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Esecuzione in forma specifica: rimedi per ipoteca

La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 8442/2024, ha stabilito che in un’azione di esecuzione in forma specifica di un contratto preliminare, se il venditore non cancella le ipoteche sull’immobile, l’acquirente non è tenuto a pagare il prezzo residuo per un bene gravato. Il giudice può autorizzare l’acquirente a usare la somma dovuta per estinguere le ipoteche o sospendere il pagamento fino alla loro cancellazione, riequilibrando così le prestazioni contrattuali.

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Pubblicato il 10 novembre 2025 in Diritto Immobiliare, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Esecuzione in forma specifica: i poteri del giudice se l’ipoteca non è cancellata

Quando si stipula un contratto preliminare per l’acquisto di un immobile, ci si aspetta che il bene venga trasferito libero da pesi e vincoli, come le ipoteche. Ma cosa succede se il venditore non adempie a questo obbligo? La Corte di Cassazione, con la recente sentenza n. 8442 del 28 marzo 2024, offre un’importante tutela per l’acquirente, chiarendo i poteri del giudice nell’ambito di un’azione di esecuzione in forma specifica.

I Fatti di Causa

Una promissaria acquirente citava in giudizio una società immobiliare per ottenere il trasferimento di un immobile, oggetto di un contratto preliminare. La richiesta era duplice: ottenere una sentenza che producesse gli effetti del contratto definitivo non concluso (ex art. 2932 c.c.) e una riduzione del prezzo. Tale riduzione era motivata non solo da vizi dell’immobile, ma soprattutto dall’inadempimento della società venditrice all’obbligo di cancellare le ipoteche gravanti sulla proprietà.

Il Tribunale di primo grado accoglieva parzialmente la domanda, subordinando il trasferimento della proprietà al pagamento di un saldo prezzo, dal quale era stato detratto solo un importo relativo ai vizi materiali, ignorando la questione delle ipoteche. La Corte d’Appello confermava questa decisione, ritenendo che, essendo la cancellazione un obbligo a carico della venditrice, non si dovesse defalcare nulla dal corrispettivo.

L’acquirente, insoddisfatta, ricorreva in Cassazione, sostenendo che obbligarla a pagare l’intero saldo per un immobile ancora ipotecato fosse ingiusto e contrario alla logica contrattuale, che prevedeva l’acquisto di un bene libero da gravami.

La tutela dell’acquirente nell’esecuzione in forma specifica

La Corte di Cassazione ha accolto il ricorso, ribaltando la visione dei giudici di merito. Gli Ermellini hanno chiarito che, di fronte all’inadempimento del promittente venditore all’obbligo di liberare l’immobile dalle ipoteche, la tutela del promissario acquirente non può essere compressa.

Il principio fondamentale è che l’acquirente non può essere costretto a pagare il prezzo pattuito per un bene libero da pesi, per riceverne in cambio uno gravato da ipoteche e con la mera speranza di un futuro, e incerto, adempimento della controparte. Questo creerebbe uno squilibrio inaccettabile tra le prestazioni.

I poteri del Giudice e la sentenza di esecuzione in forma specifica

La Suprema Corte ha delineato con precisione gli strumenti a disposizione del giudice per riequilibrare il sinallagma contrattuale in questi casi. Quando si pronuncia una sentenza di esecuzione in forma specifica, il giudice non deve limitarsi a trasferire la proprietà subordinandola al pagamento del saldo. Può e deve, invece, adottare misure che garantiscano all’acquirente di ottenere esattamente ciò per cui sta pagando: un immobile libero da vincoli.

Le Motivazioni

La Corte ha specificato che la subordinazione del trasferimento al pagamento del prezzo non è una condizione sospensiva esterna al contratto, ma un elemento intrinseco che mira a ripristinare la corrispettività delle prestazioni. Pertanto, se una delle prestazioni (la consegna di un bene libero da ipoteche) è incompleta, anche la controprestazione (il pagamento del prezzo) deve essere adeguata.

Il giudice ha due opzioni principali:

1. Autorizzare l’impiego del saldo prezzo: Può consentire all’acquirente di utilizzare la somma ancora dovuta per pagare direttamente i creditori ipotecari e procedere alla cancellazione delle ipoteche. Questa soluzione, che non configura un’azione surrogatoria, rientra nella logica della compensazione giudiziale e permette di raggiungere l’obiettivo del contratto in modo diretto ed efficace.
2. Sospendere il pagamento: In alternativa, il giudice può subordinare il pagamento del saldo prezzo all’effettiva cancellazione delle ipoteche da parte del venditore. In questo modo, l’equilibrio contrattuale viene salvaguardato, poiché l’acquirente pagherà solo quando avrà la certezza di ricevere un bene libero da gravami.

Le Conclusioni

La sentenza n. 8442/2024 rafforza significativamente la posizione del promissario acquirente di fronte all’inadempimento del venditore. Viene stabilito un principio di diritto chiaro: nell’ambito di un’azione di esecuzione in forma specifica, il giudice ha il potere di intervenire attivamente per riequilibrare le prestazioni. Non si può costringere l’acquirente a pagare per intero e ad assumersi il rischio dell’inadempimento altrui. La sentenza impugnata è stata quindi cassata con rinvio alla Corte d’Appello, che dovrà decidere la controversia uniformandosi a questo principio, garantendo così una tutela concreta ed effettiva all’acquirente.

Se il venditore non cancella l’ipoteca, l’acquirente deve comunque pagare il saldo prezzo per ottenere il trasferimento dell’immobile?
No. Secondo la Corte di Cassazione, l’acquirente non può essere costretto a pagare il prezzo pattuito per un bene libero da pesi se l’immobile è ancora gravato da ipoteche. Il pagamento può essere sospeso o il suo importo può essere destinato alla cancellazione dei gravami.

Quali poteri ha il giudice in un’azione di esecuzione in forma specifica in caso di ipoteca non cancellata?
Il giudice può adottare misure per riequilibrare il contratto. In particolare, può autorizzare l’acquirente a utilizzare il saldo prezzo per estinguere le ipoteche, oppure può subordinare l’obbligo di pagamento del saldo all’effettiva cancellazione delle ipoteche da parte del venditore.

L’acquirente può chiedere una riduzione del prezzo a causa della mancata cancellazione dell’ipoteca?
Sì, o meglio, può chiedere che il saldo prezzo sia utilizzato per eliminare il problema. La sentenza chiarisce che il giudice può permettere al promissario acquirente di impiegare la somma ancora dovuta proprio per la cancellazione delle iscrizioni gravanti sull’immobile, attuando un legittimo intervento riequilibrativo delle prestazioni.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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