la sanzione, proprio in virtù del suo status di soggetto esentato.

La Decisione di Primo Grado

Il Giudice di Pace accoglieva il ricorso della professionista. Il giudice evidenziava che esisteva un accertamento medico che documentava un pericolo per la salute della ricorrente, giustificando così l’esenzione. Di conseguenza, l’intimazione di pagamento veniva dichiarata illegittima e annullata.

L’Appello e la Difesa sull’esenzione vaccinale

L’Amministrazione decideva di appellare la sentenza. La tesi principale dell’appellante si basava su un argomento formale: l’esenzione, essendo stata emessa in formato cartaceo, avrebbe perso validità a seguito di un DPCM del febbraio 2022, che imponeva la digitalizzazione di tali certificati. Secondo l’amministrazione, la professionista non aveva comunicato l’esenzione durante la fase del contraddittorio amministrativo, limitandosi a contestazioni generiche.

La professionista, costituendosi in giudizio, ribatteva che il suo certificato di esenzione era pienamente valido. A riprova di ciò, produceva un documento cruciale: un certificato vaccinale in formato digitale, emesso il 5 dicembre 2021 (quindi prima dell’avvio del procedimento sanzionatorio), che attestava già l’esonero permanente dall’obbligo di vaccinazione per motivi di salute.

Le Motivazioni del Tribunale: Il Certificato Digitale Preesistente è Decisivo

Il Tribunale di Torino ha rigettato l’appello, confermando integralmente la decisione del Giudice di Pace. La motivazione della Corte è chiara e si fonda su un punto dirimente: l’esistenza di un certificato digitale che provava l’esenzione vaccinale permanente della professionista.

Il Tribunale ha sottolineato che, sebbene l’amministrazione lamentasse la mancata digitalizzazione del certificato cartaceo, la parte appellata aveva dimostrato, con la produzione del documento digitale (doc. 6), di possedere un certificato valido e in formato elettronico che riportava l’esonero permanente. Questo certificato era stato emesso ben prima dell’irrogazione della sanzione.

La Corte ha ritenuto corretta la conclusione del primo giudice, secondo cui la Pubblica Amministrazione non poteva non essere a conoscenza di tale esonero, risultante dall’estratto del certificato vaccinale prodotto. La presenza di questa esenzione faceva venire meno il presupposto fondamentale per l’applicazione della sanzione, ovvero l’inadempimento dell’obbligo vaccinale. Di conseguenza, l’argomento formale relativo alla digitalizzazione del certificato cartaceo perdeva di rilevanza di fronte alla prova di un’esenzione già formalizzata in modo digitale e permanente.

Le Conclusioni: Prevalenza della Sostanza sulla Forma

La sentenza ribadisce un principio di giustizia sostanziale: la Pubblica Amministrazione, prima di sanzionare, ha il dovere di verificare l’effettiva posizione del cittadino. Nel caso di specie, l’esistenza di un’esenzione vaccinale valida e documentata digitalmente rendeva la sanzione ab origine illegittima. La decisione insegna che un vizio formale, come la presunta mancata comunicazione in una fase preliminare, non può prevalere su una condizione sostanziale (l’esonero per motivi di salute) che elimina alla radice il fondamento della pretesa sanzionatoria. Per i cittadini, questa sentenza rafforza la tutela contro atti amministrativi emessi senza un’adeguata istruttoria.

Un certificato di esenzione vaccinale cartaceo è valido anche dopo l’introduzione dell’obbligo di digitalizzazione?
La sentenza chiarisce che la questione è superata se il soggetto possiede già un certificato digitale che attesta l’esonero permanente, emesso prima dell’irrogazione della sanzione. In questo caso, il certificato digitale prova l’esistenza dell’esenzione, rendendo irrilevante la discussione sulla validità del precedente formato cartaceo.

La Pubblica Amministrazione può sanzionare un cittadino per mancata vaccinazione se esiste un’esenzione non comunicata nella fase amministrativa?
No. Secondo il Tribunale, se l’esenzione permanente è documentata da un certificato vaccinale ufficiale (in questo caso, digitale), la Pubblica Amministrazione non può ignorarla. L’esistenza dell’esonero fa venire meno il presupposto stesso della sanzione, che quindi è illegittima a prescindere dal fatto che l’interessato l’abbia menzionata o meno nella fase del contraddittorio amministrativo.

Cosa prevale tra l’obbligo formale di comunicare un’esenzione e l’esistenza sostanziale del diritto a tale esenzione?
La sentenza stabilisce la prevalenza della sostanza sulla forma. L’esistenza di un certificato digitale che attesta un’esenzione permanente per motivi di salute è un fatto sostanziale che rende la sanzione per mancata vaccinazione priva di fondamento. L’amministrazione non può sanzionare un cittadino che ha diritto all’esenzione, basandosi unicamente su un presunto vizio di comunicazione.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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